Capitolo 8

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Dopo un incessante temporale notturno, il sole era sorto, segnando l'inizio di una nuova giornata.

La villa era ancora silenziosa e buia, se non per i gemiti che provenivano dalla stanza di Ike e Leroy, gli unici ad avere una relazione seria e duratura insieme a Nikolas e Rosie, decisamente più riservati in intimità.

Monika, avendo la stanza accanto a quella dei due pervertiti, si era svegliata all'alba a causa di un acuto di Ike e per evadere dalla tortura, aveva infilato le cuffie alle orecchie, sbuffando di tanto in tanto.

Raphael invece, era rientrato da pochissimo, con i pugni feriti, il corpo sudato e nessuna stanchezza a scalfire il fisico possente.
Adorava allenarsi di notte, quando la palestra era vuota e c'era solo lui, con il sacco da boxe davanti.

Curt, fissava il soffitto da un po', pensando a occhi azzurri e capelli del medesimo colore. Non ricordava più da quanto gli piacesse Justin, forse da quando Jarred glielo aveva presentato, aveva ancora i capelli castani a quel tempo. Poi erano diventati biondi, bianchi, viola, verdi e infine azzurri ma rimaneva bellissimo, un capolavoro.
Soffriva al pensiero che Jarred volesse vendicarsi, non aveva idea di cosa fare perché il biondo, riusciva ad ammaliare e manipolare chiunque. Aveva sempre avuto questa dote naturale e grazie alla quale, era riuscito a ottenere tutto ciò che voleva.
Pensò a Tim, a Jarred, a Justin, a quella sera e a come, a distanza di un anno, Justin non avesse ancora superato il trauma.
Non ricordava ciò che aveva fatto a Tim, non ricordava nulla, questo era stato il responso dei medici ma se da una parte, lui non ricordava, gli altri, Jarred in primis, ricordavano perfettamente.

Tutti quei pensieri gli fecero girare la testa e spinto dalla voglia di vedere Justin, si alzò dal letto, uscendo dalla propria stanza. Percorse il corridoio, lasciandosi sfuggire una smorfia nel sentire Ike urlare e incitare il compagno di dargli di più.
"Oh Signore" bisbigliò tra sé, raggiungendo finalmente la stanza del piccolo, lentamente aprì la porta e quando si ritrovò davanti un letto sfatto e vuoto, entrò nel panico.

Jaycob si svegliò lentamente, sbattendo le palpebre, per nulla infastidito dalla fioca luce diurna, che prometteva un cielo grigio.
La prima cosa che mise a fuoco, sotto il suo naso, fu un folto ciuffo azzurro che lo fece sorridere, osservando poi il corpo di Justin, attaccato al proprio, come un mini koala.

Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra, dove i segni del temporale erano ben visibili e lo strinse a sé, lasciando alcuni baci tra i suoi capelli colorati.
Aveva sempre avuto paura di temporali e tuoni, sin da bambino e se al tempo, si infilava nel letto di Jarred, ora gli rimaneva solo lui.

Justin mugolò, stringendo la presa già ferrea e alzò la testa, aprendo gli occhioni azzurri, borbottando qualcosa di simile a un buongiorno.

"Perché non mi hai svegliato?" sussurrò il maggiore, riempiendo Justin di tutte le attenzioni, che stava silenziosamente cercando.

"Ci ho provato ma dormivi profondamente, stavi sognando Jarred, l'hai nominato un paio di volte" mormorò a occhi chiusi, facendo spalancare quelli di Jaycob.

Non ricordava nessun sogno e sperò che non si trattasse di uno sconcio e che non si fosse fatto sfuggire qualcosa, davanti al cugino.

Justin notò il silenzio dell'altro e aprì gli occhi, riportandoli al suo viso.
"Sei arrabbiato perché sono andato da lui da solo?"

Jaycob scosse la testa, accennando un sorriso e lasciò un ultimo bacio sulla fronte del cugino prima di alzarsi e mettere qualcosa addosso.
"Non potrei mai essere arrabbiato con te, lo sai"

Justin sorrise sollevato e controllò l'ora prima di scostare le coperte e scendere dal letto, mezzo addormentato e in boxer.

Curt, spalancò la porta della camera con un tonfo e l'espressione di panico in volto.
"Justin non è nella sua st- Oh ciao Justin!" esclamò, ritrovandoselo davanti e in seguito si rese conto del corpo scoperto.
"Ciao Justin.. Ciao.." mormorò, come un ebete in trance.

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