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Torno a casa da sola, Kevin, invece, è rimasto con i suoi amici.

Questa volta ha davvero esagerato, perché non vuole che stia con Nikolas? E soprattutto perché si odiano così tanto? Sicuramente si conosceranno.

"Ehi com'è andata oggi a scuola?" Mi chiede mia mamma entrando a casa.

"Bene..." Dico io indifferente, se solo sapesse cos'è successo pochi minuti fa là fuori...

"Ma dov'è Kevin?"

"Con i suoi ve-amici tra poco arriva." Mi correggo subito e mia madre mi guarda confusa, stavo per dire vermi, menomale che mi sono fermata in tempo.

"Ah okay vieni che il pranzo è pronto." Vado a posare lo zaino, mi lavo le mani e vado in cucina dove sono tutti sono attorno a Kevin, per causa dei lividi, credo...

Che intuizione.

Scomparirai mai?

"Ma che hai fatto? Come ti sei fatto questi lividi? Qualcuno ti ha picchiato? Dimmi chi è stato? Lo denuncio subito!" Grida mia madre isterica.

"Mamma calmati oggi ho fatto palestra e mi sono arrivati dei palloni in faccia" Risponde semplicemente Kevin.
"E il professore non ti ha detto niente? Chi è stato? Perché non mi avete chiamato? Ora chiamo il preside!"Continua a gridare isterica e si dirige verso il telefono ma Kevin la ferma.

"Mamma non ti preoccupare non è niente, ora mangiamo." Gli dice lui e come se nulla fosse, iniziamo a mangiare.

Dopo aver finito salgo in camera, mi stendo sul letto e ripenso ad oggi, è successo tutto così velocemente, lui, la moto, Kevin, i suoi amici.
È tutta colpa mia se è stato picchiato, forse dovrei andare da lui e chiedergli scusa, forse no, sarei troppo invadente, vabbé dai...

Sono davanti la porta della camera di Kevin.
Busso. Nessuna risposta. Busso di nuovo ma ancora nessuna risposta. Ribusso, niente, entro.

"Non ho detto avanti." Dice scorbutico, è disteso sul letto e si gira dall'altro lato del letto per non guardarmi.

"Io l'ho sentito e sono entrata." Dico sedendomi sul letto vicino a lui.

"Cosa vuoi? Vattene."

"Volevo vedere come stavi."

"Mi hai visto, contenta? Ora puoi andare."

"No, non me ne vado."

"Allora me ne vado io."

"No fermo, mi dispiace per quello che è successo non avrei dovuto ma non ti capisco, perché non vuoi che stia con Nikolas? Mi ha dato solo un passaggio."

"Perché no! Non ci devi stare con lui, è un cattivo soggetto!"

"Ma perché?"

"Non sono affari tuoi ragazzina!"

Ragazzina, mocciosa, ma la gente sa che abbiamo un nome?

Sbuffo.
"Invece si. Kevin siamo fratelli almeno così credo, non sappiamo niente l'uno dell'altro, io non ti conosco tu non mi conosci, dimmi almeno questo."

"Ah ora siamo fratelli?" Mi risponde sarcastico e si alza dal letto.

"Non lo so, magari no." Inizio ad alterarmi.

"Tu non stai con Jacopo?"

"Che cosa c'entra lui?" Ora siamo faccia a faccia.

"Come? Tu stai con lui ma ti fai a Nikolas, sai le puttane non piacciono a tutti." Dice e gli dò uno schiaffo in pieno volto.

Mi ha chiamato così? Davvero? Mio fratello mi ha chiamato puttana? E questo quello che sono per lui? Lo lascio lì e inizio a correre, prendo il giubbotto ed esco di casa.

Corro e vado al parco, mi siedo su una panchina e penso.
Come può avermi chiamato puttana? E se mi ha chiamato vuol dire che lo pensa e se lo pensa vuol dire che per lui lo sono davvero.
Come può un fratello pensare che la sorella si fa dei ragazzi e che sia una puttana?
Perché tutto a me?

Qualcuno mi scuote.
"Ehi Leilha che ci fai qui tutta sola?" Mi domanda Heylie.

"Kevin mi ha dato della puttana."Rispondo diretta.

"Cosa?"

"E io gli ho dato uno schiaffo in faccia."

"Hai fatto bene!"

"Poi sono scappata e non voglio tornare a casa e vederlo quindi starò qui."

"Tu qui sola? No vieni a casa mia."

"No Heylie, sarei un disturbo e non voglio, semmai torno a casa..."
Non lo farò, preferisco dormire su una panchina che ritornare a casa dopo ciò che è successo.

"Non è vero non lo farai, resterai qui fino a domani e poi tu non sei un disturbo ora andiamo a mangiare qualcosa e mi racconti tutto meglio, okay?"

"Okay." Sorrido un po' non voglio che Heylie si preoccupi.

"Chiedi prima a tua mamma" 

"Tu dillo alla tua."

"Prima tu."

"Okay." Sbuffa e chiama sua madre.

"Ha detto di sì ora chiama la tua." Mi dice dopo la telefonata.

"Okay." Prendo il telefono dalla tasca e chiamo mia madre.

Telefonata.
"Mamma."
"Leilha, dimmi."
"Posso dormire da Heylie sta sera?"
"Mmmh."
"Dai mamma..."
"Va bene tesoro, ma fai la brava."
"Grazie mamma, certo e poi sono sempre brava."
"Divertitevi."
Fine.

"Ha detto di sì." Gli dico semplicemente.

"Si che bello, sta sera sarà una bellissima serata!" Grida entusiasta, forse troppo.

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Andiamo a mangiare e poi gli racconto tutto.

"Che coglione, ma poi perché è così arrabbiato con Nikolas?"

"Non lo so ma devo scoprirlo." Dico decisa.

"E io ti aiuto!"

Dopo aver parlato per un po' andiamo a farci un giro ci sediamo su una panchina e un ragazzo si avvicina a noi.

"Ehi spolverino blu!" Dice qualcuno alle nostre spalle, mi giro e mi ritrovo Victor.

"Ciao stuzzicadenti!" Lo prendo in giro.

"Come va?"

"Bene fino a quando non c'eri tu."

"Ma io miglioro la vita a tutti."

"A me no e poi dov'è la tua girlfriend Sarah?"

"A casa."

"E tu perché sei qui da solo?" Domanda Heylie.

"Ma nessuno lo vuole mica si deve preoccupare Sarah." Dico io ed Heylie inizia a ridere.

"E qui ti sbagli, c'è una fila enorme di ragazze che mi vorrebbe."

"Ma dove sono io? Non ne vedo nemmeno una."

"Ci sono ma sono invisibili." Aggiunge Heylie e scoppiamo a ridere.

Continuamo a ridere e poi tutti e tre andiamo a farci un giro, alla fine salutiamo Victor e andiamo a casa di Heylie.

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