Capitolo 13

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'Dobbiamo distruggerti. Sei l'unica che può salvarlo'

Ancora quelle parole dette di continuo nella mia testa. Ogni notte quando chiudevo gli occhi le sentivo e non riuscivo a decifrarle.

"Pronto?" sospirai quando alle tre di notte mi squillò il telefono.

"Scusa Lillian sono lo sceriffo. So che è tardi ma potresti-" la voce dello sceriffo suonava stanca e dispiaciuta ed io lo interruppi subito.

"Arrivo subito" non mi cambiai neanche e indossando il pigiama, dopo essermi messa le prime scarpe che mi capitarono, corsi a casa di Stiles che come al suo solito aveva avuto un incubo.

Non riuscivo più a vederlo così. Gli incubi lo stavano stancando, ed anche me. Seppur io non mi fossi sacrificata, come Stiles, Allison e Scott, che era diventato recentemente un alpha, sentivo l'oscurità. La potevo percepire per via del mio collegamento con la mia anima gemella.

"Grazie mille Lillian, davvero" lo sceriffo mi aprì la porta di casa sua, e potei sentire già dal pianerottolo i lamenti di Stiles.

"Non ho provato a svegliarlo, l'ultima volta che l'ho fatto era molto scosso" mi spiegò il padre del mio fidanzato facendomi annuire.

"Con il mio collegamento in un secondo sognerà unicorni e arcobaleni" scherzai per tirare lo sceriffo un po' su di morale. Neanche lui riusciva a vedere suo figlio in quel modo.

Ormai sapeva tutto quello che si doveva sapere sul sovrannaturale, dopo aver visto il darach non poteva non crederci.
Si trovava ancora un po' a disagio quando parlavamo di lupi mannari, banshee e angeli, ma si stava abituando.

Salì le scale e arrivata alla camera di Stiles, vidi quest'ultimo che si continuava a rigirare nel suo letto sussurrando frasi sconnesse e senza senso.

Cercai di sdraiarmi con lui sul letto senza svegliarlo, e quando ci riuscì, mi ritrovai faccia a faccia con Stiles. Presi dolcemente la testa del mio fidanzato appoggiandola alla mia spalla. Immediatamente i lamenti di Stiles furono rimpiazzati da un leggero russare, e sorridendo mi addormentai con lui.

"Che cosa ci fai qui?" una voce roca mi svegliò e quando notai che non ero nel mio letto, realizzai che era la voce di Stiles.

"Stai zitto e fammi da cuscino" gli ordinai serrando gli occhi per via della luce che filtrava le finestre e accoccolandomi al petto di Stiles.

"Ho avuto un altro incubo, vero?"- non ebbi tempo di rispondere che si rispose da solo-" dannazione, avevo detto a mio padre di non chiamarti quando mi succedeva" si lamentò il mio fidanzato.

"Tanto ero già sveglia" lo informai nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

"È colpa mia se continui ad avere incubi" sospirò Stiles dispiaciuto facendomi svegliare definitivamente.

"Ed è un peso che accetto di portare con te" gli ricordai alzando la testa e guardandolo in faccia per fargli capire che non mentivo.

"Ora dormiamo" appoggiai la mia guancia al petto di Stiles e la sentì vibrare quando quest'ultimo ridacchiò.

"Ti ricordo che sono le 7:00 e tra un'ora abbiamo scuola" mi ricordò il mio ragazzo facendomi sbattere la testa contro il cuscino.

***
"Vuoi un passaggio?" mi girai verso la porta di camera mia e vidi Deaton all'entrata che mi guardava.

"Grazie ma mi accompagna Stiles" lo informai.

"Allora a sta sera" mi salutò Alan prima di andare a lavorare.

Con lui stava tutto andando bene, si era finalmente trasferito a casa mia ed ora la sua camera era quella degli ospiti. C'erano ancora delle cose di mia madre nell'armadio e io volevo lasciarlo così. Mi faceva sentire più vicino a Jennifer in un certo senso.

Angelic | Stiles Stilinski (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora