Hai quel buffo e schiacciato musetto
da baffi arruffati e scompigliati protetto,
e occhi tondi come fari dorati
che guardano il mondo come ammaliati
da quel che circonda il tuo goffo corpicino,
tutto coperto da lungo e folto pelo corvino.
Sorrido ad ogni tuo vispo e impacciato gesto
quando a guardarti giocare incantata resto,
per ammirare la tua sopita indole felina
che risveglia di rado soltanto la tua pallina.
E fingi una caccia con chissà quale preda sfuggente
in mezzo al salotto tra il tappeto persiano e la tenda cadente,
dove ti nascondi con passo più che felpato un po' elefantino
perché di gatto hai soltanto l'aspetto e il naso a tartufino.
Sei l'angelo dei miei giorni più tristi
quando alle mie coccole con pazienza resisti,
per donarmi ancora una volta il perduto sorriso
nelle mie giornate storte dove una lacrima solca il mio viso.