10. Cosa è successo alle tue ali?

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Louis era fuori dalla porta della stanza in cui avevano appena trasferito Harry.

Il ragazzo, inspiegabilmente e improvvisamente, aveva cominciato a respirare autonomamente e così era stato tolto dalla rianimazione.

Certo aveva una gamba rotta, varie contusioni e un leggero trauma cranico, ma la prognosi era stata sciolta, dato che cuore e polmoni avevano ripreso le loro funzioni vitali.

Louis prese un respiro profondo ed entrò nella stanza.

Harry, che era sveglio e vigile, voltò la testa ed osservò intensamente il medico appena entrato.

Quest'ultimo prese una sedia e si sedette accanto al letto.

" Cosa è successo alle tue ali ?" chiese Louis a bassa voce.

Harry sorrise e rispose:

" Ho chiesto a Dio di diventare mortale. Dopo millenni di vita perfetta e priva di emozioni, volevo sperimentare ciò che sentivano gli umani, ciò che il loro fisico provava, ciò che il loro cuore era in grado di percepire..."

" Allora hai subito sperimentato il dolore..." disse Louis.

Il ragazzo riccio annuì e sussurrò:

" Sì, è una sensazione così nuova per me, così strana, ma, nonostante quello che mi è accaduto, sono felice di essere diventato umano.
Il mio corpo è diverso, è più vivo e io...io posso sentire la felicità di essere vivo e di parlare con te..."

" E le tue ali?" chiese ancora stupidamente Louis.

" Non sono più un angelo, esse non mi appartengono più..." rispose Harry.

Tra i due calò un profondo silenzio e il riccio si perse ad osservare le gocce di liquido che cadevano dalla flebo che aveva attaccata al braccio.

" Scusami per averti chiamato mostro..."

Harry si voltò e sorrise al medico.

" Non preoccuparti, so che non è facile per un umano trovarsi di fronte a quello, che va al di là di ciò che è scientificamente provabile "

Louis annuì, si alzò e si mise a controllare i parametri del cuore del paziente attraverso i monitor dei macchinari a cui era attaccato.

" Mi piacerebbe bere " sussurrò Harry.

" Non puoi bere ancora " disse Louis " le flebo servono a reidratarti "

" Mi piacerebbe sentire il sapore dell'acqua..." riprovò il riccio.

Il medico scosse la testa, ma poi uscì dalla stanza e tornò dopo pochi minuti con una bottiglietta d'acqua e un cucchiaino.

La aprì, ne versò alcune gocce sul cucchiaino, poi lo portò alla bocca del paziente, che schiuse subito le labbra.

Harry la assaporò lentamente e disse:

" È fresca e...e buona..."

Louis sorrise e si rese conto che quel ragazzo riccio aveva qualcosa di unico e di speciale che gli sconvolgeva il cervello e, soprattutto, il cuore.

Un angelo accanto a me.....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora