La mattina dopo a lavoro sono nervosa come non mi capitava da tempo, non so l'effetto che mi farà rivederlo, gli ho mandato un messaggio alle 6 dandogli appuntamento alle 14:00 di fronte alla sua officina e quando esco per andare da lui le mie gambe tremano. Il bandone è abbassato a metà e la porta accostata, mi piego ed entro, Andrea si alza dallo sgabello e mi viene incontro, mi bacia sulla guancia lasciandomi di stucco e io mantengo le distanza allontanandomi di qualche passo.
- Come stai Greta? -
Incrocio le braccia al petto.
- Bene. Tu? -
- Abbastanza bene -
- Mi hai fatta venire qui per chiedermi come stavo? - Pensavo peggio, e invece il dolore che mi ha procurato è stato talmente tanto che sono riuscita a cancellarlo quasi completamente dai pensieri.
- Greta mi dispiace se ti ho fatta stare male -
- È passata. Quindi? -
- Sono partito, sono tornato dalla mia ex, è inutile che te lo nasconda, ma il giorno dopo mi sono accorto che mi mancavi tu -
Sorrido e mi lego i capelli.
- Finito? Posso andare? -
- Perché fai così Greta? -
- Perché non c'è più spazio per te Andrea! Ti avevo chiesto di non farmi soffrire ed è stata la sola cosa che hai fatto!
Cosa vuoi che faccia adesso? Che dimentichi tutto e torni insieme a te? -
Annuisce avvicinandosi.
- No Andrea, non lo farò mai. Simone mi rende felice, quello che avresti dovuto fare tu -
- Simone? Quello della foto? C'era già prima che me ne andassi vero? -
- No, non c'è mai stato! L'ho conosciuto il giorno dopo a lavoro, ed è stato l'unico che è riuscito a strapparmi un sorriso -
- Lo sai che non mi arrendo vero? -
- Faresti bene a farlo invece e a tornartene dalla tua ex -
Mi muovo per uscire ma mi blocca afferrandomi per un braccio, gli lascio andare uno schiaffo sul viso.
- Non toccarmi Andrea! Non devi toccarmi! -
Esco dall'officina e tiro un sospiro di sollievo, mi incammino verso casa mia e chiamo Simone.
- Greta -
- Simo devo parlarti - Decido di fargli uno scherzo, rimane qualche secondo in silenzio.
- Dove sei, passo a prenderti -
- Sto per arrivare sotto casa mia -
- Cinque minuti e sono lì -
Quando arrivo lui è già lì seduto in macchina ad aspettarmi, salgo sopra, mi sorride appena.
- Non importa che mi dici niente - Mi dice sospirando.
Mi avvicino sorridendo, lo bacio sulla guancia avvicinandomi alle sue labbra desiderosa di sentirle sulle mie.
- Sicuro? -
Spalanca i suoi occhi, afferra il mio viso e mi bacia con passione.
- Sei una stronza Greta! - Mi dice tempestandomi il viso di baci.
- Lo so.... -
- Com'è andata? -
- Sono qui con te, ti sto baciando, secondo te come è andata? -
- Mi hai fatto prendere un colpo al telefono -
- Baciami e basta -
Mi stringe a se e ricomincia a baciarmi, le sue labbra scivolano sul mio collo, rimango senza fiato, il mio corpo trema.
- Mi fai sentire vivo Greta -
- Grazie di esistere Simo, non ce l'avrei mai fatta senza di te -
Simone
Voglio sapere quello che le ha detto, se l'ha sfiorata anche solo con un dito, se ha provato a baciarla.
- Mi dici cosa voleva? -
- Mi ha detto che è andato dalla sua ex ma che il giorno dopo sentiva la mia mancanza -
Sospiro e la vena sul collo inizia a pulsare, mi conosco, so cosa succede quando si tappa quella, non riesco più a ragionare, vedo tutto nero e sono capace di qualsiasi cosa.
- Simo... sono qui con te -
- Lo so, ti vedo -
- Ma non sei felice -
- Sono felice, sono felice di sapere che sei qui con me, ma mi girano le palle Greta! Se ti ha detto in questo modo sicuramente insisterà per tornare con te -
- E se anche fosse? L'ho rifiutato una volta, lo farò anche la seconda e la terza.... -
Accendo la macchina e parto.
- Dove stai andando? -
- Da Filippo -
Scende dalla macchina, la prendo per mano e dopo aver dato un'occhiata all'officina entriamo nel bar.
- Eccoli! - Esclama vedendoci. Sorrido a Greta che mi stringe più forte la mano.
- Vuoi qualcosa da bere? Oggi è un giorno speciale, voglio festeggiare - Dico avvicinandomi a lei che non mi risponde.
- Io un prosecco Fil - Bacio Greta sulla tempia. - Uno anche a Greta -
Dopo aver brindato ci sediamo a un tavolino.
- Pensavo una cosa Greta -
- Cosa? Mi preoccupi quando pensi -
- Potremmo partire venerdì quando stacchi da lavoro per il mare -
Il suo sorriso mi contagia, non ha bisogno neanche di rispondermi, capisco subito che è un si.
- Giovedì sera passo a prendere la tua borsa e la metto in macchina -
- Si ma dove andiamo? Dove dormiamo? -
- Ho chiesto le chiavi della casa al mare a mia madre -
- Hanno risolto i suoi problemi? -
- Penso di si, ho chiamato mia sorella, mi ha detto che le cose stanno tornando alla normalità -
- Mi fa piacere -
- Te l'ho detto che mia madre mi ha chiesto di chiederti scusa per quello che ha detto? -
- Si, me l'hai detto quando eri ubriaco -
- Non ricordarmelo per favore -
Filippo viene a sedersi al tavolino con noi.
- Allora avete deciso cosa fare questo fine settimana? -
- Venerdì appena esce Greta da lavoro andiamo al mare -
Filippo si passa una mano sul mento, quando fa così sta pensando qualcosa.
- Se ti danno un giorno di ferie andate domani -
- Ma io venerdì.... -
Filippo la interrompe. - Venerdì te lo prendi libero, è il mio regalo -
- Regalo per cosa? - Chiede lei.
- Sono contento di vedervi insieme. State insieme giusto? - Greta mi guarda diventando rossa, poi si volta verso Filippo e scuote la testa abbassando lo sguardo, afferro la sua mano sopra al tavolino, il mio amico ci sorride e torna dietro al bancone per servire una ragazza che è appena entrata.
- Quindi non stiamo insieme? -
Non risponde, mi alzo in piedi e vado a sedermi accanto a lei abbracciandola.
- Quindi non stiamo insieme? - Ripeto sussurrandolo nel suo orecchio, si mette a ridere, si volta e mi da un bacio a stampo appoggiando una gamba sopra la mia.
- Allora? Avete deciso? - Ci chiede Filippo avvicinandosi di nuovo interrompendo il nostro discorso.
- Si, partiamo domani allora - Dico stringendo la mano di Greta. - Tra poco vai a casa e prepari la borsa con quello che ti serve, passo a prenderla dopo cena - Dico a Greta.
La stringo a me baciandola sulla fronte, non riesco ancora a credere di aver trovato una ragazza come lei, devo solo convincerla che non deve avere paura di stare con me, che non la farei mai soffrire.