Capitolo 8 ~ Parte 2

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LEGGETE L'AVVISO ALLA FINE.

Quando sentì delle mani posarsi ed in seguito stringere il mio sedere sgranai gli occhi, staccandomi di scatto e guardando sia Nick che Harry, entrambi che mi guardavano come se fossi pazzo. Non avevo ancora bevuto e già avevo le allucinazioni. Scossi la testa, sorridendo nervosamente ad entrambi e salutando dei ragazzi che erano seduti accanto a Nick nel tavolo.

“Chi paga il primo giro?!” urlò Lou per farsi sentire sopra la musica e sorridendo in seguito al suo ragazzo come per darsi la risposta da sola, facendo alzare gli occhi al cielo a lui.

“Okay, ho capito” disse ridacchiando ed estraendo dalla tasca il suo portafogli, sedendosi sul divano in pelle nero -da quel che potevo vedere dalle luci colorate che sparivano e venivano a tempo di musica-.

Harry si sedette a fianco a Nick e mi guardò come se volesse che mi sedessi accanto a lui. Guardai Lou e lei mi ammiccò, facendomi alzare gli occhi al cielo, ma mi sedetti comunque vicino al riccio mentre lei vicino ad un amico di Nick.

“Beh, penso che centocinquanta sterline di alcolici bastino per tutti noi, no?” disse ridendo e guardando il cameriere che prendeva l'ordine e spariva tra la massa di persone per andare al bancone.

“Vuoi qualcosa in particolare?” chiese il riccio guardandomi.

Mi girai verso di lui ed alzai un sopracciglio. Non riuscivo ancora a credere a quanto fosse cambiato, così tanto che ero quasi sicuro che stesse recitando solo per farmi sentire ancora più male di quel che già mi sentivo. Vedendo che non rispondevo posò una mano sulla mia coscia e la strinse leggermente, ma quel gesto mi fece sobbalzare e spostare la sua mano. Era stato come un riflesso, un modo per difendermi, ovvero allontanare il contatto con le persone. Sospirò quando capì che non volevo rivolgergli la parola, non per un motivo preciso. In realtà io ed Harry, da quando è successo quel fatto a casa sua e dalla scoperta del suo gemello, non abbiamo mai parlato seriamente da soli, in privato, siamo sempre stati circondati da parrucchiere, fotografi, amici, guardie del copro e quant'altro. Non voglio dire che io abbia voglia e sia pronto per una discussione con lui. Anzi, penso che stare in una stanza solo con lui farebbe impazzire entrambi, non so come od in che senso, ma so che succederebbe.

“Penso che il camiere abbia qualche problema con il portare gli alcolici, penso che andrò ad aiutarlo. Uh, Louis, verresti con me?” chiese Mick guardandomi mentre si alzava, facendomi alzare la testa di scatto e risvegliare dai miei pensieri.

“C-certo?” chiesi a mo' di domanda, confuso e leggermente sospettoso del fatto che l'avesse chiesto a me, nonostante nessuno nel tavolo stesse facendo niente di particolare.

Lou mi riservò uno sguardo strano che non riuscì a capire, ma riuscì ad identificare un pizzico di gelosia, pensai però che fosse solo l'ambiente in cui ero ed il fatto che la testa mi girasse un po'. Mi alzai e chiesi il permesso di passare alle persone con un po di fatica, al contrario di Nick che le spinse direttamente ed arrivò con facilità al bancone. Quando arrivai anche io mi sentì un po perso, non vedendo nessun cameriere con le bevande ma solo il ragazzo con un ghigno sul viso.

“Così tu sei il famoso Louis Tomlinson, vero?” chiese, domanda retorica, facendomi arrossire leggermente alla parola Famoso.

“Sì, ma non sono famoso” ridacchiai nervosamente e guardando alle mie spalle, dove Harry aveva trovato come controllarmi in qualche modo, e desiderando di tornare indietro, vicino a lui.

Beh, avrei dovuto farlo.

“Stai scherzando, spero? Sei il ragazzo più conosciuto, dopo Harry Styles, della Styles Company!” esclamò facendomi sgranare gli occhi, non credendo alle sue parole.

Il Diavolo Veste Prada || Larry Stylinson (SOSPESA E DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora