Capitolo 11

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Hyram si svegliò, stranamente avvolto da uno strano calore, come mai gli era capitato.

A casa sua, non dormiva affatto, col costante terrore di suo padre, il quale avrebbe calciato la porta fino a buttarla giù, per raggiungerlo e picchiarlo.

Invece sul divano di Jarred, seppur comodo, non si era mai trovato del tutto a suo agio, risvegliandosi in posizioni ambigue.

Ora invece, sembrava tutto perfetto, il suo corpo al caldo e rilassato, un piacevole formicolio dietro la nuca e ci volle un po' per rendersi conto di dove si trovasse ma presto, mise a fuoco il petto nudo di Jarred e capì di essere per metà spiaggiato sul suo corpo, nel suo letto, tra le sue lenzuola, immerso nel suo profumo.

Si ricordò di essersi intrufolato la sera precedente e di come, per sua grande sorpresa, Jarred lo aveva accolto e stretto a sé, finché non si era addormentato.

Alzò lo sguardo al suo viso, trovandolo a occhi aperti, come se fosse sveglio da molto o non avesse affatto dormito.
Ora che rifletteva, non c'era stata mai una volta in cui aveva lo aveva visto riposare.

"Ma dormi mai tu?" domandò in un sussurro, lasciando vagare una mano tra i pettorali e giù, lungo il torace.

"Solo poche ore, di più non riesco" rispose, abbassando gli occhi verdi, verso il viso di Hyram, il quale arrossì di colpo, trovandoselo fin troppo vicino.

Abbassò lo sguardo velocemente, concentrandosi ai movimenti della sua mano sul petto tonico, salì con le dita fino ad una spalla e proseguì lungo il braccio, soffermandosi al tatuaggio ritraente il lupo.

"Perché un lupo?" domandò, mentre gli occhi di Jarred si posavano sul proprio avambraccio, decorato d'inchiostro, un anno e mezzo prima.
"Era l'animale preferito di Tim, me lo aveva fatto disegnare tante volte. Secondo lui, mi rappresentava"

"Simboleggia la forza e la lealtà, il lupo difende sempre il suo branco e caccia chi sfida la sua autorità" sussurrò assorto Hyram, tracciando con il polpastrello il contorno degli occhi disegnati.
"Rimane fedele al compagno fino alla morte.."

"E si vendica di chi ne è la causa" finì Jarred, ottenendo finalmente lo sguardo dell'altro.

"Presumo che tu non abbia mai tradito Tim, neanche con i sentimenti che avevi iniziato a provare per Jaycob"

"Non mi sarei mai permesso. Non tradisco, non quando ho deciso chi voglio" confermò il biondo, senza esitare, innescando nell'altro una piccola speranza.

"Adesso cosa vuoi?.." mormorò Hyram, intrappolando tra i denti il labbro inferiore, il cuore impazzito come un tamburo.

Jarred aprì bocca ma la richiuse, quando il telefono emise un suono e si allungò per afferrarlo mentre il più piccolo sospirava di sollievo, non era ancora pronto ad avere una risposta.

Il tempo passava e dal modo in cui Jarred osservava lo schermo, Hyram capì chi fosse il mandante del messaggio.

Seppur Jaycob non fosse lì, il peso della sua presenza lo avvertiva forte e chiaro e se in alcuni momenti, sperava di poter raggiungere in qualche modo Jarred, arrivava lui a ricordargli che non era nessuno.

Jarred temporeggiava nel rispondere e dopo qualche minuto a fissarlo, Hyram trovò la forza di alzarsi, cercando di calmarsi e tornare alla realtà.






**






Justin girò la chiave dell'auto per la terza volta e per la terza volta, dopo un rumore assordante, il motore non ne voleva sapere di accendersi.

Mugolò esasperato e poggiò la fronte contro il volante, frugando nelle tasche per recuperare il telefono, dopodiché aprì la rubrica e selezionò il numero di Curt, portandosi il telefono all'orecchio.

Six Letters 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora