Capitolo 23 ✔️

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"Speri che Matt abbia trovato un momento di pace nei suoi ultimi momenti?" mi chiese la signora Morell, la psicologa della scuola.

Dopo che Matt ci aveva tenuti in ostaggio alla centrale di polizia, ci avevano mandati uno ad uno dalla psicologa.

Che fine ha fatto Matt, chiederete? L'hanno trovato morto annegato in un lago.

Matt aveva raccontato a Scott del perché avesse ucciso i ragazzi della squadra di nuoto del 2006. Quando Matt era piccolo era andato a prendere un fumetto a casa di Isaac, il coach Lahey aveva fatto una festa, facendo bere alcol ai suoi giocatori perché avevano vinto una gara. Erano così ubriachi che avevano preso Matt, che aveva solo nove anni, e buttato nella piscina, ma lui non sapeva nuotare. Vedeva tutti i ragazzi intorno a lui che non facevano niente, anzi certi non lo avevano neanche notato. Ha detto a Scott che era 'morto' lì, successivamente il coach Lahey l'aveva tirato fuori dall'acqua e gli aveva detto di non dirlo a nessuno.

"Non sono dispiaciuta per lui" affermai non riuscendo a guardare in faccia la Morell.

"Sei dispiaciuta per il Matt di nove anni che annegava?" mi chiese lei questa volta.

"Si, mi dispiace. Aveva solo nove anni, non sapeva nuotare ma questo non gli dava il diritto di uccidere quei poveri ragazzi uno dietro l'altro" le spiegai infastidita.

"Mi ha raccontato Stiles che aveva delle foto tue nel suo computer" mi disse la Morell aspettando una mia reazione.

"Anche di Allison se per questo" mi girai verso la finestra pensando alla differenza tra il bel tempo, con il cielo celeste e il sole che splendeva, e il mio umore che era completamente nero.

La notte prima non avevo dormito, coincidenza avevo sognato la Morell, ma purtroppo non era solo un sogno.

"Pensi che ci sia un qualcosa di positivo in tutto quello che è successo?" non riuscivo neanche a sentire la voce della psicologa, che mi dava i brividi, sapevo cosa stava succedendo ed era troppo tardi per fare qualcosa.

"Il padre di Stiles è diventato nuovamente sceriffo" era l'unica cosa positiva di tutto quello che era successo, o almeno, l'unica cosa positiva che mi venisse in mente.

"Hai più parlato con qualcuno dopo quella notte?" mi chiese la Morell non scrivendo niente di quello che le dicevo, evidentemente aveva una bella memoria da ricordarsi tutto.

"Con nessuno. Scott ha già i suoi problemi.
Allison, dopo la morte di sua madre, è stato un duro colpo per lei. Penso che però l'abbia avvicinata al padre" le raccontai guardandomi le mani.

Ancora mi chiedevo perché fossi qui.
Ah giusto, mi madre. Era ritornata prima dalla conferenza perché lo sceriffo aveva dovuto chiamarla per forza dopo quello che era successo. Le cose con lei erano peggiorate. Dopo la notte alla videoteca, quella alla scuola e ora quella alla centrale, pensava che frequentassi brutta gente e mi mettessi troppo nei casini. Come se le importasse.

"Jackson, invece?" mi chiese la Morell guardandomi intensamente.

"Non è stato sé stesso nelle ultime settimane. E con Lydia non ci ho più parlato dal suo compleanno" sospirai pensando alla mia migliore amica.

"Stiles?" mi chiese la psicologa era l'unico di cui ancora non avevo parlato e di cui non volevo parlare.

"Alla festa di Lydia ha ammesso davanti a me che è innamorato di me, non si era neanche accorto che l'aveva detto. Ma l'ha ammesso in modo così naturale, come se fosse innamorato di me da tanto tempo" le raccontai, anche se lei era l'ultima persona a cui volevo raccontare le cose non riuscivo a non trattenermi da non dirglielo.

Innocent | Stiles Stilinski (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora