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"Non c'è niente da dire."  Mi dice serio.

"No, tu devi parlare, io sono stufa di esser trattata come una bambina." Dico arrabbiata.

"Parla, altrimenti lo farò io." Dice un'altra voce mi giro e vedo Kevin appoggiato allo stipite della porta.

"Vattene non vedi che stiamo parlando." Gli grida contro Nikolas stringendo i pugni.

"E io mi intrometto, allora caro Nikolas dici la verità ora?" Gli domanda Kevin avvicinandosi a noi.
Nikolas rimane in silenzio e abbassa la testa.

"Il tuo caro amichetto fa parte di una gang e l'anno scorso dato che i suoi amici spacciano e anche lui, è stato scoperto dalla polizia. Il furbetto ha incolpato persone che non c'entravano, tipo me e i miei amici, per fortuna è stato al fresco per un po' ed ha imparato che non si accusano persone che non hanno niente a che fare con le cose che fanno loro. E comunque oltre ad essere uno spacciatore ed esser stato in carcere, faceva uso di droghe da molto tempo. Non mi fiderei molto di lui, magari ti fa andare in prigione con lui." Dice Kevin soddisfatto, Nikolas stringe di più i pugni e tra poco scoppierà.

"Che fai non parli più?" Lo istiga ancora Kevin.
Per fortuna suona la campanella e le persone iniziano a entrare, Kevin se ne va nella sua classe, ma non prima di avermi mandato un occhiataccia.
Mi giro verso Nikolas, ci guardiamo per un po', e proprio mentre sta per dire qualcosa, me ne vado.
Lui resta lì.
Vado in classe mia e mi siedo al mio posto e ripenso a quelle parole.
Davvero Nikolas era un drogato, spacciatore e che è stato anche in galera?
Davvero quelle cose sono vere?
Allora Kevin aveva ragione mi prenderà in giro come tutti.
Sono stufa di questa situazione.
Voglio andare lì e sfogare tutta la rabbia che ho su di lui.
Per colpa sua ho perso la mia migliore amica, il ragazzo che amavo e mio fratello.
Finisce la scuola e devo parlare con Jacopo, devo dimenticare Nikolas e andare avanti, dimenticherò cosa mi ha fatto e finalmente riavrò la mia vita.
Vedo Jacopo da lontano con qualche suo amico e mi avvicino interrompendoli.
"Ciao." Dico io, e tutti si girano a guardarmi.

"Jacopo possiamo parlare?" Lo guardo e lui invece ha lo sguardo basso, annuisce e ci allontaniamo.

"Jacopo, devi scusarmi, io ho fatto degli errori e sono mortificata, era un momento di confusione, voglio ricominciare tutto con te. Voglio starti vicino, ascoltarti,  capirti, ridere, scherzare, piangere, ma insieme." Dico tutto d'un fiato, lui mi guarda negli occhi e vedo che è confuso.

"Non capisco Leilha, se vuoi essere di nuovo mia amica ti ho già spiegato." Dice e mi avvicino e gli dò un bacio a stampo, appena mi stacco sorride e mi abbraccia, mi tiene forte a sé e sorrido anche io.

"Ci vediamo oggi?" Mi chiede felice, annuisco e vado alla fermata dandogli un bacio sulla guancia.

Vado alla fermata e vedo Heylie.
Mi avvicino a lei.
Non so se parlarle, so che è davvero arrabbiata con me.
Ma poi ripenso al fatto che lei è la mia migliore amica e mi decido.
"Heylie... mi manchi tantissimo vorrei soltanto dirti che ti voglio bene, quando mi hai visto con Nikolas non avevo un appuntamento con lui ma con te, lui era lì e c'erano i suoi fratelli e Clarissa li ha conosciuti, voleva che venissero a casa nostra e dovevo chiedere ai genitori dei bimbi ed è apparso Nikolas. Ma ti giuro che io non volevo stare con lui ti prego perdonami, volevo dirti che Nikolas non fa più parte della mia vita anche se non lo faceva ora sto di nuovo con Jacopo e voglio di nuovo la mia migliore amica, mi manchi tantissimo." Dico quasi con le lacrime agli occhi Heylie sorride e mi abbraccia, finalmente ho un suo abbraccio, riesco a sentire il suo buon profumo al gelsomino che tanto amo e finalmente riavrò la mia migliore amica.

"Mi sei mancata anche tu." Dice anche lei con le lacrime agli occhi.
Ci stacchiamo e gli asciugo le lacrime.

"Non piangere più, nessuno potrà più separarci, okay?" Gli domando decisa.

"Nessuno." Risponde anch'essa decisa e arriva il pullman la saluto e salgo su.
Finalmente ho la mia migliore amica e il ragazzo di cui sono innamorata da due anni.
Sei sicura di essere innamorata di Jacopo?
Certo, lui e nessuno più, nessuno.
Convinta tu.
Ora devo soltanto convincere mio fratello, voglio vivere bene e so che senza di loro non posso, ho bisogno di qualcuno che mi consigli, che mi protegga, che mi ascolti, ho bisogno di Kevin, devo dimostrargli che sono cambiata.
Non ci siamo mai comportati come due fratelli, forse è l'ora di farlo, di ricominciare dal inizio.
Con tutto.
Con tutti.
Metto le cuffie e il pullman parte. 

Appena varcata la porta di casa di sente un odore di bruciato fortissimo.
Vado in cucina e vedo che dal forno esce tantissimo fumo.
Corro per prendere un pezzo di stoffa per aprire il forno.
Lo apro ed esce una puzza tremenda di bruciato con tanto fumo nero.
Tiro fuori la teglia e vedo una torta bruciata.

"Ma cosa?" Domando a me stessa.
Sento un rumore fortissimo di passi che corrono e mi giro, con la teglia in mano, e vedo mia mamma con l'asciugamano addosso e con la faccia perplessa.
Io scoppio a ridere ha una faccia buffissima.
"Forse sarà meglio buttarla." Dice ridendo. 

"Già forse è meglio." E ridiamo insieme. 

È da tanto che non parlo con mia mamma.
Io che gli dicevo sempre tutto.
Io che qualsiasi cosa succedeva, anche la più banale, gliela dicevo.
Non so perché non mi confido più con lei... mi manca.
Metto la teglia sul tavolo, mi avvicino a lei e l'abbraccio. 

"Ehi cosa c'è?" Mi chiede preoccupata, ma con un pizzico di felicità nella voce.

"No è che, stavo pensando, non parliamo da tanto noi due." Gli dico con un sorriso amaro. 

"Oh piccola vieni." Dice portandomi vicino al divano.
Ci sediamo e dopo un po' lei comincia a parlare.
"Allora... c'era  qualcosa di particolare che volevi dirmi?" 

"No, veramente no, volevo solo parlare con te." Comincio a parlare di tutto di Heylie, di me e di Jacopo, di Kevin che mi manca tantissimo, lascio stare Nikolas, non voglio parlare di lui, ho deciso di dimenticare della sua esistenza e così farò.
Sentiamo la porta aprirsi e chiudersi. È Kevin lo so.
"Ciao." Ci saluta.

"Ciao." Lo saluto con voce bassa.
Mi guarda e io guardo lui, a porre fine a questo è mia madre.
"Allora Kevin, invece a te come va? Sai stavo parlando con Leil... " non la fa finire di parlare che, come sempre, gli parla sopra. 

"Io vado in camera mia chiamami quando il pranzo sarà pronto."

"Va bene." Dice mamma si vede che è triste. 

Anche Kevin, come me, si confidava  spesso con mamma.
Sale in camera sua.
Devo parlargli,e forse questo è il momento giusto.

"Mamma io vado in camera mia." Dico a mia mamma.

"Si certo, ti avviso quando è pronto." Mi sorride e salgo su.

Vado verso la sua camera, sto per bussare quando apre la porta e lo vedo, mi guarda con i suoi occhi azzurri.

"Cosa vuoi?" Mi domanda subito scorbutico.

"Volevo parlarti." Dico come un cagnolino indifeso mentre guardo il pavimento, quei occhi mi fanno così paura, sono come il ghiaccio, ti attraversano tutto il corpo e ti leggono nel profondo.

"Ci siamo già detti tutto, ora tu sai la verità e quindi siamo tutti felici e contenti."

"No, non voglio parlarti di lui." Dico 'lui' con un tono di disprezzo.

"Di cosa vuoi parlarmi?"

"Io voglio scusarmi per tutto quello che ti ho fatto, io non sapevo tutto ed avrei dovuto ascoltarti ma sono così testarda e non ascolto mai nessuno, io ti voglio bene e mi dispiace, non volevo ferirti, credevo di fare la cosa giusta ma invece no, spero che mi perdonerai per tutto quello che ti ho fatto. Vorrei avere dei rapporti fraterni con te ma se non vuoi va bene, basta solo che mi perdoni." Dico con lo sguardo basso, sto per andarmene quando mi ferma e fa un gesto che non mi sarei mai aspettata da lui.

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