Capitolo 6

3.2K 232 81
                                    

"Capisci, Lou? È bipolare, sì, deve per forza essere bipolare. Un attimo prima mi insulta contro e l'attimo dopo mi augura la buonanotte con tanto di bacio sulla guancia. Io non... non riesco a reggerlo!" mi sfogai, gesticolando animatamente, mentre Lou Teasdale mi ascoltava annuendo.

Non ero tanto sicuro che fosse veramente interessata a ciò che stavo dicendo, dato che, seppur guardandomi, sembrava persa nei suoi pensieri, ma non me ne importava un granchè, in fondo avevo solo bisogno di raccontare a qualcuno quello che era successo la sera prima, nulla di più.
D'altronde sapevo che nessuno si sarebbe mai interessato realmente a me.

"Io non so più cosa fare, sono davvero confuso e... scusami, ti sto annoiando, forse è meglio che ti lasci finire la colazione in pace." mi calmai, cercando di darmi un contegno, indicandole con la testa la brioches alla crema e il cappuccino che stava consumando svogliatamente.

Lei scosse la testa, pulendosi le mani su un tovagliolino e terminando di masticare il boccone prima di parlare:"Oh, no, Louis... non pensarlo, tranquillo, mi fa piacere che tu ti fidi di me a tal punto da parlarmi di queste cose molto... intime, almeno credo. È solo che... forse mi sbaglio, ma Styles sta guardando nella nostra direzione da circa quando siamo entrati qui dentro."

Mi voltai subito per controllare, appurando che, in effetti era vero.
Il problema era che fu una situazione abbastanza imbarazzante, dato che lui, al contrario di tutte le persone normali, non abbassò lo sguardo quando lo beccai a fissarmi, anzi, continuò a sostenerlo, tenendo, come sempre, il coltello dalla parte del manico.

Così fui costretto ad abbassarlo per primo, non riuscendo a guardarlo fisso negli occhi, umiliandomi per la centesima volta. Forse dovevo smettere di interessarmi della mia immagine, era già abbastanza patetica.

Il poco cibo che avevo ingerito poco prima cominciò a pesarmi come un mattone nello stomaco, facendomi finalmente notare il gonfiore della mia pancia:"Scusami, Lou, ho bisogno di andare in bagno, non aspettarmi ok?"

Lei annuì:"Ci veduamo più tardi, prima del photoshoot."

Le feci un cenno in risposta, per poi correre raggiungendo i bagni e chiudendomi dentro ad un cubicolo.

O meglio, stavo per chiuderlo, perchè, un secondo prima che riuscissi a far scattare la serratura, una mano spalancò di nuovo la porta, facendo persino sbattere l'anta contro la parete accanto.

"GUAI A TE SE LO FAI." ruggì una voce, prima che Harry comparisse nella mia visuale, il volto contratto in una smorfia di rabbia.

Ora che ci pensavo, la maggior parte delle volte in cui lo incontravo era sempre incazzato. Con me.

Mi trascinò fuori dal cubicolo, prendendomi poco delicatamente per un braccio e appoggiandomi al muro coperto di mattonelle azzurrine.

Posizionò una mano su un fianco, reggendosi il ponte del naso tra l'indice e il pollice, rilasciando uno sbuffo nervoso, ma senza accennare a voler dire qualcosa, forse fu questo che mi spinse a prendere tutto il coraggio che mi era rimasto e a parlare per primo:"Cosa non devo fare?"

Lui alzò lo sguardo, fulminandomi. Ok, pessima mossa, ora era più incazzato di prima:"Sai cosa, non fare il deficiente, devo pensare." disse soltanto, per poi tornare nella posizione assunta poco prima.

Lo ignorai:"Cosa non devo fare, Harry? Devo smettere di rendermi migliore? Non era quello che volevi? Un modello perfetto, fisico asciutto e senza un chilo di troppo? Io sto solo... facendo quello che mi avevi chiesto." continuai, impedendo alla mia voce di tremare.

"Quindi tu agisci in questo modo coglione solo perchè io... CRISTO SANTO!" esplose improvvisamente, tirando un pugno al muro e facendomi sobbalzare, colto alla sprovvista.

"NON DEVI FARTI CONDIZIONARE DA QUELLO CHE DICONO GLI ALTRI!" urlò rabbioso, facendomi indietreggiare.
Purtroppo dietro di me sentii solo le gelide piastrelle e, dopo aver lanciato uno sguardo alle mie spalle giusto per assicurarmi di non avere proprio alcuna via di scampo, tornai a controllare i movimenti di Harry.

Mi avrebbe picchiato?

"TU NON DEVI PIACERE A ME! DEVI PIACERE ALLE PERSONE CHE DEVONO FOTOGRAFARTI, DEVI PIACERE A MIO PADRE QUI, NON A ME!"

Mentre mi rimproverava, si era avvicinato sempre di più, tanto che il suo naso sfiorava il mio, intrappolandomi tra lui e la parete.

"Hai capito?"

"Stai... stai piangendo?" domandai con un filo di voce, guardandolo fisso nei suoi grandi occhi verdi, ora lucidi.

Lui sbattè le palpebre un paio di volte, prima di allontanarsi bruscamente da me, interrompendo quella bellissima vicinanza e il nostro contatto visivo:"No. Non piango mai, non ne vedo il motivo."

Si voltò, dirigendosi verso la porta, posizionando una mano sulla maniglia. All'ultimo secondo si voltò di nuovo verso di me un'ultima volta:"Non farlo mai più, ok?"

"O... ok."

D'improvviso mi venne in mente una cosa estremamente importante che doveva sapere:"E... Harry?"

Non si voltò, ma rimase fermo dov'era.

"Comunque io... io tengo a piacere a te... anche a te." gli confessai, tentando di non sembrare troppo incerto.

Silenzio.

Non un rumore, non un respiro.

Non si era mosso, non era nemmeno uscito dal bagno.

Feci per avvicinarmi, ma, come mossi il primo passo, lui spalancò la porta:"Dovresti starmi lontano."

"Cosa, perchè?"

HARRY'S POV

"Cosa, perchè?"

Mi tremava la voce. Non succedeva da anni, ormai, non potevo abbandonarmi adesso, non potevo piangere, davanti a lui poi.

Non ero debole.

Non sono debole.

"Perchè... io ti sto trattando malissimo, ma la verità è che tu ci sei già riuscito, Louis, tu mi piaci già."

Non dissi nessuna di queste parole.

Non ne ebbi l'opportunità, nè il coraggio, dato che il telefono mi squillò nella tasca:"Pronto? Ciao, Zay. Sì. Ok. Adesso arrivo. Ci vediamo." sillabai, apatico.

Ero sicuro che Louis stesse aspettando una risposta.

Ma io non ero pronto a dargliela.

Uscii, finalmente, da quella stanza infernale, con un nodo alla gola e gli occhi che bruciavano.

E mi augurai che Louis non avesse visto quell'unica lacrima che aveva solcato la mia guancia, quell'unico segno di debolezza.

polpetta time

Molto. Bene.

Anzi, molto bene un cazzo di tua madre, 'sta merda elettronica del mio telefono aveva eliminato più di QUATTROCENTO FOTTUTISSIME PAROLE spegnendosi alla cazzo di cane come al solito :)

Sono molto tranquilla

Molto

Pff

Cosa vi fa pensare che sia scazzata quanto Harry?

Dove ho ritrovato le parole perdute non lo so neanche io

Daro che ho una memoria degna di un criceto con l'Alzheimer

Ma sono tranquillissima

:)

Il Diavolo Veste Prada || Larry Stylinson (SOSPESA E DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora