CAPITOLO 33: Scrivi di noi

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Stropicciai gli occhi e mi grattai la testa, tastando per l'ennesima volta il livido ancora dolente; mi tirai faticosamente su con la schiena, che addossai contro la testiera del letto: <<Buongiorno Merylin, hai dormito bene?>> interpellai il mio barbagianni, dimenticando che, essendo un animale notturno, adesso era il suo turno di appisolarsi; tirai svogliatamente via le coperte e mi preparai per andare a lezione, presi la toga, i libri e varcai al soglia della mia camera, pronta a vivere un'ennesima giornata scolastica.

Appena misi piede fuori dal corridoio rischiai di venir travolta da un gruppetto di ragazzini del primo anno, probabilmente Corvonero, che giocavano a rincorrersi prima di dirigersi verso gli infernali banchi che li avrebbero magicamente incatenati alla sedia fino al suono della campanella. <<Come fanno ad essere così euforici già di prima mattina?>> sentii dire, a pochi metri da me c'era Fab che mi osservava sorridente, la salutai col braccio e lei ricambiò, insieme ci avviammo verso il refettorio per far colazione, raccontandoci gli ultimi avvenimenti successi dall'ultima volta che ci eravamo viste: Abel, il torneo, i litigi ed i chiarimenti... fu un lungo discorso da riassumere in pochi minuti, ma ce la cavammo giusto in tempo prima che entrassi nell'affollatissima sala.

Presi posto al fondo di un lungo tavolo, dopo poco mi vidi venire incontro Francis e Abel, il primo mi si sedette di fronte e il secondo a fianco, iniziammo a ridere e scherzare, il mio amico aveva un buon umore davvero contagioso! Dopo una decina di minuti si unirono a noi anche Beatrice e le altre, accompagnate da Rudy, li salutai tutti e continuammo a fare colazione. <<Io ho lezione fino alle quattro, questo pomeriggio. Voglio spararmi>> dissi durante il discorso, Abel rise, Francis mi apostrofò: <<Io soltanto fino alle tre e mezza, se ti va ci possiamo vedere davanti alla tua classe e poi possiamo trovarci tutti insieme e andare alla fiera Rossa>>, era un'idea geniale! Annuii entusiasta, proponemmo la cosa agli altri e tutti acconsentirono, saremmo stati un gruppetto decisamente numeroso!

Il resto della mattinata trascorse tranquillo tra una lezione e l'altra, persino la lezione di Loys scorse senza intoppi, incontrai anche Ellen e scambiammo due chiacchiere, le proposi di unirsi a noi per l'uscita di gruppo e accettò con gioia; a pranzo mangiai velocemente e il pomeriggio finì velocemente come era iniziato, soltanto l'ultima lezione fu una spina nel fianco, probabilmente perché attendevo ansiosamente di uscire e raggiungere Francis per andare a divertirmi con la mia banda di amici, forse mi sarei persino fatta convincere a salire sulla ruota panoramica con Abel, come tanto aveva sperato facessi al nostro primo appuntamento. Ero immersa in questi pensieri, quando sentii un suono celestiale: l'ultima campanella della giornata era finalmente suonata anche per me; raccolsi i miei libri e mi catapultai fuori dall'aula dove, come concordato, Fran mi stava aspettando appoggiato al muro mentre leggeva un piccolo libro, appena mi vide si drizzò e mi salutò, mi avvicinai a lui e scambiammo quattro chiacchiere riguardo la mia interessantissima lezione di pozioni, poi andammo a posare i nostri materiali didattici e ci avviammo verso l'entrata del castello, dove ad attenderci ci sarebbero stati tutti. Ci unimmo alla comitiva che capeggiava davanti all'enorme portone della Harmstel ed insieme ci avviammo verso la Grande Fiera che ci stava aspettando, o meglio che noi stavamo aspettando, ormai da stamattina. Ognuno di noi sentiva, in cuor suo che quella sarebbe stata un'uscita speciale, nessuno era preso da pensieri cupi o tristi, tutti avevamo voglia di lasciarci alle spalle i vari battibecchi che ci avevano attraversato nei precedenti giorni, era, insomma, un modo per ripartire dall'inizio, per cancellare tutto ciò che ci era capitato e riscrivere le pagine della nostra amicizia.

<<Diamine, mi sono dimenticato una cosa!>> urlò uno dei due Tassorosso, tutti ci voltammo e gli lanciammo un'occhiataccia: <<Francis, sei sempre il solito sbadato. È una cosa di vitale importanza? Non puoi farne a meno?>> lo sgridai, lui scosse la testa forte: <<No, no Marzia! È assolutamente necessaria, ti prego accompagnami a prenderla...>> mi supplicò, io ovviamente non ne avevo la minima intenzione, aveva solo da ricordarsene prima; mi afferrò la mano mentre mi stavo girando per continuare il cammino, mi voltai e vidi i suoi occhi mesti penetrarmi le pupille, dritto fino al cuore. Titubai, poi sbuffai sonoramente e tornai indietro con lui, congedandomi dagli altri, ci saremo poi incontrati sotto la grande ruota per iniziare finalmente il nostro giro nella fiera.

<<Seguimi>> ordinò Fran, gli andai dietro fino alla scuola a passo sostenuto, ma anziché entrare nell'edificio deviò il suo percorso e cominciò a correre all'impazzata, cosa diamine aveva in mente? <<Fran, rallenta Santo cielo, mi esplodono i polmoni!>> urlai, ma ovviamente non ottenni risposta, vedevo solo il ragazzo avanzare tanto velocemente, quanto goffamente, davanti a me: <<Sappi che sei morto, appena ti prendo!>> lo minacciai, ancora nessun responso, fantastico insomma: stavo rincorrendo un idiota senza sapere dove saremo finiti e perché ci stavamo andando, e soprattutto perché di corsa! Ah, cosa non si fa per gli amici. Ad un certo punto rallentai, mi sentivo completamente senza forze, i miei polmoni prendevano e sputavano aria ad una velocità impressionante, il cuore sembrava dovesse uscirmi dal petto e continuare a galoppare per conto proprio, le gambe mi reggevano a malapena: <<Ti prego, non ce la faccio più, dove stiamo andando?>> supplicai, Fran si girò e mi guardò, indicandomi una specie di staccionata di legno che divideva il sentiero da una piccola spiaggia sabbiosa.

Ci avvicinammo camminando, ripresi a respirai in modo normale, i battiti nel petto si fecero più regolari, quando finalmente giungemmo alla nostra meta, mi guardai intorno: la spiaggetta era protetta da quella vecchia staccionata che mi era stata indicata prima, ma non per la sua intera lunghezza, probabilmente quell'ammasso di legna era stato demolito in parte dal maltempo degli ultimi anni; il mare era calmo, il cielo era coperto, nonostante la temperatura fosse ancora quella di un estate tarda a morire, la brezza marina che soffiava dal'oceano mi faceva desiderare di avere un maglione in più addosso.

<<Che ci facciamo qui?>> chiesi stizzita, lui si avvicinò alla vecchia staccionata e vi si appoggiò, guardava dritto davanti a sé, verso l'orizzonte lontano. Scossi al testa in segno di rassegnazione e mi avvicinai a lui, mettendomi nella sua stessa posizione con i gomiti poggiati sul legno e la schiena china; <<Avevo dimenticato una cosa, te l'ho detto.>> ribadì, sospirai, lui sorriso abbassando il capo: <<Devo darti una cosa>> disse, fece una pausa, poi estrasse dall'interno della sua giacca un pacchetto: <<Aprilo, dai>>. Non me lo feci dire due volte, presi in mano il regalo e lo scartai, dentro c'era un quaderno con le pagine bianche: <<A cosa devo questo pensiero?>> domandai rigirando il dono tra le mani, con impresso sulle labbra un sorriso ebete, lui fissò nuovamente l'orizzonte: <<Voglio che tu scriva>> esclamò, io rimasi interdetta, ma decisi di stare al gioco: <<Da dove potrei iniziare?>>, lui scosse la testa: <<Potresti iniziare da Harmstel, dove sei iniziata pure tu>>; forse avevo capito dove volesse andare a parare: <<Dovrei raccontare la mia storia, insomma>>, lui annuì: <<Sarebbe un modo carino per tenerti con me>>. Feci un sorrisino: <<Potrei parlare anche di te, Abel, Rudy... che ne pensi?>> proposi, ne fu entusiasta, pur rimanendo sempre impassibile: <<Sarebbe un'ottima idea, Marzia>>.

Sorrise, alzò lo sguardo ed inspirò l'aria fredda di fine settembre: <<Scrivi di noi>>.

Fine.


&quot;Scrivi di noi&quot; e l'ho fatto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora