Capitolo 3

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Sinceramente tutto ciò é troppo strano per me.
Io che scopo senza provare nulla?
Ma, probabilmente basta pensare al male che ti fanno loro ed invece sta volta sono io quella senza sentimenti.

Per due giorni Alexander non si fa sentire, poi di punto in bianco mi chiama.
«Ciao Tata, come va?» mi chiede.
«Bene te?» rispondo.
«Volevo chiederti per il fatto di lavorare per me, nel mio locale. Ti va ancora?» mi chiede.
Alexander é proprietario di un locale in centro Monza, che usa per concerti di altri rapper o per sé stesso.
«Dimmi bene di che si tratta..»
«Praticamente dovresti accogliere i clienti all'ingresso leggendo chi é in lista. Poi ti diverti e stai con noi.» mi dice.
«Va bene, se vuoi provo una sera.» gli rispondo.
«Domani sera, lavoreresti solo il sabato e forse un giorno in settimana a 35 euro a sera.» mi dice.
«Ok, a domani»
"Meglio di niente no?"
Tanto, sono una studentessa di lettere, almeno guadagno qualcosa.

Il giorno seguente vado direttamente a Monza dove ha il locale.
«Ciao Jessica.» mi dice Flavio, un suo amico.
«Ciao» rispondo.
Flavio é un ragazzo che non apprezzo particolarmente, é un maiale con cui per mia sfortuna uscii una volta.
Dopo di che non volli più vederlo, ma dato che fa il personal trainer nella nostra palestra, sono costretta a incontrarlo sempre e questo pervertito é divenuto amico e collega di Alexander.
Mesi prima quando era appena stato assunto mi aveva chiesto di uscire.
C'è stato un incontro davanti al parcheggio di un locale dove pensavo di entrare, invece mi ha chiesto direttamente di fargli un pompino.
Nemmeno una presentazione, un ciao.
"Mi fai un pompino?" E poi mi ha messo direttamente la mano verso le mutande.
Gli ho tirato uno schiaffo e me ne sono andata.

«Ciao Jeeey» mi dice Cristhoper, un altro amico di Alexander, che avevo conosciuto l'estate scorsa in un'uscita in compagnia e che ogni tanto mi scrive ancora.
Poi sbuca Alexander dal bagno e mi saluta con un sorriso smagliante.
Sempre bellissimo, con le sue adidas bianche, maglietta larga nera con le scritte del suo logo bianche.
«Bene. Tieni la lista iniziamo» mi dice.
Sono le 23 più o meno e la gente inizia ora ad arrivare.
Vado fuori dal locale insieme ad Alexander e accolgo la gente.
Dopo un po' entra e mi fa segno di seguirlo.
«Direi che possiamo aver finito per stasera.» mi dice, dopo appena un'ora.
E mi indica di seguirlo.

Mi porta in una stanza buia e mi scaraventa all'interno.
L'unica cosa che vedo é un dildo rosa fluo in un materiale strano.
«Ti voglio, ma prima devi eccitarti con quello.» mi dice Alexander.
«In che senso?» gli chiedo.
«Spogliati, lentamente e infilatelo. Adoro vederti eccitare.» mi dice.
Io sono un po' perplessa e in imbarazzo.
Fuori ci sono almeno 200 clienti e tutti i suoi amici.
Lo guardo e senza dir nulla, mi avvicino a lui.
Inizio a spogliarmi.
Inizio dalle scarpe, tolgo quei scomodissimi tacchi borchiati, tolgo la gonna nera lunga e mi struscio su di lui che é ancora in piedi.
In questa stanza c'è un tavolo, una sedia, un letto e degli attrezzi sparsi.
Ho solo il mio perizoma in pizzo blu e il corpetto in jeans coi lacci.
Slaccio il corpetto guardando la sua eccitazione negli occhi.
Rimango solo con lo slip, struscio il mio seno contro il suo e gli lecco il collo.
Vado sul tavolo e senza togliere gli slip afferro quell'enorme dildo fluo, che quasi mi fa ridere.
Inizio a passarmelo su e giù fuori dagli slip mentre lo fisso.
«Oh cazzo, quasi vengo così. Continua ti prego.» mi dice socchiudendo gli occhi e avvicinandosi al tavolo su cui sono seduta.
Apro le gambe appoggiandole sulle ginocchia di Alexander, che é ancora in piedi.
Sposto lo slip e sfrego il dildo contro la mia vagina, questo giochetto mi sta eccitando un sacco, soprattutto vederlo così.
Lui mi afferra il dildo dalle mani e me lo infila lui all'interno della mia intimità.
«Godi cazzo, voglio sentirti urlare» mi dice lui con gli occhi pieni dall'eccitazione.
«Voglio te dentro» gli dico all'orecchio leccandoglielo.
Lui toglie subito il dildo che stava inserendo e afferra un preservativo dal cassetto sotto il tavolo.
Si infila il preservativo sulle sue grosse protuberanze, spogliandosi completamente in pochi secondi.
Io gli afferro il collo e lo spingo verso di me.
«Ti desidero» mi dice Alexander insidiandosi dentro di me.
Io sono seduta sul tavolo, mentre lui mi allarga sempre di più le gambe, appoggio la schiena contro il muro, lui continua ad entrare ed uscire dalla mia vagina da in piedi, ora é quasi sdraiato sopra di me.
Poi mi afferra dalle natiche, io chiudo le gambe intorno al suo busto, senza farlo uscire da me.
Mi spinge contro il muro e continuiamo a farlo così selvaggiamente, con tutta la forza che ha.
Poi quando le bracca dal mio peso lo stremato mi lancia sul letto.
«Siamo due pazzi vero?» mi domanda mentre geme contro di me.
«No, siamo semplicemente due pervertiti» gli dico ridendo.
«Di più, più forteeee» gli urlo in preda all'inizio di un orgasmo.
Lui però invece che aumentare la velocità, la diminuisce.
«Mi fai impazzire cazzo» urlo.
Mi afferra dalle spalle all'improvviso e mi gira, io inarco la schiena e appoggio il viso contro il cuscino.
«Così cazzo, così» continuo ansimando sempre più forte.
«Alexander..» dico mentre raggiungo l'orgasmo tanto desiderato.
Lui esce dal mio corpo, gli tolgo il preservativo e inizio a leccarglielo e a succhiarlo, sempre più forte, sempre più velocemente.
«Sto per..» mi dice con voce bassa e con gli occhi persi.
Io gli faccio capire che non mi interessa e dopo poco viene dentro la mia bocca.
Un sapore sempre amarissimo, che non conoscevo quasi più.
«Fantastico..» mi dice subito dopo lasciandosi completamente andare sul letto.
Io subito afferro tutti i miei vestiti sparsi per la stanza e mi rivesto.
«Jessica..» mi dice Alexander.
«Cosa?» gli rispondo.
«Rimani qui..» mi dice.
«Dobbiamo andare, ci sono i tuoi amici, tu sei il mio manager e ti staranno cercando gli altri tuoi dipendenti.» gli dico, mentre lui triste si riveste.
"Pure le coccole vuole?" Penso, bah.
Poi é anche così eccitante scopare con lui sapendo che é pure il mio manager e che sono nel luogo di lavoro.
Lo so, é da pazzi.

Ci rivestiamo ed usciamo, i suoi amici scoppiano a ridere appena ci vedono.
Sanno già quello che stavamo facendo lì dentro.
«Bravi almeno qualcuno tromba qui» dice Flavio, quel coglione.
«Bhe ovvio» risponde Alexander.
«Ti piacerebbe..» rispondo io.
Col cazzo che gli faccio fare il figo.

Ascoltiamo qualche pezzo di qualche suo collega, poi canta lui un suo pezzo, proprio da pervertito.
Ormai non c'è più quasi nessuno e sono le 2 passate e con una scusa scappo dal locale.
Non voglio far troppo parte della sua vita, so già che potrei affezionarmi troppo e poi impazzire ancora.
Meglio evitare.

Lui lo posso amare solo durante gli orgasmi.

Spogliami ora! (#Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora