Capitolo 10

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Alaska' Part

Da quel giorno nella bianca neve , da quel giorno in cui ho scoperto di essere incinta di Brian, beh sono cambiate molte cose.
Sono passati due mesi ormai. Le giornate sono cupe , vado avanti con solo il pensiero che magari ,come dice Rebbecca , Noah sia vivo.
Il bambino che porto , non ha nessuna colpa voglio portarlo via da questo posto , in salvo.
Ritorno alla mia realtà quando una mano accarezza la mia mano , alzo il volto da dove avevo lo sguardo. E vedo Brian con il suo solito sorriso nel volto che porta da ormai quando a scoperto che aspetto un bambino da lui. Siamo tutti seduti nella sala da pranzo , con tutto il branco alla quale sì è dovuta unire anche i pochi rimasti del branco di Noah.
Aspettano soltanto un momento per reagire.
Questo era il branco che avevo lasciato, da cui sono stata mandata via ,scruto tutti i presenti ,certi lupi li riconosco ma solo i loro volti .
Mi ricordo quando a riempire questa stanza erano solo risate , mi ricordo la mia famiglia, mio padre l'alpha affiancata da mia madre e mio fratello,eravamo una grande famiglia, uniti , ora invece i lupi hanno solo paura di Brian , non è un vero alpha , non è lui l'alpha del branco.
B: stai bene , se hai qualcosa dimmi .
Torno a guardarlo , non ho neanche la voglia di parlargli , mi alzo dal tavolo in cui ero seduta vado via non preoccupandomi dello sguardo furioso di quest'ultimo.
Vado in camera mia , la mia vecchia stanza che ho potuto rivedere dopo questa disavventura, chiudo la porta dietro di me e mi siedo ai piedi del letto portandomi le ginocchia al petto .
In silenzio comincio a scorrere coi occhi la mia stanza le sue pareti a tratti scarabocchiati da me e da mio fratello, disegni appesi .
Non so se a far più male sia riguardare la stanza e ricordare la mia famiglia ,che ormai mi ha lasciata, o tutto ciò che ho passato in questi mesi ,ma almeno sono riuscita a superare il passato ed ora sento che il dolore è tornato più lancinante pronta a divorarti è un dolore più grande e questo dolore ha un nome... Noah.
Sento il rumore della serratura e la porta si apre, mi affretto a asciugare le lacrime che sono ormai spesso solcano le guance ormai abituate e sempre umide.
Dalla porta si rivela la ragazza dai capelli neri , Rebby , si avvicina preoccupata .
Io come una bambina che vuole essere abbracciata apro le braccia pronte ad aggrapparsi  al maglione della ragazza. Mi abbraccia stretta a se.
Io: devo andarmene ora.... C'è sempre un modo ..
R: c'è un modo ma è troppo pericoloso.
Sciolgo l'abbraccio e la guado nei occhi .
Io: sai che non riuscirò a restare ancora cui , non capisci ogni volta devo indossare la mia maschera per non crollare in lacrime davanti a tutti in quella sala , voglio aiutare restando così non servo a nulla ...
Dico tutto d'un fiato , annuisce guardandomi sempre con tristezza.
R: ho capito ,  troverai un branco alleato al nostro branco se andrai da loro ci aiuteranno , si fidano della compagna di Noah ... E ricorda so che dentro sai che lui è vivo... Se è veramente vivo so che anche lui starà andando da loro .
Ora preparati non abbiamo tempo da perdere , dirò che stai riposando .
Dice prima di alzarsi e uscire dalla stanza prima di guardarmi sorridendo, un sorriso sincero che solo da lei puoi avere le sorrido mettendomi in piedi .
Mi cambio di svelta mettendomi del pantaloncino e un leggero maglione , anche se fa freddo non importa sono un licantropo e non sentirò molto il freddo e perché é più facile trasformarmi con vestiti leggeri . Prendo uno zaino e ci metto vestiti di ricambio ma mentre lo faccio la porta si spalanca di istinto nascondo lo zaino ma appena vedo che è Rebbecca tiro un sospiro di sollievo, a in  mano delle provviste  .
R: ho portato delle provviste  , e ho detto che stavi poco bene e che stavi dormendo.
Dice mettendo il cibo nello zaino . Vado di nuovo verso l'armadio e prendo una giacca nera col cappuccio e una sciarpa di lana rossa, me li metto e in fine metto dei stivaletti, per non affondare nella neve mentre cammino, mi giro e vedo Rebby scrivere qualcosa in un foglio che poco dopo mi porge , è una mappa .
La prendo e la ringrazio.
R: il viaggio durerà molto visto che da cui siamo più lontani, uscirai dalla biblioteca ,dalla finestra  , appena uscita ti troverai davanti al bosco ,avvertirò gli altri lupi dalla nostra parate della tua partenza.
Dice.
L'abbraccio non so perché.... perché i suoi abbracci ricordano quelli di Noah , boh ma devo ringraziarla .
Io: sta attenta , andiamo prima che sì insospettiscano.
Metto la mappa nella tasca della giacca e usciamo dalla stanza , a passo velato ci dirigiamo dal corridoio passando porte  fino ad arrivare davanti alla porta della biblioteca.
E lì le nostre strade si dividono, lei si ferma dalla porta entro solo io dentro non c'è nessuno perché sono quasi tutti nella sala principale.
R: aspetta...
Mi dice la voce di Rebbecca alle mie spalle , mi giro . E questa volta ad abbracciare è lei ricambio.
R: sta attenta al bambino... E ti prego trovalo ...
Mi sussurra, so che intende di Noah, la lascio per poi guardarla ed annuire, mi avvicino alla finestra per uscire mentre lei va chiedendo la porta dietro le spalle .
L'unica cosa che faccio prima di addentrarmi nella foresta è guardare la grande casa è come una fortezza , mi porto le mani alla pancia sussurrando parole rassicuranti al bambino nel mio ventre. Non mi trasformo si sentirebbe troppo il mio odore , decido avviarmi in forma umana iniziando a correre non perdendo troppo tempo , riuscirò a trovarlo sento che è vivo.

Alone ||DA REVISIONARE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora