Ventitre

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Rientrai a casa e mi misi a pulire . La vetrata è la parte più pesante da pulire , ma andava fatta , allora perché non iniziare giusto da lì ? Era anche il mio rifugio dalle notti insonni e poi
potevo ammirare le mie piante ed il mio meraviglioso albero che mi diffondeva serenità . La sua forza , sembrava me ne diramasse un po' , tutte le volte che lo fissavo  . Invulnerabile , stava lì sempre , sotto tutte le intemperie , ma sempre forte e possente . Mi trasmetteva sicurezza , forse per la sua grandezza , per tutto il suo vissuto .
Finito di pulire casa ero talmente esausta che non volli cenare . Mi immersi nella mia vasca con un asciugamano bagnato , collocato sul viso che mi costrinse a stare ferma , immobile . Questo è uno dei momenti in cui mi piace restare in silenzio ad ascoltarmi mentre costruisco pensieri veri , puliti e liberi .

Mi svegliai alle tre del mattino con una feroce emicrania , che mi costrinse a restare immobile . Rifiutavo ogni tipo di farmaco , sapevo che guarivano da una cosa ma che allo stesso tempo ne guastavano qualcos'altro . Non vedevo i farmaci di buon occhio . Tutte le volte è una continua lotta tra me e l'antinevralgico . Penso sempre che non prendendolo sia io la vincitrice , ma alla fine ne esco talmente distrutta dal dolore , acuto e lancinante , ed io sconvolta , incapace anche solo di pensare , di reagire , deduco che a perdere siamo entrambi . .

Sentivo i tuoni in lontananza . Nelle prime ore del mattino il cielo era verde e giallastro ; da un momento all'altro sarebbe scoppiato un forte temporale . Dalla finestra delle scale , lasciata sempre aperta per arieggiare , vidi un cielo minaccioso , le nuvole cariche d'acqua . Non potevo scegliere momento migliore di questo. Il fracasso del maltempo mi avrebbe coperta . Era importante fare attenzione al tempo che percorreva tra un tuono e l'altro , solo così potevo capivo quanto tempo mi restava per agire . Entrai nell'appartamento e di filata mi recai nella stanzetta dei due stronzetti . Però a vederli dormire sembravano due angioletti . Come potevano da svegli diventare dei selvaggi . Un lampo illuminò la stanza e mi permise di vedere sul pavimento un cuscino al centro dei due letti . Mi accorsi che era di Riccardo col braccio sinistro penzoloni dal letto , forse nemmeno il sonno riusciva a quietarlo . Presi il cuscino , prima lo adagiai sul volto di Riccardo e premetti iniziando a contare i secondi che bastavano per soffocarlo . A Massimo feci fare la stessa fine . Presi una masticante già usurata da me , la spezzai in metà quasi uguali e le inserii nelle gole dei due mostri ormai innocui . Abbandonai l'appartamento con la convinzione che anch'io avevo contribuito per un mondo migliore .

Un rumore dapprima in lontananza , poi , sempre più forte . Adesso ero sveglia . Fuori la pioggia incalzante e furiosa . Il mio cuore che batteva all'impazzata ed i polmoni che lottavano per conquistarsi l'aria .
Quel rumore snervante ed incessante era lo squillo del citofono , che mi obbligava ad alzarmi dal letto , madida di sudore mi trascinai fino la cornetta ..

- pronto ?

- buongiorno tesoro ti andrebbe di pranzare insieme ?

- Stefania , mi dispiace , ma oggi mi sono promessa di andare in ospedale a trovare Rosina . Perché non vieni con me ?

- non nutro nessuna simpatia per gli ospedali . Mi fanno stare male .

Ero appena entrata in ospedale . Era tutto così bianco , freddo e triste , per non parlare di quel forte odore di disinfettante che si faceva strada con la forza per entrarti nella pelle . Forse era quell'odore che mi faceva stare male ogni qual volta entrassi in un ospedale .
Riaffiorò il ricordo di mia madre , la sua lunga degenza in ospedale . L'ultimo periodo non riusciva più a sopportare la chemioterapia , la sostenevo fino la porta del bagno , lei non voleva che io la vedessi vomitare , così si staccava dal mio braccio appena sulla soglia della porta , doveva entrare sola , mi diceva tutte le volte . Non voleva che io assistessi a tutto quel dramma ma io anche da fuori la porta , del bagno , riuscivo a sentire tutto QUELL'ORRORE ! Ricordo ancora come fosse ieri . Ancora oggi penso che tutti i suoi sforzi , le sue sofferenze , i suoi sacrifici , sono valsi a nulla . Non ci furono premi per mia madre eppure era una madre meravigliosa !
Mi avviai per le scale , non amavo gli ascensori o forse avevo un debole per le scale .
Ero in corsia , cercavo la stanza di Rosina , quando lo vidi per la seconda volta . Indossava un jeans , giacca a vento , scarpe da tennis della Colmar , entrambi di colore rossi . Sempre con quell'aria da lupo solitario . Ma questa volta a fargli compagnia c'era una donna . Forse fu la gelosia che mi costrinse ad osservare il gentil sesso che lo affiancava . In me stava nascendo un sentimento che non conoscevo .
Era splendida con quel vestito verde di cotone leggero che mettevano in rilievo gli occhi dello stesso colore . Alta , esile con scollatura ampia che le lanciava verso l'alto il seno , invidiosamente abbondante . Ai miei occhi era pari ad una dea , figuriamoci a quelli del commissario . Erano davvero una bella coppia insieme , meravigliosi . Entrambi estremamente seri . Si sfioravano dolcemente , prima , con le mani poi con un abbraccio  . Lui le parlava piano con calma e le spostava i capelli , neri e lisci , che continuavano a cadere davanti al viso e la baciava sulla fronte . Quei gesti erano pieni di tanta tenerezza .
Li superai sconfitta . Dovevo accettare . La mia delusione mi aveva per un attimo affiochita nella postura . Mi ripresi giusto in tempo prima di entrare nella stanza di Rosina .

- come sta la mia piccolina ?

- tesoro ! Non dovevi disturbarti . La domenica per te è sacra , devi riposare !

- tranquilla il tempo di mettere questi fiori in un vaso e poi verrò a sedermi vicino a te . Non ci vedo niente di faticoso in questo , non ti pare ?

- sono bellissimi , grazie ! È da poco andato via mio nipote , mi ha detto che sei stata molto gentile e disponibile con lui

- mi dispiace per l'appartamento messo a soqquadro , credimi non riesco a capire come abbiano fatto ad entrare

- non preoccuparti Letizia , sono andati via a mani vuote

- tu come stai ?

- come una vecchia che sta per morire !

Feci finta di non sentire , tanto non ero estranea a risposte di questo genere  . Anche mia mamma lo diceva tutte le volte che le facevo la stessa domanda .
Non ho un buon rapporto con la morte . Veramente odio la morte . L'aborro più della sofferenza , più della cattiveria , della stupidità , di tutto ciò che rovina il miracolo della gioia di esser nati . Mi ripugna guardarla , toccarla , annusarla , e non la capisco . Voglio dire : non so rassegnarmi alla sua inevitabilità , la sua legittimità , la sua logica . Non so arrendermi al fatto che per vivere si debba morire , che vivere e morire siano due aspetti della medesima realtà , l'uno necessario all'altro , l'uno conseguenza dell'altro . Non so piegarmi all'idea che la vita sia un viaggio verso la morte e il nascere una condanna morte. Eppure l'accetto . Mi sottometto umilmente al suo potere illimitato e accesa da un cupo interesse la studio , la scompongo , la tormento . Spinta da un oscuro rispetto la corteggio , la sfido , la canto , e nei momenti di troppo dolore la invoco . Le chiedo di liberare i sofferenti dalla fatica d'esistere , la chiamo il regalo dei regali , il farmaco che cura tutti i mali . Tra me e lei c'è un legame fosco e ambiguo , insomma un'intesa enigmatica e astrusa .

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