Mi toglie la maglietta e il reggiseno, sfiora il mio collo con le labbra, mi solleva mettendomi seduta sulla scrivania.
- I tuoi seni mi fanno impazzire Greta -
- Mmmhhh - Stringe un capezzolo tra i denti, è quasi impossibile che solo accarezzandomi riesca a farmi bagnare. Metto le mani sul suo sedere avvicinandolo a me, sento la sua erezione premere sulla cucitura dei miei jeans mentre continua a tormentarmi il capezzolo che si gonfia sempre di più nella sua bocca.
Allunga una mano dietro di me buttando tutto quello che c'è sulla scrivania in terra, tutti i fogli volano in ogni parte della stanza, sgancia i miei jeans e mi sollevo appena per permettergli di sfilarli.
- Hai chiuso a chiave la porta? - Domando in uno sprazzo di lucidità.
- Certo. Rilassati, non pensare a niente -
Appoggio la mia mano sul cavallo dei suoi pantaloni, lui se li sgancia velocemente e li abbassa insieme ai boxer.
- Toccami Greta..... -
Appoggio la mia mano sul suo sesso duro, spinge il bacino verso di me mentre mi bacia quasi con violenza, muovo la mia mano sempre più veloce sentendolo gemere.
- Voglio scoparti Greta.... -
- Sto aspettando..... -
Mi tira giù dalla scrivania, mi fa voltare di spalle e mi fa abbassare sulla scrivania, schiaccio il mio viso contro il legno freddo, le sue mani allargano le mie gambe, il suo sesso struscia sul mio, muovo il bacino vogliosa di sentirlo dentro di me.
- Lo vuoi Greta? -
- Si, ti prego.... -
Lo appoggia sul mio sesso e si spinge dentro di me, lo sento arrivare fino in fondo e chiudo gli occhi per il piacere.
Sposta la sua mano davanti e tocca il clitoride continuando a penetrarmi sempre più veloce, non riesco a trattenere i miei gemiti, il piacere cresce veloce dentro di me, mai mi sarei immaginata di farlo dentro un officina, ma devo ammettere che mi piace.
- Godi amore.... vieni per me.... -
La sua voce mi culla, le sue mani toccano il mio punto più sensibile, tremo di piacere e finalmente raggiungo l'orgasmo con le ultime sue spinte, esce dal mio corpo e un liquido caldo bagna la mia schiena mentre i suoi gemiti strozzati riecheggiano nella stanza.
- Merda merda..... - La sua voce trema, io resto sdraiata sulla scrivania a calmare il mio cuore.
- Stai ferma qui... prendo della carta per pulirti Gre -
Non rispondo, rimango ferma nella posizione in cui mi ha lasciato con gli occhi ancora chiusi, mi ripulisce, accarezza il mio sedere completamente esposto.
- Non farti venire strane idee campione -
Mi da un morso sul sedere e rido.
- Non farei mai qualcosa che non vuoi, anche se sono sicuro che ti piacerebbe.... -
Gli do una spinta spostandolo appena.
- Scordatelo! - Lui si è già rivestito, io raccolgo i miei vestiti e li indosso sotto il suo sguardo attento.
- Ti accompagno -
Annuisco, la sua macchina è parcheggiata davanti all'officina, sotto casa mia spegne il motore e afferra il mio viso baciandomi.
- Ci vediamo domani mattina - Dico prendendo la borsa.
- Va bene -
Salgo le scale, è ancora presto e i miei sono svegli a guardare la televisione.
- Sei già a casa? - Mi domanda mio padre quando mi affaccio in salotto.
- Si, domani devo alzarmi presto! -
- La nostra piccolina è cresciuta -
Piccolina mi chiama anche Andrea, e per un momento arrossisco abbassando lo sguardo, sono tentata dal raccontargli di Andrea, di dirgli che mi sono innamorata, ma sorrido e vado in camera mia.
La mattina dopo sono agitata per il mio primo giorno di lavoro nonostante la barista l'abbia già fatta durante le vacanze estive in qualche bar, Filippo è puntuale mentre io sono arrivata quasi con dieci minuti di anticipo, mi fa vedere dove sono le luci per accendere il locale, dove sono i vassoi per mettere le paste che il pasticcere lascia alle 4, e i primi clienti cominciano già ad arrivare, molto di loro li conosco già perché sono quelli che lavorano al mercato di mattina, faccio due chiacchiere con loro, Filippo mi lascia da sola andando sul retro a preparare il gelato per il pomeriggio e in una volata sono già le 8:00.
Andrea entra e mi sorride.
- Buongiorno piccolina -
- Ciao -
Gli preparo il caffè, so che lui non fa mai colazione, indossa degli occhiali da sole scuri.
- È maleducazione tenere gli occhiali quando parli con le persone -
Li alza sopra la testa, i suoi occhi sono rossi.
- Mamma mia! Ma che hai fatto? - Chiedo spaventata.
- Non sono riuscito a dormire molto -
- Sei stato male? Potevi chiamarmi! -
- Sono stato malissimo, mi mancavi e ho preso sonno tardissimo -
Sorrido, noto che si è fatto anche la barba e anche con gli occhi rossi è stupendo, appoggia 1 euro sul banco rimettendo gli occhiali.
- Ci vediamo più tardi -
Annuisco e continuo a servire le persone che entrano nel bar seguendolo con lo sguardo mentre esce per andare in officina.
La mattinata passa alla svelta, alle 14:00 vado sul retro a togliermi il grembiule, non vedo l'ora di fermarmi da Andrea, saluto Filippo che è entusiasta del mio primo giorno di lavoro ed esco. La mia espressione cambia quando una volta fuori vedo Andrea che tiene in braccio una ragazza mora che continua a stampargli baci sul viso; è bellissima, avrà forse 25 anni, faccio finta di niente anche se avrei voglia di piangere, il mio cuore è in mille pezzi, mi volto come se niente fosse avviandomi a piedi verso casa, ho fatto qualche metro, voglio arrivare a casa e mettermi a letto a piangere quando mi sento afferrare per un braccio.
- Greta! Si può sapere che fai? -
Andrea
Scoppia in lacrime e inizia a battere i pugni sul mio petto, blocco i suoi polsi trattenendola.
- Che fai Greta!!! -
- Chi è quella? Perché ti diverti a prendermi in giro? -
Mi schiarisco la voce e con una mano asciugo le sue lacrime.
- Quella è mia sorella. È tornata stamani dalla Spagna, volevo presentartela... -
Abbassa lo sguardo.
- Merda... mi dispiace, io pensavo.... -
- E secondo te lo farei davanti a te? Te l'ho detto che ci sei solo tu! -
La stringo a me accarezzando i suoi capelli.
- Vieni, te la presento - Prendo la sua mano e la porto in officina, mia sorella si volta e sorride.
- Ciao, io sono Laura -
- Piacere, Greta -
- Mio fratello ha un po' la testa dura ma è un bravo ragazzo in fondo -
- Adesso non mi mettere male Laura -
Le lascio parlare un po', sembrano sue amiche di vecchia data.
- Andrea io vado a casa, ho bisogno di riposarmi un po' - Greta ha l'aria stanca, le sorrido avvicinandomi.
- Ok, chiamami appena ti svegli -
Annuisce e la bacio guardandola andare via dopo aver salutato Laura.
- Ok fratellone, quanti anni ha? -
Mia sorella è sempre stata curiosa, questa volta lo dimostra subito senza girarci troppo intorno.
- 18 -
- Uuhh l'hai già detto a mamma e a babbo? -
- Veramente ancora devo dirlo anche ai suoi -
- Assicurati che siano seduti quando lo farai -