Capitolo 6

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Greta
Mentre percorriamo la strada per tornare all'officina non posso fare a meno di pensare al perché si è fermato, fisso fuori dal finestrino mentre mille domande mi balenano in testa.
- Che hai? -
La sua domanda è plausibile, da quando ha tolto la sua mano mi sono chiusa nel mutismo assoluto.
- Ti fa paura? - Sbotto senza guardarlo.
- Che cosa? -
- Il fatto che sia vergine -
- Ecco ecco.... il motivo del tuo silenzio. Non mi fa paura, non mi andava l'idea che la tua prima volta fosse in macchina. Tutto qui. Togliti tutte le cazzate che hai pensato fino ad ora dalla tua testolina -
Sorrido guardando il suo profilo mentre guida tenendo una mano salda sul volante e l'altra sul cambio, le stesse mani che fino a pochi minuti prima toccavano il mio corpo donandomi piacere. Si ferma davanti all'officina e spegne il motore, la luce dell'insegna illumina il suo viso.
- Hai le labbra arrossate. Colpa della barba che sta ricrescendo - Appoggia la mano sul mio ginocchio. - Sei ancora arrabbiata? -
Scuoto la testa convinta sorridendo appena, devo tornare a casa e mi dispiace, vorrei rimanere con lui, guardo l'ora sul cellulare, mezzanotte è passata da diversi minuti.
- Vado a casa - Allungo la mano per aprire lo sportello e le sue braccia mi fermano.
- Non dimentichi qualcosa? -
Sorrido prima di avvicinarmi a baciarlo, un bacio intenso che dura qualche minuto.
- Mandami un messaggio appena arrivi -
Annuisco, si preoccupa per me, e questa cosa solleva ancora di più il mio morale.
Entro in casa e percorro il corridoio al buio fino alla mia camera, indosso il pigiama e una volta sdraiata a letto prendo il cellulare per mandargli il messaggio.
" Sono arrivata, sono già a letto "
La sua risposta arriva qualche minuto dopo.
" Io ho parcheggiato adesso. Domani passi in officina? "
" Se vuoi....."
" È un obbligo "
" Va bene! "
Con il cuore che batte forte appoggio il telefono sul comodino e mi metto giù, ripenso alla serata con Andrea, ai suoi baci, alle sue carezze e in pochi minuti mi addormento.
L'arrivo di un messaggio su WhatsApp mi sveglia che sono appena le 8 di mattina, a tastoni prendo il cellulare dal comodino e apro il messaggio.
" Buongiorno! "
È di Andrea, sorrido come non ho mai fatto di prima mattina appena sveglia.
" Mi hai svegliata. Non mi arrabbio solo perché sei tu! Buongiorno anche a te! "
Mi alzo dal letto ed entro in cucina.
- Come mai sveglia a quest'ora? - Mia madre sta versando il caffè nella tazza, sono le 8:00 e lei è già perfetta, trucco impeccabile e capelli anche.
- Mi ha svegliata un messaggio -
Versa una tazza di caffè anche per me e si siede di fronte a me, sono tentata di raccontargli di Andrea ma mi trattengo dal farlo. Ha già preso meglio del previsto la notizia che da lunedì farò la barista, meglio non rincarare la dose.
- Messaggio di chi? -
- Di Valentina.... -
- Va bene tesoro, io devo andare a lavoro altrimenti farò tardi -
Non capisco ancora cosa le succederebbe se facesse tardi a lavoro dato che è la segretaria di mio padre che fa l'avvocato, ma anche questo lo tengo per me.
- Ci vediamo a cena, non fare tardi -
Mi bacia sulla fronte e sento la porta di casa chiudersi, fisso la mia tazza di caffè girando svogliatamente il cucchiaino poi mi decido a berlo visto che è ancora caldo.
Torno in camera e riprendo in mano il cellulare, Andrea mi ha risposto.
" Tra quanto passi da me? "
Deglutisco, ancora fatico a credere che stia succedendo davvero, fino ad ora mai un messaggio, mai una chiamata, mai un'uscita insieme, adesso tutto l'inverso.
" Sento Valentina se esce un po', e passo a salutarti "
" Non mi interessa di Valentina, anzi non credo sia una buona idea che passate insieme. Passa prima da me e poi semmai vai a chiamarla "
Faccio la doccia e mi infilo un paio di pantaloni della tuta con una canottiera nera, un filo di trucco, scarpe da ginnastica ed esco con i capelli ancora umidi.
Parcheggio il motorino davanti all'officina ed entro.
- Buongiorno piccolina - La sua voce mi fa trasalire quando mi compare davanti con una chiave inglese in mano.
Si avvicina a me, non mi sfiora ma sorride, sono impacciata e in imbarazzo, non so cosa si aspetta che faccia.
- Pensi di salutarmi o stai lì imbambolata a fissarmi tutta la mattina? -
- Ah... scusa - Faccio un passo e gli do un bacio sulla guancia, si siede sopra la scrivania.
- Ok Greta. Che hai? -
- Niente! - Rispondo convinta.
- Allora salutami come si deve -
Sgrano gli occhi, dopo quello che è successo in macchina mi vergogno anche solo a parlare con lui, mi avvicino guardando in basso, lui mi solleva il viso i nostri occhi si incontrano per un secondo, lo bacio schiudendo le labbra vogliosa di sentire di nuovo il suo sapore e quando le nostre lingue si scontrano milioni di farfalle riempiono il mio stomaco, mi aggrappo al suo collo mentre lui mi stringe i fianchi.
Dopo qualche minuto ci stacchiamo entrambi senza fiato, involontariamente mi mordo il labbro.
- Non farlo Greta, o chiudo l'officina e ti porto a casa. Non ho chiuso occhio stanotte -
- Colpa mia? -
Annuisce sorridendomi. - Voglio fare l'amore con te, voglio sentirti urlare, sto diventando pazzo -
- Sei stato tu a fermarti ieri sera -
- Te lo ripeto, perché eravamo in macchina, altrimenti non ci sarei mai riuscito -
Si passa una mano tra i capelli, l'altra scivola sul mio sedere e un brivido scuote il mio corpo.
- Dormi da me stanotte Greta - Non è una domanda, è una richiesta, i suoi occhi sembrano implorarmi e io penso a come potrei fare.
- Ti giuro che dormiremo soltanto se non vuoi fare l'amore -
- Dovrei dirlo a mia mamma... -
- Digli che dormi da Valentina -
Ci penso su, potrei dirgli che dormo da Valentina e chiedergli se mi copre, io l'ho fatto con lei tante volte.
- Tanto so che non dormiremo - Credevo di averlo solo pensato, ma quando lo sento ridere capisco che l'ho detto sul serio.
- Dipende da te, io non ti obbligo a fare niente -
Annuisco ed esco per andare da Valentina.

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