D. "Oh Beatrice, mia angelica amata,
suvvia concediti ad un tristo poeta
che scrisse poesia giammai eguagliata
per raggiungerti, mia agognata meta!"
B. "Oh Dante, testardo e cocciuto,
sei più fastidioso di uno starnuto!
Ormai mi son rotta le scatole di dover ascoltare
le tue solite lagne prolisse che mi fann soffocare!"
D. "Ma accipicchia, mia Beatrice adorata,
perchè non vuoi a me la gentil grazia donare
e scompigliar la fulgida chioma dorata
su giaciglio che trepida ancor di desìo d'amare?"
B. "Le parole ricercate non mi garban più molto,
ad un intellettuale bruttino, bigotto e colto
preferisco un bel contadinotto robusto e aitante,
che parla poco, ma è di gran lunga miglior amante!"
D. "Oh povero me! Ho perso tempo con la Divin Commedia
per trovarmi alla scrivania ancor da solo seduto,
invece che sdraiato tra i piaceri del letto, iellata sedia!
E più che cocciuto, oh Bea cara, mi definirei di sicur cornuto!"