My Hands, your Hands.

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Arrivarono davanti alla dimora del Licantropo. Scott, una volta giunti davanti a quell'edificio, adagió lentamente il ragazzo a terra per poter aprire. Lo riprese pochi istanti dopo, riportandolo al suo petto come se fossero già stati troppo distanti.
Non poteva lasciarlo solo nemmeno un minuto, non poteva abbandonare quell'essere fragile e innocuo.
Non ora che ne aveva bisogno più di qualsiasi altro momento della sua vita, non ora che la sua Anima si era allontanata dal suo corpo.
Lo tenne in braccio e, attraverso una serie di cunicoli, arrivarono al grande portone di ferro. Con un piede, reggendosi in equilibrio, lo aprì facendolo scorrere lateralmente lungo il meccansimo metallico.
Era stato mille volte dentro quella dimora, e non l'aveva mai vista così.
Era stato mille volte dentro quelle quattro pareti, e niente era come prima.
Quel luogo era vulnerabile ora, senza nessun Alpha che lo proteggesse, e il ferro degli infissi avrebbe retto ben poco di fronte alla forza dei Licantropi di Beacon Hills.
Entrarono, e con l'altro piede richiuse il portone, trovandosi finalmente dentro.

La vetrata filtrava i raggi lunari, che si andarono a posizionare esattamente sul corpo di Derek, sdraiato sul suo giaciglio, immobile.
Lo bagnavano di una luce pura, di una luce tanto bella quanto carnefice. Derek più di tutti era sempre stato soggiogato da quell'astro celeste, e d'altronde si sa: un vero lupo ulula solo alla sua Luna.
E lei lo era, era sua.
Era la Luna che illuminava il suo territorio, era la Luna a cui aveva sempre guardato con nostalgia, sapendo di non poterla mai toccare.

Scott avanzò cautamente, temendo di svegliarlo, ma in fondo sapeva che quel sonno sarebbe durato a lungo, così come sapeva che sarebbe durato a lungo quel periodo di transizione tra il Contatto, dettato dalle leggi della Natura, e l'Amore, quello spontaneo, quello sincero, quello vero.
Reggendo il ragazzo, ancora col viso appoggiato al suo petto, scese pochi gradini e arrivò vicino al giaciglio su cui stava dormendo l'unica persona che mai sarebbe stata così poco vigile, se non fosse stata obbligata a farlo per una mancanza di forze.
Allungò le braccia, e delicatamente appoggiò il ragazzo al suo fianco, facendoli scontrare dolcemente, adagiando Stiles con il volto rivolto verso quello di Derek.

Entrambi giacevano sul fianco.
Entrambi, inconsapevolmente, si stavano guardando.
Entrambi, inconsapevolmente, si stavano completando. L'uno con la presenza dell'altro.
Entrambi, inconsapevolmente, si stavano amando.
Ricongiungere quei corpi creò brividi in essi, che iniziarono a muoversi leggermente, per poi tornare in quella dimensione che sono i sogni.

Nel frammento di tempo in cui i loro muscoli avevano dato segni di vita, le loro braccia si erano distese lentamente, centimetro dopo centimetro, facendo sì che le dita fossero arrivate a sfiorarsi, per poi intrecciarsi.
Come se fosse il loro unico scopo.
Come se non chiedessero altro che quello.
Come se vivessero per combaciare.

Tocchi impalpabili li legavano, tocchi intensi li univano.
E Scott, non riuscendo a staccare gli occhi da quella scena, sorrise senza nemmeno rendersene conto.
Seguiva i loro movimenti con lo sguardo, e rimase paralizzato nel vedere come si stavano cercando l'un l'altro, nonostante la diversità.
Come si stavano volendo, nonostante non si conoscessero nemmeno.
Come si stavano amando, senza nemmeno essersi mai visti.

Ma l'Amore è certezza, l'Amore non si inganna.
Lui sa chi siamo, e sa a chi affidarci.
Sa chi siamo, e sa con chi farci incontrare.
Sa chi siamo, e sa chi è in attesa di amarci.
E Derek era in attesa da sempre di amare Stiles, da sempre.

Diede un'ultima occhiata a quei due corpi creati per incastrarsi alla perfezione, e i suoi occhi si inumidirono.
Vedere quel Licantropo dal cuore di pietra, ora divenuto umano grazie alla presenza di un'Anima incastonata nel suo petto, lo fece rabbrividire.
Era come pensare a un oceano in tempesta, come pensare a un oceano in tempesta su cui, da un momento all'altro, si erge un'isola. E il marinaio, in balia delle onde, trova la sua salvezza. Attracca, da naufrago, e si riposa. Si riposa dalla fatica, dalla stanchezza provata, dai turbamenti dell'animo.
Stiles era questo per Derek.
Una zona sicura, un luogo di salvezza.
Un luogo in cui si sarebbe sentito sempre a casa.
Un posto in cui mai avrebbe dovuto temere di esssere se stesso, dove mai avrebbe dovuto temere di Amare.

"Death Love Birth", di Sarah JaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora