b1.

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riuscì a prendere sonno solo quando furono le cinque e alle sei bisognava essere svegli e arzilli, cosa che mi toccò diventare in poco tempo.

fui ovviamente l'ultimo a fare la doccia e quando mi guardai allo specchio, un brivido di orrore invase il mio corpo, facendomi tremare.

avevo delle ovvie ed enormi occhiaie sotto le palpebre e dovevo fare a meno del trucco, visto che mi era stato proibito portarlo con me.
i miei erano stati gli artefici, ovviamente.
quel posto serviva a rendermi più uomo, nonostante la mia ovvia gayaggine e la mia passione per il sembrare carino e dolce.
solo esternamente, ovviamente.
di carattere ero tutt'altro.
una piccola puttana dentro il corpo di un raggazzino dai tratti delicati. come potevo omettere certi dettagli?

mi lavai e vestì velocemente, e solo dopo aver spazzolato i denti, scesi a fare colazione.
in realtà non mangiai nulla. stetti solo lì, seduto, a guardare gli altri sfamarsi e a rifiutarmi di fare lo stesso.
troppi cibi calorici, non potevo permettermelo.
osseravai i loro modi rozzi e maleducati di gustare il cibo, mentre una voglia estrema di rigettare mi invadeva il palato.

«spero ieri abbiate avuto il tempo di parlare e divertirvi, oltre che conoscervi» aveva detto ad un tratto, la delicata signora seduta alla mia destra.
sorrideva, guardandoci tutti e avrei tanto voluto riderle in faccia, dirle che lì mi stavano già tutti sulle palle, se poi non fossi sembrato come uno di loro.
e no, grazie. non ci tenevo affatto a fare una simile impressione.

«certo che sì, mamma. soprattutto yoongi e jimin, sembrano davvero affiatati. non è così, suga?» aveva domandato il ragazzo coniglio, ridendosela sotto i baffi e capì a chi si riferisse.
feci una smorfia, condivisa con il biondo, mentre quello annuiva.
poi lo vidi scambiare uno sguardo d'intesa con gli altri e sorridere.

«certo, kookie. credo che diventeremo proprio dei buoni amici. a tal proposito...posso occuparmi io di lui, oggi?» aveva parlato, con le labbra tirate in sù.
e capì. quel topo di fogna voleva la sua rivincita, che ovviamente io non gli avrei ceduto.

«se jimin è d'accordo con questa scelta, perché no. sarà più divertente per lui, se vi trovate già così bene. sono felice che tu lo abbia chiesto. tu che dici, mio caro?» domandò allora, voltandosi verso di me.
sorrisi, mentre afferravo la mano del ragazzo e la stringevo tra le dita.

«yoongie, non prendertela, ma preferirei che fossero altri ad illustrarmi il lavoro. vorrei conoscere anche loro» risposi.
la mia voce suonava dolce ed io ero un ottimo attore.
come poteva non credermi?

yoongi si morse il labbro, mentre annuiva, fintamente d'accordo e mi accarezzava la mano.
l'avrei trovato carino, se non fosse stato lo stesso ragazzo che trovava nella violenza la soluzione dei problemi.
e se non avesse avuto quella faccia da cazzone, aggiungerei.
semplici dettagli.

«come preferisci, baby boy. passeremo altro tempo insieme, visto che abitiamo nella stessa cosa» mi fece notare, ma io mi concentrai soltanto sul nomignolo.
se non fosse stato per la donna, probabilmente gli avrei tirato uno schiaffo.

«scusa, daddy. mi farò perdonare» mormorai, divertendomi un po' anche io.
lo vidi sussultare, probabilmente non pronto a una simile risposta.
di certo non avrebbe dovuto immaginare di trovarsi davanti qualcuno di innocente, perché io, beh, non lo ero e non lo sono assolutamente tutt'ora.

«faresti bene a provarci. non sono un uomo dal facile perdono» mi avvisò, porgendomi del pane con la marmellata.
lo guardai, confuso, e semplicemente spiegò il suo gesto con 'ti sentirai male se lavorerai senza mangiare. fai almeno un morso'.

mi aveva quasi convinto e stavo per addentarlo quando, un ragazzo definitivamente tanto diverso dagli altri, mi tolse la colazione via dalle mani.

«jimin, you got no jams.»

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