Scream, Lydia. Scream.

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Il corpo di Derek continuó a contorcersi spasmodicamente, il battito cardiaco raggiunse palpitazioni disumane e i suoi occhi color smeraldo, come fari nella notte, emanarono una luce impalpabile tanto quanto intensa.

Con l'aumentare del dolore, diverse gradazioni del verde vennero perse dalle sue iridi, privando Derek di uno dei suoi strumenti migliori di potere.
Quegli occhi, capaci di governare sugli altri con un solo sguardo.

La Banshee, dopo aver gridato per qualche secondo, squarciando la notte di Luna Piena con la disperazione contenuta nella sua voce, accorse verso l'altro lato del giaciglio, dalla parte su cui era sdraiato il Licantropo divenuto uomo.

Lacrime di sangue piangevano dal cuore di Derek, da un cuore che non era ancora consapevole di avere. E il frammento di Anima di Stiles, incastonato nel suo petto, vibrava così forte da comportare dolore. Si stava facendo sentire, si stava facendo sentire per confermare la sua presenza nel corpo dell'ormai umano.

Come a ricordargli che esisteva.
Come a ricordargli che quello era il motivo della radicale trasformazione.

Il respiro del Licantropo venne meno, e la gabbia che lo stava tenendo prigioniero, soffocandolo, non era nient'altro che il corpo in cui non si riconosceva e in cui non si era mai sentito a proprio agio.

I muscoli si contorsero, le dita si tesero in cerca di aiuto, aiuto che Lydia non esitò a dare.

"R-Respira, Derek. R-Respira"
Solo nell'attimo in cui pronunciò queste parole, si rese conto del fatto che ciò che le sembrava una mancanza di aria, era in realtà il bisogno di avere il ragazzino fragile e pallido ancora più vicino di quanto già non lo fosse.

La ragazza dai capelli rossi spostò gli occhi da uno all'altro, e poi capì.

Istintivamente, afferrò la mano destra di Stiles e quella sinistra di Derek e le fece combaciare, per poi farle richiudere una nell'altra.

Quella dell'uno, forte e potente, conteneva al suo interno quella dell'altro, fragile e innocente.

E le dita, quelle dieci dita iniziarono come automi ad intrecciarsi.

Senza che nessuno lo decidesse.
Senza che nessuno forzasse quel gesto.
Senza che nessuno avesse detto loro come fare.

E con quel tocco, la gola del Licantropo divenuto uomo riprese a far scorrere aria al suo interno, dandogli la possibilità di parlare.

Nonostante il dolore lancinante al petto e le contrazioni muscolari innaturali che lo rendevano disumano, boccheggió. 

"L-Lydia, p-portameli. S-subito"
"Non credo di riusc..."
"U-Urla, L-Lydia. U-urla"

E la ragazza, senza pensarci due volte, seguì il codice del Branco ed emise un urlo più forte, se possibile, di quello precedente. Gridó per secondi e secondi, tanto che quando smise cadde a terra per lo sfinimento.

Si rialzó solo quando l'imponente cancello di ferro venne aperto da due figure.

"Death Love Birth", di Sarah JaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora