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Un'ora prima

Quella notte un ragazzo di nome Stiles Stilinski si trovava nella centrale di Beacon Hills. Come suo solito, sdraiato sul divano con i piedi sul bracciolo e con gli occhi rivolti verso il soffitto, giocherellava con le mani, lanciando una pallina di carta accartocciata sopra la sua testa, per poi riafferrarla. A pochi metri da lui, suo padre era seduto alla scrivania. Sfogliava alcuni documenti, facendo scattare il meccanismo della penna e, per completare l'opera, tamburellando con le dita sul legno. Erano evidenti segni di stress, stress che il ragazzo intuì all'istante.
"Non troppo calmo, papà, mi raccomando" spezzò il silenzio Stiles, guardandolo divertito.
"C-cosa?". Evidentemente suo padre era rimasto troppo esterno col pensiero a quelle quattro mura per intendere ciò che gli avesse appena detto il figlio. Staccò la penna dalla bocca, ormai distrutta e completamente morsicata, poi posò gli occhi sul ragazzo.
"Ho detto non troppo calmo, papà. Sicuro vada tutto bene? Sei più agitato della Signora Anderson quando viene a sapere che sei un studio da solo"
"La signora Anderson?". Era evidentemente altrove col pensiero.
"Si, quella che ti gira sempre attorno, papà. Diventa rossa ogni volta che sente il tuo nome"
"Oh, lei. Capito"
Stiles si mise seduto, per poi alzarsi tenendo stretta la pagina accartocciata nel pungo. Si diresse verso la scrivania, prese uno sgabello e si sedette al suo fianco.
"Sputa il rospo, Sceriffo"
Suo padre non aveva mai voluto renderlo partecipe, ne avrebbe mai voluto farlo quella notte. Fu nel momento in cui sentì le forze mentali svanire poco per volta, la stanchezza dominare e l'intuito venire meno che decise di permettergli di aiutarlo. Porse i documenti a suo figlio, il quale li prese tra le mani, appoggiando la pagina accartocciata sul tavolo.
"C'è qualcosa di strano in queste carte?"
"Guarda qui", disse indicandogli una sottolineatura che lui stesso aveva fatto. "Questa ragazza è la stessa di cui avevo analizzato il caso anni fa, l'omicidio Martin"
"L-Lydia"
Una lacrima rigó il viso di Stiles, al ricordo di quel giorno in cui perse una delle persone a cui teneva di più.
"Proprio lei, s-si. L'omicidio risale al 27 luglio del 2007, e l'altro giorno riguardando il suo fascicolo ho trovato questo foglio. Proviene dalla Centrale, se noti c'è il timbro della città" disse porgendogli un altro documento. "Stesso colore e formato di carta, stessa grafia degli altri fogli. Contenuto diverso"
"Non c'era mai stato prima d'ora?"
"Sicuramente non c'era l'ultima volta che l'ho visionato, quindi circa un anno fa"
Stiles analizzó il documento, soffermandosi su quelle righe.

Sotto il candore della Luna, vivono il Male e il Bene. Collidono, si alternano, si distruggono. Sotto il candore della Luna, vive chi mi ha trattenuto. Preparati, tu che leggi.
Preparati a raggiungermi.
Preparati ad amare.
Preparati ad amarlo.

Terminava così, così come terminarono le parole di Stiles leggendo quelle frasi.
"C-cosa ne pensi?" chiese suo padre.
"Penso che qualcuno abbia fatto uno scherzo di cattivo gusto" rispose non convinto di quell'affermazione.
"Chi avrebbe potuto farlo?" proseguì.
"Nessuno degli agenti, sicuro. Qualcuno deve essersi infiltrato, aver scritto questo messaggio e poi averlo messo nel fascicolo"
"Il problema è chi" puntualizzó Stiles.
"Il problema è chi, si" ripeté lo sceriffo.
Rilesse quelle parole, non riuscendo a staccare la mente dal ricordo, rimasto fin troppo vivo nel tempo.
Rilesse quelle parole, chiedendosi chi stesse parlando, a chi si stesse rivolgendo e chi fosse questa persona da amare.
Guardò suo padre, per poi soffermarsi sulle proprie mani. Tenevano strette quel foglio, avvolte ad esso talmente decise che avrebbero potuto romperlo.
Si ricordó della pagina accartocciata, posta sul tavolo. La prese e se la girò tra le mani, come se dovesse dargli qualche risposta, come se potesse distendergli i pensieri.
Fu esattamente quello che fece Stiles.
La afferrò e la distese tra le mani, rivelandone il suo contenuto. Più quella pagina venire tesa, più la sua mente rilassava le connessioni mentali che la rendevano stanca.
Più quella pagina veniva tesa, più quelle righe si posizionavano in modo lineare per essere lette dal ragazzo.

Sotto il candore della Luna, vivono il Male e il Bene. Collidono, si alternano, si distruggono. Sotto il candore della Luna, vive chi mi ha trattenuto. Preparati, tu che hai ricevuto questa pagina.
Preparati a raggiungermi.
Preparati ad amare.
Preparati ad amarlo.

"Death Love Birth", di Sarah JaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora