Quell'anima rossa, col suo vestito bianco di seta, vagava nella dimora del Licantropo, nella casa che ormai da tempo considerava sua.
Con i capelli raccolti, gli occhi attenti e sensibili a qualsiasi percezione, era in preda a pensieri profondi e sconnessi tra loro.
Lydia, in quella notte resa chiara e limpida dalla Luna piena, tutto riuscì a fare tranne che rimanere ferma, in attesa che lui tornasse.
Vagava su e giù per le scale, in cerca di qualcosa, di qualcuno.
Sapeva che la Bestia fosse fuori, dal momento che poté sentirne la distanza.
Sapeva che la Bestia, quella notte di Luna piena, era assetata di ucccidere.
E sapeva anche, inconsciamente, che la Bestia non avrebbe ucciso, che sarebbe stata innocua, e che sarebbe morta per poi rinascere.
Diede ordine ai suoi pensieri, sedendosi sul giaciglio a lei destinato e prendendo in mano, inconsapevolmente, il blocco da disegno.Un Licantropo apparve su quel foglio bianco, delineato da neri contorni schizzati e imprecisi.
Un ragazzo, svenuto sotto di lui, scaturì dell'inchiostro di quella penna.Fu allora che, lungo la schiena della ragazza, si insinuó la consapevolezza del pericolo, la sensazione di imminente Morte della persona che l'aveva salvata.
Nel frammento di tempo in cui gli occhi di Stiles vennero illuminati dal raggio lunare, attraendo come una calamita l'attenzione del Licantropo, avvenne.
D'un tratto, non fu più la gravità a tenerlo saldo a terra, nè fu l'Istinto a guidare i suoi movimenti.
D'un tratto, qualcos'altro dell'odore attirò il Licantropo verso Stiles.
D'un tratto, gli occhi di Derek si incatenarono a quelli di Stiles.
Le sue iridi luminescenti, rare come rubini, penetrarono il viso di quel ragazzo.
L'arto teso in aria si immobilizzó, non più in grado di procedere nell'atto carnefice.
Non più in grado di uccidere.
Non più in grado di ferirlo.Il sangue smise di scorrere in quelle arterie, ora più strette che mai.
I muscoli si rilassarono, le fibre smisero di attorcigliarsi in preda all'eccitazione.
Il Contatto era avvenuto.
"Derek" fu la prima e l'ultima cosa che pronunció.
Riusciva ad avvertire ogni sua contrazione, ogni sua sensazione di dolore. Ciò che stava provando lui, nella riserva in preda all'amore per il ragazzo svenuto, veniva trasmesso a lei come se lo stesse sentendo sulla propria pelle, rendendola soggiogata tanto quanto lui.
Guidata dall'istinto, e facendo affidamento ai propri sensi da Banshee, si precipitò fuori dalla dimora, in cerca del Licantropo.
Il cuore le batteva così forte che avrebbe potuto scoppiare, ma la mente rimase lucida, sana, determinata a trovarlo, a trovarli.
Corse tra le radici degli alberi, attraversando le alte fronde e venendo schiaffeggiata in volto dai rami.
Corse scalza, facendo sanguinare i piedi per via della velocità con cui si stava dirigendo verso il Licantropo.
Corse senza sosta, reggendo un lembo del vestito tra le dita e con l'altra facendosi strada.
Allungava la mano in avanti per aiutarsi nel percorso, tendendola più in là che potesse in modo che la direzionasse verso il giusto luogo.Dopo un tempo che le parve un'eternità, lo avvertì.
Fu una percezione diversa, meno intensa delle solite volte.
L'odore che di solito emanava il Licantropo sembrava essere ridotto quasi a inesistente.
Il latrato che di solito accompagnava le sue folli corse, era impercettibile a tal punto che Lydia si chiese se davvero fosse vicina a lui, se davvero l'istinto l'aveva guidata nella giusta direzione.Avanzò determinata e, affidandosi ai propri sensi, fu così che lo trovò.
Fu così che li trovò.
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"Death Love Birth", di Sarah Jane
Hayran KurguQuella notte, qualcosa si interpose all'Istinto. Quella notte, qualcosa di meno animalesco, qualcosa di più umano, salvò Stiles Stilinski dal morso di Derek Hale.