- Non dirmi che ti sono mancato, ci siamo lasciati qualche ora fa -
- Mi sei mancato invece -
Mi sorride togliendomi i capelli che il vento mi ha fatto andare sul viso e mi bacia dolcemente.
- Tieni il casco -
Indosso il casco e mi sistemo dietro aggrappandomi alla sua vita, il mio cuore batte forte come ogni volta che lo vedo.
Non percorre la strada per andare a casa sua, arriviamo nella zona del Viale Europa e si ferma a un giardino, scendo dalla moto, mi tolgo il casco guardandolo mentre fa lo stesso, mi prende per mano e mi trascina a una panchina, ci sediamo e aspetto titubante.
- Ok Greta, ascoltami. Non volevo dirti niente per non metterti in mezzo, ma non posso fare altrimenti, è l'unico modo per riuscire a passare del tempo anche con te -
- Anche? -
- Mi fai finire? - Chiede sospirando.
Alzo una mano in segno di scuse, fisso le mie scarpe aspettando che continui.
- Claudio ha iniziato a fare uso di... cocaina, ha bisogno del mio aiuto -
Spalanco gli occhi guardandolo con preoccupazione.
- Vuole il NOSTRO aiuto. Mi ha chiesto lui di dirlo anche a te perché non vuole che ti trascuro -
Mi scruta per un po' leggendo la mia preoccupazione sul mio volto.
- Non voglio obbligarti Greta, voglio che te la senti. Se non te la senti non importa... -
- Me la sento Andrea, ci sarai anche tu -
- Si, ci sarò anche io -
- Ok -
Mi prende per i fianchi mettendomi seduta sulle sue gambe.
- Ho sempre saputo che sei una ragazza forte -
Passiamo qualche minuto a baciarci, le nostre lingue si cercano.
- Adesso andiamo. Non voglio che ci arrestino per atti osceni in luogo pubblico. Continueremo stasera -
Ci alziamo, e montiamo sulla moto, dopo pochi metri parcheggia e riconosco il motorino di Claudio.
Saliamo le scale lentamente, la sua mano stringe la mia senza lasciarla un secondo, Claudio ci sta aspettando sulla porta, ha l'occhio gonfio e un brutto taglio con del sangue secco sul sopracciglio.
- Oh cazzo - Esclamo guardandolo.
- Claudio ma non sei andato al pronto soccorso ieri? -
Scuote la testa e ci lascia entrare, chiudo la porta alle mie spalle.
- Hai bisogno di ripulirlo Claudio, hai del disinfettante? -
- Si Greta, è nel bagno -
Percorro il corridoio fino a trovare il bagno, c'è un asciugamano intriso di sangue, lo prendo appoggiandolo nella cesta stracolma di panni sporchi, apro l'armadietto e trovo quello che mi serve, raccolgo tutto e vado in cucina.
- Siediti Claudio -
Andrea si alza e prende il posto di Claudio per versare il caffè.
- Tesoro te lo vuoi? - Mi domanda Andrea.
- Si - Rispondo mentre preparo un batuffolo di cotone inzuppato di disinfettante.
Claudio si siede di fronte a me e tira indietro la testa, mi avvicino titubante, so bene come brucia quella roba su una ferita aperta e lo conosco troppo poco per sapere quale sarà la sua reazione.
Appoggio il cotone sul suo sopracciglio socchiudendo gli occhi, una smorfia di dolore sembra trasformare il suo viso ma rimane fermo imprecando sottovoce, mi rilasso e continuo a disinfettare togliendo tutto il sangue secco. Ha già un aspetto migliore, soffio sopra per asciugarla e preparo una garza, la appoggio piano sulla ferita e taglio del nastro con i denti fermandogliela ai lati.
- Ecco fatto - Dico distogliendo lo sguardo, mi blocca il polso e lo fisso.
- Grazie Greta -
- ..... prego -
Andrea mi sorride esprimendomi tutta la sua gratitudine avvicinandosi con i caffè.
- Hai trovato un angelo Andrea -
- Si, ma adesso lasciala -
- Non sarai geloso del tuo migliore amico! -
- Sono geloso di chiunque la tocchi -
Si sorridono e Andrea viene ad abbracciarmi per poi sedersi su una sedia accanto a me.
- Allora? Perché non mi hai parlato dei tuoi problemi? - Chiede Andrea tenendomi stretta la mano.
- Perché so come sei fatto, avresti reagito male. Mi sento inutile, non so con chi parlare -
- Con me Claudio! Con noi! -
- Si, adesso lo so -
- Non sei mai stato solo! Sono sempre stato qui con te! Hai problemi di soldi? -
Claudio scuote la testa.
- Li ho avuti ieri perché quelli hanno voluto i soldi subito -
- Adesso sei pari con quelli? -
Abbassa lo sguardo e annuisce con la testa.
Bevo il mio caffè in silenzio e Andrea mi passa le sue sigarette, ne accendo una e lo stesso fanno loro.
- Posso.... farti una lavatrice? -
Claudio annuisce dopo avermi guardata.
- Te ne sarei grato. Ho lasciato un po' andare tutto -
Mi alzo andando a preparare i panni lasciandoli soli, non so cosa dirgli, non sono ferrata in materia, l'unico aiuto che posso dargli è questo, almeno per ora.
Quando torno in cucina Claudio sta piangendo e Andrea è in piedi davanti alla porta della terrazza che guarda fuori, l'aria è tesa e mi pento di essere tornata in quella stanza, mi guardo intorno, il lavandino è pieno di piatti sporchi, apro l'acqua e inizio a lavarli, adesso la cucina comincia a prendere delle sembianze normali, Claudio si è calmato e sta fumando l'ennesima sigaretta.
- Preparo qualcosa per cena -
Andrea mi guarda annuendo.
- Dov'è Valentina? -
- A casa credo -
- Potresti chiederle se gli va di venire a cena? Andrà Claudio a prenderla -
Claudio sembra stupito almeno quanto me ma mi sorride.
- Ok -
Vado in salotto dove ho lasciato la mia borsa e la chiamo, mi risponde quasi subito.
- Che succede? - Mi domanda.
- Sei a casa? -
- Si, perché me lo chiedi? -
- Ti... andrebbe di venire a cena da Claudio? -
- È uno scherzo Greta? -
- No, me l'hanno appena detto, viene a prenderti lui -
- Lui chi? -
- Claudio -
- Ok, mezz'ora per prepararmi? -
- Va bene -
Attacco e torno in cucina.
- Ha chiesto mezz'ora per prepararsi - Dico prendendo del pomodoro dal mobile.
- Vai a farti una doccia Claudio. E mi raccomando, vai lì, la prendi e torni a casa. Sono stato chiaro? -
- Si, si ho capito! -
Appena esce per andare a prendere Vale, Andrea si avvicina abbracciandomi da dietro, la sua barba appena accennata mi solletica il collo e sorrido.
- Sei una bella persona Greta -
- Non... ho fatto niente di che -
- Stai facendo molto per me. Sono stato fortunato ad averti incontrata -
Mi volto e accarezzo il suo viso, i suoi occhi sono fissi sulle mie labbra, lo bacio e mi sento sollevare da terra ritrovandomi seduta sul tavolo.