Capitolo 14

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IMPORTANTE: HO PUBBLICATO LA STORIA JARGOTTTT, VOLATE A LEGGERLA E DITEMI CON COMMENTI E STELLINE CHE NE PENSATE, per me è molto importante
Detto ciò, buona letturaa💋💋
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Il mio respiro comincia a farsi irregolare, mentre tiro su un paio di volte con il naso e stringo i denti per tenere a bada le lacrime.
"Ho bisogno di parlare con te" sibila aprendo lievemente gli occhi.
"Non abbiamo niente di cui parlare" rispondo freddamente alzando lievemente la testa.
"Ho bisogno solo..." inizia a dire, deglutendo sonoramente.
"... per qualche minuto, di riparlare con te" sussurra mentre sbatte ripetutamente le palpebre nel tentativo di far riassorbire il velo trasparente che ricopre la sua pupilla.
"Poi mi lascerai in pace?" gli domando spezzando sfortunatamente la voce sull'ultima parola.
Ed ecco che il tentativo di rimanere indifferente va a puttane.
"Si" risponde serrando la mascella, con un filo di delusione negli occhi.
"Quello schiaffo..." comincia a dire guardandosi intorno.
"Non voglio parlare di quella notte" rispondo rimanendo con lo sguardo fisso su di lui mentre mi asciugo rapidamente l'unica lacrima che è riuscita a scappare.
"Io invece si" mi contraria immediatamente.
"Per fare cosa? Ribadire il fatto che non mi vuoi più vedere? Per ripetermi che non conto niente, che non faccio parte dei tuoi piani?!" comincio a chiedergli sentendo lentamente sopraggiungere la rabbia.
"Mh?!.... per dirmi che non sono altro che la tua psicologa?!" gli domando alzando la voce in un impeto di rabbia.
"Per dirti che mi dispiace!" urla sbattendo con forza il piede a terra.
"Porca puttana" sussurra sospirando, mentre lo guardo totalmente esterrefatta.
Gli dispiace?
Mi alzo velocemente dalla sedia per poi aprire con tutta la mia forza la porta della cella ed uscire dalla stanza sotto lo sguardo interrogatorio della guardia.
"Tutto ben..." comincia a chiedermi l'uomo, allungando un braccio nella mia direzione.
"Si.... si, torno tra poco" lo interrompo camminando in modo svelto verso il bagno.
Avevo bisogno di uscire, di prendere un po' d'aria che non fosse colma di tensione e pericolosi sensi di colpa.
Non voglio cedere, mi sono ripromessa che fa parte del mio passato e non devo permettergli di fare irruzione nuovamente nella mia vita.
Tanto non cambierà mai, sarà sempre un giro continuo di litigi e pianti.
E se le sue scuse fossero false? Se fosse stata tutta una messa in scena perché gli servo a qualcosa?
Un forte rumore che riecheggia nel corridoio mi immobilizza, facendomi voltare verso la cella da dove provengo.
"Harleen! Non te ne andare!" percepisco urlare dal clown che sta cercando di divincolarsi dalle braccia muscolose della guardia.
"Ti prego torna qui, ho detto che mi dispiace!" aggiunge opponendo resistenza.
Riesco solo a guardarlo, immobile.
Per la prima volta mi ritrovo in una di quelle situazioni in cui non so minimamente cosa fare.
Non avere tutto sotto controllo, lasciare che il mio cuore abbia voce in capitolo, sono cose che raramente succedono.
"Harleen io..."
"E lasciami!" urla spazientito cercando in tutti i modi di colpire l'uomo.
"...ti amo!" dice per l'ultima volta, prima di essere spinto con forza dentro la stanza.
Per qualche secondo rimango senza fiato. L'ha detto? Oppure ho sentito male io?
Comincio a sorridere compulsivamente, mentre, per quella che mi sembra la migliardesima volta nel giro di una settimana, i miei occhi vengono ricoperti da una patina strasparente.
Ma ora non posso tornare là dentro. Sono certa che non riuscirei a resistere dal volerlo baciare, e questo potrebbe essere un problema visto e considerato che è pieno di telecamere.
Non che il fatto che abbia gridato "ti amo" nel bel mezzo del corridoio non sia un problema, ma si può facilmente risolvere con la retorica frase "è pazzo ed imbottito di pillole, non sa quello che dice".
Mi avvio a passo svelto verso il bagno per darmi una rinfrescata e riprendere possesso delle mie emozioni.
Ci sono innumerevoli intoppi nel nostro rapporto che, a dire il vero, potrebbe essere paragonato ad una diga piena di faglie.
Ma chissà come e per quale oscura ragione ci tiene uniti, facendoci ricorrere l'uno all'altro per tirare avanti.
"Dottoressa Quinzel.... dottoressa Quinzel, si fermi, c'è un estremo bisogno di lei!" mi chiama la mia segretaria, rincorrendomi per stare al mio passo svelto.
"Non ho tempo ora" la congedo continuando a marciare.
"La prego, è importantissimo che lei venga, o succederà un disastro" mi prega una volta avermi raggiunta, afferrandomi saldamente il braccio e guardandomi supplichevole.
"Di cosa si tratta" le domando fermamente.
"Mi segua" afferma correndo dalla parte opposta alla direzione che avevo preso.
Faccio come ha detto, mentre nella nostra folle corsa contro l'ignoto mi imbatto nuovamente davanti alla cella del clown, la quale rivela la sua figura avente numerosi lividi che continua a dimenarsi per tentare di sfuggire alla stretta presa della guardia.
Ho una voglia incontrollabile di abbandonare tutto ed aiutarlo irreparabilmente, per poi scappare e non farmi più vedere.
Ma sfortunatamente questi soldi mi servono ora più che mai, siccome voglio dare il mio contributo per la crescita della piccola Rose che Ivy tra poche settimane metterà al mondo.
"È lì" mi indica la ragazza fermandosi improvvisamente, mentre io mi avvicino lentamente alla cella in questione, davanti alla quale sono presenti numerose guardie immobili.
"Fermi o vi freddo tutti!" sento urlare da una voce tipicamente femminile, mentre mi infilo in mezzo agli omoni per arrivare in prima fila.
"Tu! Non ti muovere. Getta l'arma" consiglia ad uno di loro che probabilmente ha fatto il grave errore di avvicinare la mano alla pistola posizionata nell'apposita custodia.
"Mi dispiace interrompere il tuo stupendo spettacolino, ma ora getta tu quella roba" affermo posizionandomi davanti all'entrata, guardando la ragazza dalle sembianze di un gatto fissa negli occhi.
"Chi sei tu per dirmi cosa devo fare" mi contraria sorridendo.
"Non costringermi a venire li, gattina senza pelo" la minaccio incrociando le braccia al petto.
"Ora si che sono impaurita da una troietta in camice bianco" mugugna continuando a puntare l'arma nella mia direzione.
"Fai un passo e ti sparo dritto in mezzo agli occhi" dice minacciosamente.
"Disse la micetta con la pistola a salve" ridacchio indicando l'oggetto in questione con il dito.
"È un dissuasore acustico, deficiente" esclamo avvicinandomi velocemente a lei e premendo il pulsantino per far scattare il taiser, il quale le piomba addosso immobilizzandola a terra.
"E voi, siete un branco i imbecilli. Estremamente patetici! Non sapete riconoscere un dissuasore da una pistola, eppure siete delle guardie. Imparate a fare il vostro lavoro, invece di venire a disturbare me" dico irritata lanciando l'oggetto che avevo in mano per terra ed uscendo a passo svelto dalla cella, sotto lo sguardo di tutti.
Ora il mio unico pensiero è J. Devo accertarmi che stia bene, e questi non hanno fatto altro che farmi perdere tempo.
Al diavolo rischiarisi le idee, la decisione giusta è quella più istintiva.

🦄SPAZIO UNICORNOSO ME🦄
Zao amori miei, è la me del futuro che vi parla
NON SO QUANTI ARRIVANO REALMENTE FINO QUI, MA SE NON LO LEGGETE MAI, VI PERDETE UN SACCO DI COSUCCE OGGETTO DI SCLERO.
Sto scrivendo ciò di sera, voi lo leggerete domani al pomeriggio, MUAHAHAHA, ben due capitoli incombono su di voi, IN QUANTO HO PUBBLICATO LA NUOVA STORIA JARGOOOOTT, VOLATE A LEGGERLA❤❤❤❤❤❤
Detto questo, JARED VERRÀ IN ITALIAAAAAAAAH, CRISTO CRISTO CRISTO.
FATEMI SAPERE, COME SEMPRE, CON COMMENTI E STELLINE COSA NE PENSATE DEL CAPITOLO, CI VEDIAMOOO❤🦄🦄❤
Xoxo, Caro💘

My heart scares you? ~Harleen&JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora