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a fermarci dal commettere qualcosa di davvero imbarazzante davanti a un grande numero di persone, fu un agente di polizia.
per nostra fortuna si rivelò abbastanza gentile da non cacciarci a calci in culo dal centro commerciale.

«ragazzi, capisco che i vostri ormoni non siano così facili da gestire, ma potreste, per piacere, fare tutto ciò da qualche altra parte? più che altro per la presenza di bambini»
ci disse soltanto, poggiando una mano sulla mia spalla e stringendola con abbastanza delicatezza da non farmi male.
yoongi lo fissò per un po' e la prima cosa che fece fu quella di levare poco delicatamente le dita del poliziotto dalla mia pelle.

«va bene, ma non toccarlo»
sbuffò, abbastanza seccato, e mi trascinò all'interno di un negozio di elettrodomestici, voleva chiaramente toglierselo di mezzo.
si era allontanato con così tanta arroganza e rabbia, da far sembrare che l'agente fosse in torto (cosa ovviamente falsa, perché, per quanto mi costi ammetterlo, aveva più che ragione).

«ma chi cazzo è per permettersi di avvicinarsi così tanto a te e di invadere il tuo spazio personale? dio, come mi sono trattenuto dal tirargli qualche pugno»
continuava a sbottare, mentre sulle mie guance andava a formarsi del rossore.
era evidente la sua gelosia e io non sapevo bene come tranquillizzarlo, anche perché qualunque azione avrebbe potuto rivoltarsi contro di me e avremmo potuto finire per litigare.
mi limitai, allora, a far intrecciare le nostre dita e ad accarezzargli le nocche.
lui continuava a parlare e a lamentarsi, ma ben presto si fermò da quella parlantina e potemmo incominciare a fare la spesa (il principale e vero motivo per il quale eravamo ancora lì e non a letto a scopare).

comprammo quel che la madre di yoongi ci aveva chiesto, anche se con un po' di fatica da parte di entrambi, che continuavamo a litigare per la qualità del prodotto (e onestamente si dimostrò vera la mia intuizione, visto che dopo pranzo a turno non facevamo che andare in bagno) e subito dopo potemmo dedicarci ai miei abiti.

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