Vetri rotti

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La sera scende lentamente sul cielo di Verona, le case iniziano a dipingersi del colore meraviglioso del tramonto, quell'arancione rossastro lascia incantati, la brezza è leggera e sulla pelle il primo caldo rende tutto più bello, quella vista è pace per occhi e cuore di una persona serena. 

A Claudio tutto questo non interessa, lui non alza le tapparelle da cinque giorni, ha avvisato il bar di non cercarlo perché non sarebbe stato reperibile e si è limitato a digitare solo brevi messaggi ai suoi dipendenti per sapere come procedevano le cose a lavoro, questo è stato il suo unico contatto con il mondo esterno negli ultimi giorni, non vuole sentire nessuno, non ha bisogno di sentire nessuno. 

Si è spostato dal letto al divano senza curarsi di nulla per giorni, non ha idea di cosa sia successo fuori da quelle quattro mura, non sa se sia notte o giorno, non gli interessa. Il mondo potrebbe essere finito ma a lui non fregherebbe nulla. Il suo mondo è finito. Il suo mondo è finito nel momento in cui ha letto quelle parole, nel momento in cui ha aperto quel messaggio ed ogni parola ha scavato un solco nel suo cuore. L'uomo che ama lo ha lapidato con semplici frasi, lo ha sventrato, annientato, svuotato, gli ha distrutto ogni singola speranza che ha faticosamente immagazzinato dal giorno in cui, abbandonando la loro casetta dalle pareti bianche, gli ha chiesto di aspettarlo. 

Quel messaggio lo ha sfinito, appena ricevuto, lo ha letto velocemente, poi un altro centinaio di volte più lentamente, ogni parola è stata un piccolo taglio netto fatto con un coltello affilato, di quelli che non lasciano scampo, non lasciano la possibilità di sopravvivere, un coltello che uccide lentamente, inesorabilmente, non ti permette di curarti, di sopravvivere, ti ferisce mortalmente, silenziosamente, un coltello che ti squarcia l'anima piano. 

Ha letto parola per parola e la sua vita gli è scivolata lentamente tra le mani, ha riletto continuamente quella parole sperando che cambiassero, sperando che diventassero è tutto uno scherzo, torniamo insieme, sono qui per te, ti aspetto ma nessuna di quelle parole è palesata in quel lunghissimo messaggio senza senso, pieno di contraddizioni e punti di domanda. Rileggendolo volta dopo volta ha sperato di scoprire un finale diverso, un finale nel quale l'amore della sua vita gli chiedesse un riavvicinamento, ha riletto ogni frase cercando una parola che desse speranza ed invece dopo tutti i sentimenti del quale si sono nutriti, è riuscito solo a leggere una chiusura netta, uno stop, un punto, l'altra metà della sua anima ci ha messo una pietra sopra, lo ama ma non reputa il suo sentimento abbastanza forte per stare insieme e lui continua a non capacitarsi di questa cosa, continua a non capire. 

Le ultime notizie di Mario, prima della fine, le aveva avute la mattina dopo la cena, quando con un semplice "Ciao, tutto ok?" si era sincerato delle sue condizioni, in quel momento lui lo aveva sentito vicino, per la prima volta dopo tanto tempo aveva sentito preoccupazione nei suoi gesti, aveva sentito un sentimento, aveva sentito amore e non risentimento, Mario si era preoccupato per lo stronzo che in quel momento lo stava facendo soffrire, nonostante tutto si era dimostrato un'anima meravigliosa, una persona attenta e buona, è vero, dopo qualche messaggio aveva smesso di rispondere ma a Claudio era andata bene così, si era preoccupato per lui e questa era l'unica cosa che aveva importanza in quel momento, perché se aveva capito qualcosa di Mario Serpa era che quei pochi messaggi inviatigli significavano qualcosa.

Ogni sua certezza poi si è sgretolata, è crollata quando il pomeriggio di cinque giorni prima il telefono suonando ha distrutto tutto il suo castello. Ha consumato la batteria del telefono rileggendo quel messaggio, analizzando ogni parola, ogni frase. Ha provato a dare un senso a quelle parole ma tutte le volte è ricaduto nel baratro di una relazione fallita, odio, sofferenza, panico e disagio si sono impossessati lentamente di lui, soffocandolo, opprimendolo. 

In cinque giorni Claudio ha devastato il suo corpo, la sua anima e tutto quello che lo circondava. La sua casa ora rispecchia perfettamente ciò che è lui, un ammasso di sentimenti repressi ed emozioni fallite, le tapparelle semi chiuse illuminano lievemente il soggiorno, quello che resta di un bicchiere rotto ai piedi del divano luccica sotto la luce fioca dei raggi del sole di marzo, una bottiglia semivuota di vodka fa capolino dallo schienale del divano, lì dove c'erano i loro pupazzi, simbolo di quell'amore appena sopito, vi è poggiata quella bottiglia, un relitto arenato simbolo di quei cinque giorni da dimenticare, non si contano i bicchieri e i piatti ammassati nel lavandino con un abile gioco di incastri, il televisore acceso è sul muto, scorrono veloci le immagini di quella che forse è una pubblicità o una televendita ma il silenzio pervade la stanza, l'ultima foto rimasta appesa dopo la rottura è abbandonata a terra, è stata scagliata due giorni prima contro il muro, quando subito dopo aver riletto "Amore mio, promettimi che con un altro sarai felice. Amore mio sii felice, sii felice perché lo devi alla mia parte che ti appartiene, alla mia parte che ti sei portato via con te, alla mia parte che ti è rimasta accanto in silenzio, lo devi a noi." ed ancora "Non permettere che il nostro sacrificio sia stato vano, non permettere che il profondo amore che provo per te sia destinato ad una persona infelice." Claudio ha perso il controllo ed urlando ha sfogato la sua rabbia contro quell'ultimo oggetto che rappresentava loro e il loro amore. Nell'impeto del momento, scheggiando l'intonaco del muro, ha così creato un'altra crepa dentro di lui e all'interno di quella casa, un segno che sarebbe sempre rimasto, proprio come è rimasto il suo Lui, tra le sue ossa ed i suoi respiri. Schegge di vetro della cornice e parti d'intonaco giaciono a terra ed i suoi occhi gonfi osservano quel luogo vagando privi di vita da una stanza all'altra. 

Mai e per sempre  // ClarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora