Capitolo 22

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SCUSATE PER IL RITARDO MA L'IMPORTANTE È CHE IO ABBIA AGGIORNATO, spero che non vi siate dimenticati le fila della storia.....
BUONA LETTURA E SCUSATE ANCORAAAA
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"Ricordami perché sono qui" sentenzio accavallando velocemente le gambe toniche.
"Ha bisogno di cure mediche, lei è pazza" ribatte l'uomo sulla trentina seduto dall'altro capo dell'unico tavolo in ferro presente nella stanza.
"Qualcosa che già non so?" sbuffo roteando gli occhi vispi.
"Perché l'ha fatto" mi domanda ignorando completamente la mia richiesta.
"Che cosa" dico contrariata scuotendo lievemente la testa divertita.
"Perché uccidere" precisa schiarendosi nervosamente la voce grave.
Rimango in silenzio a guardare la pioggia lieve che si posa come di suo solito sui tetti dei grattacieli intravisti dalla finestrella della piccola camera.
Più volte mi ero domandata perché la gente uccide, cosa ci trova di così elettrizzante nel farlo.
La verità è che non puoi apprendere a pieno il motivo per cui un assassino seriale diventa tale, finché non lo sperimenti tu stesso.
E in seguito a quell'avvenimento era come se tutti i misteri celati dietro agli omicidi del clown avessero avuto un senso, tutto si incastrava come un'enorme puzzle creato dalla sua mente malata per soddisfare un suo bisogno, una sua esigenza, una sua mancanza.
"Lei sa cosa si prova?" gli domando a mia volta guardandolo cupa.
"Non è autorizzata a farmi domande personali" tuona dopo qualche secondo, puntando ferocemente un dito nella mia direzione.
"Hai tutto quel peso represso dentro di te... cosa nascondi" cantileno sorridendo vittoriosamente.
"Tu.... sei solo una sociopatica di primo grado, una pazza scatenata, una mina vagante!" sbraita rabbioso alzandosi con uno scatto dalla sedia.
Rido di gusto.
"Può darsi" lo assecondo passando rapidamente la lingua sulla superficie perlacea dei miei denti.
"Mi sa che la seduta è finita" sorrido indicando l'orologio malandato appeso al muro con un chiodo di fortuna.
"Si, vada" mi asseconda spazientito puntando il dito retto con un segno di stizza contro la porta.

*una settimana prima*
Ho sempre amato guardare l'asfalto battuto incessantemente dalla pioggia.
Aiuta a pensare, e in qualche modo mi ricorda Gotham. Chissà come si staranno sentendo i cittadini, ora che Joker non è in città e più nessuno starà sfrecciando con la sua Lamborghini nelle vie strette e umide ricoperte di omertà.
Qualcosa mi dice che a nessuno stia mancando la sua risata malata che rieccheggiava nella notte.
Il ticchettio costante delle gocce di pioggia sul parabrezza calma il mio ritmo cardiaco.
Ormai sono dentro a quell'inferno di ospedale da un'ora, staranno facendo gli ultimi accertamenti.
Perché l'idea che Melissa torni a casa mi turba così tanto? Ma soprattutto, perché una parte di me avrebbe preferito che ci avesse rimesso la vita in quell'incidente?
Sto impazzendo, colpa del clown.
Non devo, non voglio, non posso e non diventerò mai come ciò che è diventato lui.
Sono sola qua dentro da troppo tempo, devo prendere aria.
Apro la portiera lentamente, uscendo dall'auto metallizzata.
Subito la pioggia si posa adagio sui miei vestiti, ricoprendomi completamente in pochi secondi, ma non mi importa molto.
Sai, dovresti ucciderla
Guardo assente l'autostrada davanti a me.
Ti libereresti di lei per sempre
Serro la mascella, portandomi una mano esile alle tempie.
Non opporti, tanto è inutile
Un fischio potente nelle orecchie, la voce parla incessante nella mia mente, mentre cerco di appoggiarmi ad un lampione vicino.
Mostro
Mi accascio sull'asfalto, la testa non smette di girare.
Sei un mostro
"Non è vero!" urlo a me stessa sgranando gli occhi.
Guardati, cosa ti sta succedendo
Premo forte la testa nelle mani, non riesco a controllarla.
Stai diventando un'assassina
"Non ho ucciso nessuno" dico spazientita alzando la testa per guardarmi intorno.
Il clown dovrebbe stare attento
"Sta zitta" tuono in preda al panico, affondando il capo nelle gambe.
"Harleen!" percepisco la voce roca dell'uomo dai capelli verdi, mentre alzo lo sguardo stralunato.
"Cosa ci fai qui" dice squadrandomi contrariato.
Schiudo le labbra per parlare, ma riesco soltanto a guardarmi intorno disturbata.
"Harl" sussurra preoccupata Melissa, camminando lentamente nella nostra direzione seguita da mia madre.
"Stai bene?" mi domanda poi, spostando premurosamente l'ombrello scuro sulla testa del clown.
Li guardo assorta, i rumori sono ovattati, le figure sfocate, la testa mi pulsa tremendamente.
"Portiamola in macchina" sussurra lei appoggiando delicatamente una mano sulla spalla dell'uomo.
Sgrano improvvisamente gli occhi, mettendo finalmente a fuoco la mano curata di lei appoggiata dove non dovrebbe poggiarsi.
Uccidila
Mi lancio urlando nella sua direzione, allungando le braccia esili per afferrarle il collo slanciato.
Ma quasi come se avesse già previsto la furia esplosiva che quel gesto avrebbe previsto, il clown si interpone tra me e lei, afferrandomi per il bacino e tentando di fermarmi.
"Non devi toccarlo!" urlo fuori di me serrando i denti perlacei.
"Harleen sta calma, non è successo niente" dice preoccupata la donna sulla quarantina, muovendo qualche passo verso Melissa.
"La proteggi" sentenzio voltandomi di scatto verso il volto del clown.
"Proteggo te dal fare una cosa che rimpiangeresti" sussurra serio, fissando gli occhi glaciali nei miei.
Sbatto più volte le palpebre, confusa.
Cosa mi sta succedendo.
Sto impazzendo. Sono fuori come un balcone.
"Okay" dico piano, appoggiando la testa frastornata sul suo petto.

Sbatto più volte gli occhi, prendendo una grande quantità d'aria col naso ed inspirando.
L'urlo acuto di Melissa risuona ancora nelle mie orecchie, reduce dall'incubo di qualche secondo fa.
Volto la testa verso la mia destra, notando immediatamente i capelli verdi del clown seduto sul bordo del letto con la testa fra le mani.
Striscio silenziosamente verso di lui, avvolgendo le braccia intorno al suo bacino e appoggiando il capo sul suo cuscino, profumato di menta.
"Sono voci" sussurra poi dopo qualche minuto.
"Come?" gli domando senza intendere.
"Quelle nella tua testa" specifica alzando lo sguardo verso il mio viso.
Avevo sperato fosse stato soltanto un brutto sogno, quello del parcheggio.
Rimango in silenzio, mentre lui attende una mia risposta.
Poi sospira, portando la mano candida e venosa suoi miei capelli.
"Non le devi ascoltare quelle voci" ridacchia disperato, implorandomi con lo sguardo di dargli ascolto.
"Melissa sta bene?" gli domando dopo un paio di minuti.
"Un po' frastornata" risponde lasciandosi andare sul materasso.
"Mi dispiace tanto"
"Non è colpa tua" ribatte immediatamente, incupendosi.
"Tu sai cosa sono?" gli chiedo d'istinto, guardandolo sconsolata negli occhi impenetrabili.
"Le voci" specifico dopo una manciata di secondi.
"Si" risponde semplicemente serrando la mascella turbato.
"Perché non devo ascoltarle?" gli domando incuriosita, mentre lui afferra delicatamente le mie braccia serrate intorno alla sua vita per dividerle.
"Non farlo e basta" sospira stendendosi sul materasso.
"Smetterai di chiedertelo quando saprai che è la cosa più giusta da fare" aggiunge portando le mani sotto il capo.
"Dovrei andare da uno psicologo?" gli chiedo ulteriormente preoccupata, scivolando di fianco al suo viso.
"Assurdo" prorompe una risata che riecheggia nella stanza.
"Anche tu le sentivi?"
"Basta con le domande" afferma stizzito.
"Vivi e lascia vivere" sorride guardando il soffitto.
"Con quello che mi dicono non so se qualcuno vivrà ancora per molto" sussurro con gli occhi sbarrati verso la parete di fianco a noi.
Si volta di scatto facendo sparire il sorrisino sulle labbra, come risvegliato da quella sorta di aria noncurante e frivola di cui si era circondato.
"Se le ascolti, dovrai portarti avanti un fardello che non riuscirai mai ad accettare" mi avverte cupo, osservandomi a fondo negli occhi.

SPAZIO AUTRICE
RAGAZZI non mi sembra vero di ave aggiornato.
MI SCUSO, STRA SCUSO, IPER SCUSO per non aver aggiornato da AGOSTO.
Se molti di voi non si ricorderanno più niente della storia (cosa plausibile dati i miei tempi di pubblicazione) VI CONSIGLIO DI RILEGGERE ALMENO IL CAPITOO PRECEDENTE.
Scusate ancora per il ritardo ma cercherò di darmi una mossa, il ritorno a scuola è stato traumatico e sono piena di compiti, impegni, verifiche e chi più ne ha più ne metta.
FATEMI SAPERE NEI COMMENTI SE IL CAPITOLO VI È PIACIUTO, ci vediamo al prossimo aggiornamento!
Baci,
Caro

My heart scares you? ~Harleen&JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora