Lettera a mio figlio

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Piccolo mio,

mio angelo indifeso,

ora sei un cucciolo e per te sono ancora un modello,

un esempio da emulare

e dal quale apprendere come funziona il mondo

(o per lo meno quel poco che so di esso),

ma un giorno - come è giusto che sia -

comincerai ad allontanarti da me,

a contestarmi,

a criticarmi.

Crederai che io non ti capisca,

litigheremo

e - pur non volendolo - arriveremo anche a ferirci

con le parole dette

ed ancor di più con quelle non dette.

Ma questo fa parte della vita,

del tuo crescere e fare di te un uomo adulto,

distinto da me,

con le tue idee,

non con le mie.

Spero che il tempo mi conceda di essere lì

a guardare con orgoglio

l'uomo che diventerai,

ed in questo lungo cammino,

quando mi sentirai dire - perché so che capiterà -

che ti ho donato la vita,

non fraintendere le mie parole:

la tua vita appartiene solo a te

e non è certamente a me che la devi,

la vita che ti ho donato è la mia,

perché è la mia esistenza ad essere indissolubilmente ancorata alla tua,

non il contrario.

E quando i battiti del mio cuore saranno esauriti,

ti amerò ancora, in qualunque luogo io sia costretta ad andare,

perché la mia anima,

la parte più pulita e di valore della mia anima,

vive in te,

che mi avrai accettato con tutti i miei difetti

e le mie umane mancanze di madre.

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