Riconobbe immediatamente la chioma rossa.
Senza indugiare, le si avvicinò con una tale velocità da spaventarla, e prima che qualsiasi parola potesse uscire dalla sua bocca, secca per la fatica, prima che qualsiasi reazione avesse modo di essere esternata, prima che la mente potesse rendersene conto, gli occhi si posizionarono su quel corpo.
Come se ne fossero stati attratti.
Come se fossero stati chiamati.
Come se il loro aiuto determinasse la sottile linea che separa la Vita dalla Morte.
La Trischele, illuminata dal raggio lunare, penetrò negli occhi di Scott a tal punto che ne fu quasi accecato. E ad accecarlo fu anche una lacrima che, dalla sua guancia, cadde prima aggrappandosi ad essa, poi andando a scontrarsi contro la spalla dell'umano, accasciato a terra.
Quello era il suo Alpha.
Quella era la sua guida.
Quello era Derek Hale.
"L-Lydia..."
"È accaduto, Scott. È accaduto"
D'un tratto, i suoi occhi iniziarono a vagare.
In cerca della ragazza, causa di tutto ciò.
In cerca della ragazza, causa dell'imminente morte dell'Alpha.
In cerca di quell'Anima, dell'Anima di cui Derek Hale si era innamorato.
Ma le iridi bronzee di Scott non avrebbero trovato nessuna chioma femminile, nessuna bocca morbida, nessun corpo esile.
Ciò che trovarono, era ben diverso da quello che si erano immaginate.
Ciò che trovarono, era ben più bello di quello che si erano immaginate.
Ciò che trovarono, fu Stiles.
Il suo corpo, ancora pressato per metà dal peso di Derek, emanava purezza, innocenza e semplicità.
Quell'Anima, così pura, innocente e semplice, sembrava come paralizzata.
Ciò che Stiles non sapeva, era che fosse diventato il Centro della paralisi di Derek, la sua Luna, il suo Pensiero più bello.
Ciò che Derek non sapeva, era che Stiles fosse il proprio Centro della paralisi, la propria Luna, il proprio Pensiero più bello.
Agendo d'Istinto, Scott si avvicinò a Derek e cercò di sollevarlo, inutilmente.
"Non funzionerà, Scott. È debole, ma è pur sempre un Alpha". Lydia disse queste parole come se le fossero state dettate da dentro, come se le avesse dette inconsapevolmente. Sapeva esattamente quale fosse l'unica soluzione, ma sapeva anche che includeva dolore, rischio, sofferenza.
"Afferra il suo braccio"
E Scott lo fece.
Strinse la sua mano attorno a quella di Derek, tenendola così saldamente che niente avrebbe potuto rompere quel Legame.
"Ora affonda gli artigli nella sua spalla"
E Scott lo fece.
Alzò il volto, così umano, così limpido, così fresco. Alzò il volto e i suoi occhi incrociarono subito la luce perlacea della Luna. Vennero accecati, e l'umano, in un istante, si innamoró di quel satellite bianco.
Ancora una volta, aveva vinto Lei.
Ancora una volta, non aveva resistito alla sua vista.
Ma questa volta, era per una buona causa.
Il suo volto si scurí, rivelando una peluria fitta che si tramutó in un manto color mogano. La sua bocca, venne sostituita dalle fauci, le sue unghie dagli artigli.
Drizzó la coda, ululó e con quelli stessi artigli penetró la pelle bronzea di Derek. Li affondó cosi profondamente che Lydia sussultó a quella vista, temendo che non avrebbe funzionato, ma nel suo cuore sapeva che fosse esattamente la cosa giusta da fare.
Il Licantropo ululò una seconda volta, provando un dolore lancinante nel ferire il proprio Alpha.
Stava venendo meno alle leggi del branco.
Stava venendo meno alla propria etica.
Stava venendo meno al Legame.
E con quell'azione, gli occhi di Derek si spalancarono, per poi richiudersi all'istante. Nel frammento di tempo in cui erano rimasti aperti, un lampo di luce accecante e magnetica aveva invaso lo spazio circostante.
"D-Derek"
"Ci sei riuscito, Scott"
"A far cosa?"
"Lui ti ha sentito. E per quanto possa essere umano ora, dentro di lui c'è ancora un Lupo.
E un Lupo vivrà sempre finché il suo Branco gli resta affianco"
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"Death Love Birth", di Sarah Jane
FanfictionQuella notte, qualcosa si interpose all'Istinto. Quella notte, qualcosa di meno animalesco, qualcosa di più umano, salvò Stiles Stilinski dal morso di Derek Hale.