Capitolo 16

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Mi scuso già per l'immenso ritardo con cui ho pubblicato, e probabilmente molti di voi non si ricorderanno nemmeno il capitolo precedente....
PERTANTO, io che sono dolce e premurosa, vi farò un BREVISSIMO riassuntino❤❤
Harleen e Joker sono evasi dall'Arkham dopo essersi ricongiunti e siccome Harleen è stata ferita da un colpo di proiettile, J l'ha portata a casa sua e l'ha fasciata.
Qui i due hanno tranquillamente fatto cose IMMAGINABILI e Harleen ha conosciuto lo scagnozzo fidato di J, Fitz.
Infine, la mattina dopo Harl si alza con dei dolori atroci nella parte bassa della pancia (dove ci sono più o meno le ovaie, per intenderci), causati dal fatto che J è stato un po' troppo irruento nei suoi movimenti da maschione che vuole fare cose....
DETTO QUESTO, BUONA LETTURA❤❤
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"Resti qui?" gli domando soffiando lievemente sulla superficie del caffè scottante.
"No, ho delle faccende da sbrigare" afferma scuotendo lentamente il capo, liberando un forte odore di shampoo alla menta a causa dei capelli bagnati.
"Oh si, tanto anch'io avevo da fare" mento facendo spallucce.
"Non ne dubito" dice sarcastico prima di allontanarsi con uno scatto e sparire oltre la porta.
Continuo a sorseggiare la bevanda che dovrebbe svegliarmi, mentre le fitte non hanno intenzione di cessare e guardo fuori dall'ampia finestrata per distrarmi.
Gotham è così bella vista da quassù... bagnata, come d'abitudine, da una lieve pioviggine che cade vellutata sulle strade, facendo nascere il rischio di esilaranti sbandate con l'auto da parte degli inetti che abitano la città.
Sono tutti così piccoli, così insignificanti. Credono di poter salvare il mondo, o per lo meno di rendere la  città un posto migliore, ma sono soltanto degli illusi con desideri futili e privi di realizzazione.
Ora capisco perché a Joker piace quest'appartamento, ti fa sentire così potente... così superiore da farti pensare di poterli annientare uno ad uno senza il minimo sforzo.
"Biondina, spiacente interromperla ma dovrebbe prendere questo..." dice l'uomo di cui francamente non ricordo il nome, porgendomi una scatoletta.
"Molto gentile" rispondo afferrando l'oggetto in questione e dirigendomi rapidamente verso una mensola per cercare un bicchiere.
"Ultimo scaffale a destra" mi informa intuendo le mie intenzioni.
"Ci sarei arrivata da sola" intervengo infastidita.
"Ti ho facilitato la cosa" si giustifica passandomi una pastiglia.
"Mi dia pure del lei signor...." gli impongo prendendola prepotentemente.
"Fitz" afferma alzando un sopracciglio.
Pongo titubante la capsulina in bocca, prima di bere rapidamente un sorso d'acqua per farla scivolare giù.
Ho sempre odiato prenderle, da piccola credevo che si potessero bloccare nella gola facendoti soffocare.
"Lei sarebbe una specie di..." mi domanda gesticolando lievemente.
"Non sono una puttana, se è questo che pensi" lo interrompo poggiando il bicchiere sul piano della cucina.
"Meno sai, meglio è" sussurro enigmatica percorrendo lievemente con il dito il bordo del marmo, per poi dirigermi ridacchiando in salotto.
"Tra lei e Mister J c'è..." comincia a chiedermi seguendomi, mentre mi siedo comodamente sul soffice tessuto del divano.
"Perché non lo domandi a lui" lo interrompo alzando gli occhi al cielo e posizionando le mani sul ventre dolorante.
"Non mi darebbe risposte esaurienti" mi confessa tirando fuori dalla tasca dei pantaloni rovinati un pacchetto ammaccato di sigarette.
"Io si invece" dico sarcastica allungando la mano sottile per farmene porgere una.
"La tua voglia di sviare i discorsi spiega molte cose" afferma lanciandomela insieme all'accendino.
"Delicato" commento ironica sorridendo beffardamente.
"È complicato cosa c'è tra noi... sempre che qualcosa ci sia" rispondo avvicinando accuratamente l'estremità della sigaretta alla piccola fiamma.
"J non aveva a che fare con 'cose complicate' da parecchio tempo" mi rivela guardandosi la punta delle vecchie scarpe.
"Sai per che ora torna?" gli domando per poi aspirare avidamente il tabacco.
"Doveva solo organizzare il colpo di stasera. Molto presto" mi informa mentre i bordi della cartina che riveste la sigaretta si consumano sotto l'effetto del fuoco.
"A volte è un po' troppo... impulsivo" affermo guardando pensierosa la sigaretta tra le dita, dopo svariati minuti di silenzio.
"Irritante a tratti" aggiungo con aria risoluta.
"A dire il vero non so perché io lo ami, siccome mi sta realmente sui nervi la maggior parte delle volte... o forse è solo una mia impressione" termino notato l'espressione lievemente preoccupata sul volto di Fitz.
"Sappi che la cosa è reciproca, mia cara" esordisce una voce roca dietro di me, per poi percepire la sua figura sul retro del divano.
"Potresti lasciarci da soli?" ordina all'uomo che sto supplicando con lo sguardo di non dargli ascolto, ma lui si congeda rapidamente.
"Irritante?" mi domanda serrando la mascella e facendo il giro del sofà in modo da arrivarmi davanti.
"Nel senso più buono che ci sia" mi giustifico sorridendo dolcemente.
"Hai voglia di scherzare?" dice schiacciando rapidamente le mie guance tra il pollice e le restanti dita della sua mano, mentre io socchiudo gli occhi per il piccolo spavento.
"Perché io si" sussurra a pochi millimetri dal mio orecchio.
"J dai, non ero seria" dico a stento indietreggiando fino ad affondare completamente il dorso sullo schienale del divano.
Ringhia sonoramente, prendendomi brutalmente da sotto le gambe per alzarmi, mentre cerco invano di divincolarmi.
"Adesso ci divertiamo" ghigna buttandomi inerme sul letto e gattonando sopra di me.
"Cosa vuoi fare? Punirmi?" chiedo scettica mentre premo le mani contro il suo petto per tenerlo il più distante possibile.
"Il male che avevi oggi non è niente in confronto a quello che avrai domani" ride afferrandomi con uno scatto i polsi, per poi inchiodarli al materasso sotto di noi.
Inizia a baciarmi avidamente il collo, stringendo talvolta tra i denti perlacei alcuni pezzi di pelle soffice.
"Lasciami" dico stringdendo i denti e cercando di svincolare dalla sua presa, che però è troppo salda.
"Sei stata una bimba cattiva" sussurra lasciando per qualche secondo il mio polso destro, ma andando a pressare con il pollice la ferita ancora aperta e fasciata accuratamente la sera prima.
Urlo. Stavolta non esiste del piacere, soltanto uno straziante ed insopportabile dolore che provoca qualche lacrima.
Lui prontamente poggia le labbra su di esse per asciugarle, baciando in seguito le mie clavicole.
"J non ce la faccio ora" dico con voce spezzata.
"Credi di impietosirmi?" mi domanda irritato, consapevole del fatto che ho un potere non indifferente su di lui.
"Ti prego..." sussurro appoggiando delicatamente le esili mani che ha precedentemente lasciato sulle sue pallide guance.
"...ti prego" ripeto non trovando altro da dire.
Dopo svariati minuti di estrema indecisione, serra la mascella, per poi alzarsi velocemente e sedersi sulla poltrona in pelle rivolta verso una Gotham estremamente frenetica.
Rimango a guardarlo seduta sul letto.
Ha le labbra, d'un rosso innaturale, socchiuse, quasi abbia paura di non riuscire più a respirare, mentre guarda disgustato la città davanti a se.
Mi dirigo verso di lui, rannicchiandomi  infine sulle sue gambe in modo tale da appoggiare la testa sul suo petto incandescente.
Immediatamente sento il suo braccio muscoloso cingermi la schiena così che io mi possa appoggiare più agevolmente.
"Non le penso davvero quelle cose" lo rassicuro dolcemente, mentre con l'unghia dipinta di nero disegno del lievi cerchi sui suoi pettorali.
"Mia cara, del tuo pensiero non mi importa poi così tanto" sputa cominciando a ticchettare con l'indice della mano sulla mia natica destra.
"Si può sapere qual è il tuo problema?" gli domando irruentemente alzando con uno scatto la testa per guardarlo negli occhi.
"Moltissimi idioti pensano quelle cose, non mi stupisce che lo faccia anche tu" afferma con una semplicità spiazzante, probabilmente consapevole dell'ingiusto affronto che mi ha rivolto.
"Dovrei essere un'idiota?" sbotto spalancando gli occhi.
"Credo che dovresti pensare bene a ciò che dici" afferma risoluto afferrando un sigaro dal tavolino di cristallo vicino alla poltrona.
Resto qualche minuto in silenzio, lasciandomi tranquillizzare dal suo battito del cuore regolare e dal tepore causato dal suo corpo.
"Forse hai ragione" mi rassegno infine sospirando.
Non ho nessuna voglia di discutere ora, desidero solamente godermi questo raro momento in cui mi consente di stargli così vicino da riuscire a percepire l'odore inconfondibile del suo profumo.

🦄SPAZIO UNICORNOSO ME🦄
Ommioddio ce l'ho fatta, NON VE LO SARESTE MAI ASPETTATO EH?! Lo so che ormai mi davate per dispersa, ma eccomi
Non succede niente di che in questo capitolo, lo ammetto, ma comunque boh, sono più o meno soddisfatta.
Spero di riuscire ad aggiornare prima per il prossimo, cercherò di scrivere tanto in questi giorni e presto arriverà anche l'aggiornamento della storia Jargot che giogiotaba02 aspetta tanto per vedere lei ed Harry insieme❤❤
E niente, fatemi sapere con commenti e stelline se il capitolo vi è piaciuto, ci vediamo al prossimo aggiornamento❤❤
Un bacio,
La vostra Caro

My heart scares you? ~Harleen&JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora