Capitolo 21

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⚠️Prima di leggere:
- mi piacerebbe molto sapere il vostro parere serio su se vi piace la storia e cosa vorreste leggere, insomma avere uno scambio di pareri (scusate il giro di parole)
- scusatemi se vi ho fatto aspettare così tanto per il capitolo, ma cercherò di aggiornare con più regolarità
- buona lettura!
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Mi limo indisturbata le lunghe unghie decorate da quel che rimane del mio smalto nero.
Cat è tornata in cella, non aveva voglia di sorbirsi le grida dei pazzi furiosi presenti nella sala ricreazione.
"Ciao splendore, sono Jerome" non tarda a presentarsi lo sfacciato ragazzo dai capelli rossi che la gatta mi aveva fatto notare in precedenza.
Sapevo che prima o poi saremmo entrati in contatto, sono stranamente incline ad attirare i folli.
"Sloggia, novellino" rispondo disinteressata senza nemmeno alzare la testa.
"Volevo solo essere gentile!" si giustifica sorridendo.
"E dimmi... come mai sei qui?" aggiunge appoggiando il dito indice al labbro carnoso, incuriosito.
Sospiro, per poi distrarmi dal mio passatempo e rivolgere lo sguardo sul suo viso.
"Ho ucciso una persona..." comincio a dire, riflettendo per qualche secondo sull'aggettivo migliore da poterle affibbiare.
"...fastidiosa. Ha avuto ciò che meritava"
"Io ho accoltellato mia madre" confessa ridacchiando lievemente.
"Ripetutamente" aggiunge alzando le sopracciglia.
"Era divertente!"
"Non sei sorpresa?" mi domanda dopo qualche secondo leggermente deluso, convinto che la sua fosse una storia da scrivere in prima pagina su tutti i giornali di Gotham.
"Ero abituata a cose peggiori" affermo roteando gli occhi a causa della sua ingenuità.
"Oooh, capisco... tu devi essere la donna del Joker, non è così?" mi domanda riflettendo.
Sento un brivido di furore percorrermi la spina dorsale e arrivare al cervello.
"Voci di corridoio" sibilo contrariata appoggiando con un tonfo metallico la lima sul tavolo opaco.
"Che cosa vuoi" dico spazientita nel notare che il ragazzo continua a pendere dalle mie labbra, in attesa di una qualche storia sensazionale sul famigerato conto del clown.
"Tu e io abbiamo in comune molto più di ciò che pensi" afferma cantilenando, come se abbia imparato a memoria quel singolo pezzo da recitare alla perfezione.
Una performance impeccabile.
"E con questo?" alzo un sopracciglio interrogativa.
"Con questo... tu mi piaci! Non vuoi essere mia amica?" mi domanda con un tono simile a quello di un bambino impaziente di giocare con qualcuno.
Sorrido appena, sospirando profondamente.
"Mi servirai" sussurro mordendomi lentamente il labbro inferiore.

*due settimane prima*
Cerco di fare una bolla di sapone con lo shampoo rimasto sulle mani esili, mentre aspetto i tre minuti indispensabili per permettere al balsamo di far effetto.
Finalmente riesco nel mio intento, e rimango rapita per qualche secondo a guardare come i colori dell'arcobaleno si rifettano sulla sottilissima pellicola che intrappola l'aria.
La bolla esplode, ma so bene che è per colpa del suo dito latteo che si è appena allungato verso di essa.
"Bolle di sapone?" mi domanda scettico richiudendo la tendina dietro di se.
"Mi piacciono" affermo facendo spallucce.
"Sono gli ultimi due giorni di serenità" argomento passandogli le mani insaponate sul petto muscoloso.
"Non la sopporti proprio, non è così?" chiede retoricamente guardandomi negli occhi, mentre i miei sono totalmente rapiti dal suo busto.
"Sai già la risposta" gracchio annoiata spostandolo lentamente sotto il getto dell'acqua tiepida.
Mentre passo le mani fra i suoi capelli bagnati, le sue si vanno a posare delicatamente sui miei fianchi, adagiandomi contro le mattonelle gelide del muro.
Mi mordo leggermente un labbro, cercando di togliere la patina d'acqua sopra di esso.
"Harley Harley Harley..." sussurra sbattendo lentamente gli occhi.
Aggrotto le sopracciglia, guardandolo truce per il soprannome che si ostina ad usare nonostante sappia benissimo che non mi piaccia.
"Perché sei così bella" sospira sovrappensiero guardandomi il viso che sento immediatamente bruciare.
"So bene che non sei entrato per fare la doccia" affermo tracciando con l'unghia dei minuscoli cerchi sulla sua clavicola.
"Devo chiederti il permesso?" mi domanda tracciando il profilo del mio interno coscia.
"No, solo..." sospiro faticosamente appoggiando la fronte alla sua spalla.
"... non me la sento" sussurro affondando le lunghe unghie nella pelle pallida della sua schiena quando percepisco il suo dito sfiorare la parte più sensibile del mio corpo.
Segue qualche minuto di silenzio rotto talvolta da alcuni miei sospiri troppo rumorosi.
Prima che piombasse nella mia vita avevo sempre parteggiato per la tanto discussa frase "una botta e via".
Non che fossi una dai facili costumi, assolutamente niente del genere,
ma il pensiero di avere una relazione a lungo termine non mi allettava per niente, e soprattutto trovavo più eccitante l'idea che dopo aver consumato tutta la passione con qualcuno in una notte, non l'avrei più rivisto.
Con J è diverso, inutile dirlo. È come se mi conoscesse meglio di me stessa, come sapesse tutte le singole zone da sfiorare per far diffondere in pochi secondi brividi su ogni angolo del mio corpo.
"Sono... sfinita" sussurro col fiato corto, mentre le gambe mi tremano leggermente.
"Posso farti una domanda" domando lasciandomi sfuggire un lieve urletto sull'ultima parola.
"Vuoi che mi fermi? Ho il presentimento che non riusciresti a parlare" scherza ridacchiando mentre ignorandolo cerco di stabilizzare il respiro.
"Chi... chi è Jeannie" chiedo dopo qualche secondo pronunciando quel nome tanto illecito ed alzando il viso verso il suo quel tanto che mi basta per percepire il suo sguardo totalmente stizzito.
"Ne abbiamo già parlato" sibila truce serrando la mascella pronunciata.
"Mi hai sbattuta contro un finestrino" lo correggo abbassando velocemente gli occhi.
"Non ti riguarda" ringhia contrariato allontanandosi di qualche centimetro da me.
"Credo di avere il diritto di saperlo" lo prego afferrando velocemente il suo polso.
"E cosa te lo fa pensare" dice scettico sorridendo lievemente.
"Mi hai detto così poco del tuo passato..." mugugno stringendomi nelle braccia.
"Oh, è forse per i tuoi studi, Dottoressa...?" risponde avvicinandosi nuovamente di quel poco che gli basta per far sfiorare i nostri nasi.
"Nient'affatto" sussurro offesa corrugando le sopracciglia castane.
Mi osserva per qualche secondo, facendo poi roteare la testa e scostando infine rabbiosamente la tendina della doccia.
Sento sbattere la porta, poi lo scrosciare dell'acqua torna sovrano nelle mie orecchie.
Spengo velocemente il getto, avvolgendomi nell'accappatoio setoso appeso di fronte alla porta ed uscendo precipitosamente da quest'ultima, con il terrore che il clown possa essersene andato.
Invece scorgo la sua figura muscolosa seduta sulla poltrona in pelle di fronte alla maestosa vetrata della camera.
Mi avvicino a passi felpati, guardando per qualche secondo la pallida pelle del suo viso prima di sedermi titubante sulle sue gambe coperte dall'asciugamano avvolto alla vita.
Rivolgo uno sguardo alle sue labbra scarlatte serrate in una perfetta linea retta.
"Perché insisti Harleen" sussurra dopo qualche minuto scuotendo lentamente la testa.
"Tu sai tutto di me" affermo affondando il mio sguardo nei suoi occhi furenti.
"E di te conosco soltanto la realtà che condividiamo" concludo sospirando.
Caliamo per un tempo che mi sembra infinito in un silenzio assordante, mentre gli pneumatici delle macchine sfrecciano sull'asfalto bagnato e, più in là, un antifurto emette un rumore assordante.
"Era mia moglie" risponde guardando fisso il grattacielo che primeggia sugli altri davanti a noi.
"Aspettavamo un figlio" aggiunge schiarendosi la voce.
"Poi è morta"
"E io sono diventato questo" conclude voltando lentamente lo sguardo verso di me.
"Mi dispiace tanto" sussurro dopo qualche secondo di incredulità.
"Ma cosa... cosa c'entra questo con ciò che sei" gli chiedo confusa i
"Direi che per oggi le rivelazioni bastano e avanzano" sussurra sorridendo per qualche secondo.
Incurvo le labbra all'insù di rimando, appoggiando poi la testa sul suo petto incandescente e lasciandomi cullare dal suo respiro lento e regolare.

SPAZIO AUTRICE
rieccomi, dopo PIÙ DI UN MESE RAGA MI DISPIACE, ma non riuscivo a continuare...
Non è successo gran che in questo capitolo, ma mi sono divertita a scriverlo.
Fatemi sapere nei commenti se vi è piaciuto, ci vediamo al prossimo aggiornamento,
Baci
La vostra Caro

My heart scares you? ~Harleen&JokerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora