Capitolo 15

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“Sei in ritardo” disse con gli occhi leggermente spalancati ed a bassa voce Louise in modo che la potessi sentire solo io, anche se eravamo gli unici nel camerino.

“Lo so, questa settimana non è stata proprio una delle migliori e mi sono svegliato tardi” dissi, mordendomi il labbro per nascondere un sorriso spontaneo che stava per uscire dalle mie labbra senza il mio consenso.

Mentivo. Avevo baciato Harry, anzi, Harry mi aveva baciato, era stata probabilmente la settimana migliore della mia esistenza.

“Se lo dici tu” disse, non fidandosi completamente, “Comunque Nick in questo periodo si vuole far perdonare ad ogni costo, oggi mi porta in un ristorante costosissimo, ti rendi con-”

“Nick hai detto?” chiesi perché, come mai tutti conoscevano Nick ma io no?

“Sì, ti ricordi di Nick? Il mio ragazzo? Dai, quello che era al pub quando è successo... vabbe, tu sai cosa” disse, probabilmente cercando di non farmi ricordare l'ospedale ed il resto, ma in quel momento non mi interessava più di tanto, volevo andare in fondo a quella storia.

“No, in realtà non so cosa” dissi con tono acido, perché il non sapere o il non ricordare mi stava facendo impazzire.

“Vabbe, finiamo qui prima che Styles e Malik si accorgano del tuo ritardo” disse, probabilmente capendo come mi sentivo e mettendomi velocemente della cipria e finendo col mettermi un leggero strato di mascara nero.

Appena finì corsi in fretta e furia dentro la sala dove quel giorno avremmo fatto i photoshoot e mi immischiai tra la gente, cercando di mascherare in qualche modo il mio ritardo ma sembrava che quel giorno la fortuna non fosse dalla mia parte, dato che Zayn si avvicinò pericolosamente a me insieme ad Harry. Quest'ultimo che non sembrava lo stesso ragazzo dolce e protettivo, oserei dire, del giorno prima, ma dal suo sguardo sembrava essere ritornato il ragazzo che ho conosciuto mesi prima, e questo non mi metteva per niente tranquillo.

“Tomlinson” mi salutò il moro a testa alta, come a marcare il fatto che era superiore e che io, in confronto a lui, non valevo niente.

“Malik” risposi a tono, facendo slalom tra la gente per arrivare al palchetto con lo sfondo e pavimento bianco e con qualche piccolo fiore rosa di cui non sapevo il nome sparso di qua e di la.

Mi tolsi l'accappatoio di seta che indossavo e la lasciai sulla sedia, girandomi e mettendomi di fronte a Brian che in quel momento mi stava sorridendo come per incoraggiarmi e, sotto la musica 'tropicale' di sottofondo, cominciammo a fare il photoshoot di quel giorno.

“Louis, sguardo fisso su di me” mi rimproverò il fotografo fermandosi un attimo per guardarmi leggermente male per poi ricominciare a scattare.

Ma non potevo fare a meno di distrarmi, erano successe così tante cose nell'ultimo periodo che le uniche volte in cui riesco ad essere concentrato sono probabilmente solo quando sto dormendo. Poi questa misteriosa apparizione di Nick non poteva che essere la ciliegina sulla torta. La mia mente era quasi completamente fissata sulla ragione per cui mi sono ritrovato in ospedale e tutti gli avvenimenti avvenuti che quasi mi stavo dimenticando di essere un modello di uno degli stilisti più conosciuti al mondo.

“Louis” mi richiamò Brian sbuffando, notando che mi ero di nuovo distratto.

“Scusa, davvero” dissi con tono e sguardo colpevole, cercando di fargli in qualche modo capire che mi sarei impegnato quella volta.

“No, facciamo una pausa” disse a tono alto così che tutti lo sentissero.

“Ma abbiamo appena iniziato” dissi tra me e me aggrottando le sopracciglia e scendendo dal palchetto.

Il Diavolo Veste Prada || Larry Stylinson (SOSPESA E DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora