❖Capitolo 6

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"Starò via soltanto per due giorni, per l'amor del cielo" esclamo mentre trascino svogliatamente la mia piccola valigia fino alla porta.
Non ho la più pallida idea di cosa sia successo la scorsa notte, quando mi sono svegliata ero nel mio letto e del clown non c'era traccia, mentre Ivy era in cucina a preparare una delle sue solite colazioni tipiche di quando devo partire.
"Hai preso tutto?" mi domanda ansiosa lanciandomi delle occhiatine.
"Si mammina" rispondo cantilenando mentre prendo la piccola borsetta che pochi secondi prima era appoggiata sul tavolino del salotto, dove giace ancora il fascicolo del clown che decido afferrare.
"Oh no, questo lo lasci qui" dice prendendomi l'oggetto in questione dalle mani.
"Devi riposarti Harleen" aggiunge sorridendo premurosamente.
"Sarà difficile stando nella stessa casa con mia sorella e mia madre" sospiro alzando gli occhi al cielo.
"Quindi se vuoi veramente che mi rilassi, dammi quel fascicolo" concludo sfilandoglielo agilmente.
"1-0 per Harleen" esclama rassegnandosi.
"Non avevo dubbi" rispondo sorridendo e prendendo in mano la valigia.
"Ci vediamo tra due giorni, non mandare a fuoco niente" la salutò chiudendo successivamente la porta e scendendo velocemente le scale, restando bloccata di colpo nel vedere la sua Lamborghini viola parcheggiata davanti al portone.
"Cosa ci fai... non puoi stare qui" affermo sussurrando per non attirare troppo l'attenzione, andando verso di lui.
"Mi sembra di avere un Déjà vu" commenta sorridendo ampiamente e prendendomi di mano le valige.
"Sbighiamoci" suggerisco aprendo la portiera e sedendomi sul comodo sedile in pelle bianca.
Subito un forte profumo di polvere da sparo misto a sangue mi invade.
Il suo caratteristico profumo che per quanto possa essere sadico, comincia a piacermi.
"L'aeroporto dovrebbe essere di qua" dico indicando la tangenziale alla nostra destra, ma lui svolta dalla parte opposta.
"Non andiamo con un aereo" risponde ingranando la marcia e accelerando.
"Come no" dico contrariata mentre le mie unghie affondano nella parte inferiore del sedile e comincio ad irrigidirmi.
Non ho mai amato la velocità, a dire il vero la odio totalmente.
Non poter identificare gli oggetti, non riuscire a capire a cosa stai andando incontro, mi fa sentire impotente e di conseguenza mi mette un'ansia terribile.
"Jet privato mia cara" afferma voltandosi per qualche secondo verso il mio viso fisso sulla strada davanti a noi.
"Potresti rallentare?" gli domando deglutendo sonoramente.
"Sento odore di terrore" canticchia psicopaticamente.
"Non ho paura, è solo che non abbiamo fretta" rispondo mentre lo guardo apatica.
Sul suo viso giace perennemente quel sorriso che sfoggia in qualsiasi occasione, che può voler significare sia "mi stai simpatico, ti risparmio", che "oh, ti sei messo contro la persona sbagliata".
"È poco professionale fissare i propri pazienti con quell'aria" commenta notando che forse lo sto scrutando per un periodo troppo prolungato.
"Oh, fidanzatino mio, scusami tanto" mugugno fintamente dispiaciuta.
Cerco di non badare alla velocità con cui sta andando, afferrando il suo fascicolo dalla borsa e aprendolo per distrarmi un po'.
Più passano i giorni, più la sua storia diventa interessante, più io non posso fare a meno di leggerla.
"Quella si chiama dipendenza" commenta notando che ancora una volta sono totalmente presa dalle parole scritte sulla carta ormai ingiallita a causa del tempo.
"Sshh" rispondo velocemente cercando di non perdere il segno.
"Chi è Jeannie?" gli chiedo staccando gli occhi dal foglio dopo alcuni minuti di accurate analisi.
"Quel nome non c'è scritto lì" tuona serio mentre mi rivolge un rapido sguardo.
"Le iniziali dei nomi propri scritti sulla pagina formano questo nome" gli spiego soddisfatta.
È evidente che sia qualcuno di importante, non farebbe così se non volesse soltanto dimenticarla.
"Allora?" lo incito con un movimento repentino del capo.
"Non ti riguarda" risponde velocemente.
"Devo psicanalizzarti"
"Non è importante"
"Se lo nascondi lo è"
"Non nascondo niente"
"Invece si"
"Basta" urla digrignando i denti e sbattendo con forza le mani sul volante.
"Senti biondina, sei irritante e un po' troppo curiosa" mi riprovera sorridendo nella mia direzione, per poi tornare improvvisamente serio e voltarsi nuovamente per guardare la strada accompagnato da un ringhio.
Torno silenziosamente a leggere il fascicolo, so quanto possa essere pericoloso, ma non ho veramente paura. Credo solo che se lo provoco ancora potrebbe esplodere, dato il suo costante comportamento da mina vagante pronta a distruggere tutto ciò che gli capita sottomano.
"Pagliaccio principe del crimine, re delle rivincite, il giullare del genocidio?" recito ridacchiando e leggendo ad alta voce in che modo si sia autoproclamato.
Improvvisamente inchioda, provocando un'acuto stridio delle gomme mentre cerco di evitare che la mia testa sbatta contro il cruscotto dell'auto.
Non faccio in tempo a chiedergli che diamine gli è preso che una forte presa sul collo mi sbatte sul finestrino che fortunatamente non si rompe, mentre riesco solo ad osservare i suoi occhi glaciali che potrebbero saltare fuori dalle orbite da un momento all'altro.
Comincio ad agitarmi mentre con le mani provo a staccare ripetutamente la sua mano dal mio collo, ma senza troppi risultati, mente prendo a piccole dosi il poco ossigeno che riesce a passare attraverso la gola.
Dopo alcuni secondi percepisco la testa pulsare. È così che morirò? Per una parola di troppo che potevo anche risparmiarmi?
Non sapendo ormai più cosa fare prendo un ultimo piccolo respiro e afferro la sua mano libera appoggiata di fianco alla mia testa sul vetro, guardandolo con le lacrime agli occhi.
Non può lasciarmi morire così, non può uccidermi.
Maledizione a me e al giorno in cui ho deciso di averci a che fare.
Dopo il mio gesto, i suoi occhi si distolgono ripetutamente dal mio viso, quasi volesse rifiutarsi di vedere cosa stava facendo per non rendersene realmente conto.
Percepisco che una piccola parte di lui non vuole, non può e non deve porre fine così alla mia vita, pertanto tento con la mano destra di indirizzare il suo viso che ora è girato lievemente di lato nella mia direzione, per fargli incontrare i miei occhi supplichevoli.
Proprio quando sto per chiudergli ormai in preda alla rassegnazione e al panico che ormai è inutile dimostrare, stacca velocemente la presa, lasciandomi cadere stremata sul sedile.
Immediatamente lunghi respiri profondi e affannosi prendono il posto del silenzio spiazzante presente nell'auto, mentre lui schiaccia l'acceleratore per farla ripartire.

🦄SPAZIO UNICORNOSO ME🦄
E fu così che Carola dopo un luuuungo periodo di assenza cominciò a postare tutti i giorni...
Sih, ehm, non fate domande, sono ispirata ultimamente
ALLUUUURRAAH, SCRIVETEMI COSA NE PENSATE NEI COMMENTI PERCHÉ NON HO NIENTE DA FARE E POTREMMO PARLARNE UN PO', FATEMI SAPERE CON LE STELLINE SE VI È PIACIUTO E, CI VEDIAMO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTOO❤🦄🦄❤

My heart scares you? ~Harleen&JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora