Teach Me How To Love.

737 83 3
                                    

Il Licantropo Beta, sfinito, si accasciò a terra scivolando sulla parete fredda. Deaton gli si avvicinò con cautela, consapevole della forte emozione che stava provando in quel momento dentro di sé.

"Cosa provi, Scott?"
"Protezione, senso di protezione"

Il Druido lo raggiunse, sedendosi al suo fianco. Da quella visuale, poterono osservare l'intera scena che stava prendendo forma davanti a loro.

Derek Hale, reduce da una morte sfiorata ma allontanata, respirava ora lentamente.

Lydia, dal canto suo, lo osservava con affetto e preoccupazione per poi trovare, in una fusione di sguardi con Deaton, la conferma che dovesse tranquillizzarsi.

"Sta ancora dormendo?" chiese la ragazza dai capelli rossi, raggiungendo Stiles dall'altro lato del giaciglio. Appoggiò le sue dita su quella fronte, su quella fronte dentro cui diverse immagini stavano prendendo forma.
"Credo stia sognando, Lydia. Credo stia sognando Derek".

E con queste parole, il Druido si alzò, facendo qualche passo per raggiungere il ragazzino, disteso sul giaciglio.

Si sedettè al suo fianco e con le dita della mano sinistra gli sfiorò il volto.
Le premette leggermente, per venire in contatto con ciò che, nella mente di Stiles, stava avvenendo.

"Una volpe, una volpe che cammina lenta nella neve. E un lupo, un lupo nero dagli occhi verdi" disse con calma, con gli occhi chiusi, perso nei sogni del ragazzo.
"Si stanno guardando, avanzano l'una verso l'altro. Si stanno cercando, avanzano sempre più velocemente per venirsi incontro".

Lydia e Scott, increduli di ciò che il Druido stesse raccontando, basandosi su ciò che dal sogno di Stiles riusciva ad estrarre, si guardarono cercando risposte l'uno negli occhi degli altri.

All'improvviso, Deaton smise di parlare. Aprì gli occhi, scattò in piedi e guardò la scena davanti ai suoi occhi. Si avvicinò a Derek, e lo voltò verso il centro del giaciglio. Lo stesso fece con Stiles, in modo che potessero essere ancora più vicini. Afferrò con delicatezza le dita del Licantropo divenuto uomo e quelle del ragazzino, e le fece combaciare, sapendo esattamente quale fosse lo scopo di tale azione. Voleva aiutarli nel sogno, voleva incoraggiarli ad avvicinarsi l'uno all'altro, senza timore.

Toccó nuovamente la fronte di Stiles, e continuò ad indugiare nelle immagini che stavano abbellendo quella mente.

Il Lupo, così forte e determinato, si chinò davanti alla bellezza di quella volpe dal manto color fuoco.
Con eleganza, abbassò il capo.

La Volpe, non abituata a quel tipo di interazione tra le due specie, iniziò ad avanzare, girandogli intorno, mostrandosi attenta, scaltra, ma innocua.

Si guardarono a lungo, e a lungo tennero gli occhi l'una sull'altro. Quelle iridi, così preziose color del legno, si allacciarono a quelle color smeraldo. Apparentemente fredde, apparentemente schive, apparentemente restie a lasciarsi scrutare.

Ma la Volpe, quell'animale innocuo e intuitivo, capì in un istante il vero desiderio del Lupo. Gli si avvicinò, lentamente, senza paura di essere di troppo e con la consapevolezza che lei avrebbe potuto, una volta per tutte, rendere quel cuore di pietra un cuore vero.

Accarezzó con il manto le zampe del Lupo, ora rialzatosi e con il capo tenuto alto.
Accarezzó con il muso quelle zampe, tanto da costringerlo a levarne una per far si che lei non ci salisse sopra. E in ultimo, si alzò su due zampe, tenendo ferma la posizione e appoggiando quelle anteriori sul dorso dell'animale.

Il Lupo, apparentemente infastidito da quella presenza, si accasció, ritrovandosi la Volpe tra le sue zampe, nuovamente. Decise, apparentemente controvoglia, di lasciarla lì. E lei, accoccolata nel manto nero, sospirò dalla serenità.

Si erano uniti, si erano uniti due animali così diversi ma legati da uno stesso destino.

Entrambi, una volta presa coscienza di quella situazione, iniziarono a strusciare i loro musi l'uno contro l'altro, mordicchiandosi reciprocamente le orecchie e leccandosi le finte ferite create dai finti morsi.

In pochi istanti, si addormentarono, entrambi.
Stavano bene, erano sereni e, sopratutto, lo erano insieme.

E quel Lupo, quel Lupo così restio all'abbandono, alla fiducia e all'Amore, quello vero, si dimostrò completamente capace di amare quella creatura, addormentata tra il suo manto nero.

Era stata la determinazione con cui essa aveva agito, ad averlo reso così.
Era stata la consapevolezza che essa aveva in cuore, ad averlo reso così.
Ed era stata la voglia che aveva di farsi amare a far sì, che il Lupo, capisse di amarla.

"Death Love Birth", di Sarah JaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora