Capitolo 18

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Mi avvicino alle rose e le annuso,hanno un profumo buonissimo.
<<Va beh è ora che io vada>> gli dico improvvisamente.
<<Di già padrona?>> domanda con fare sottomesso.
Io annuisco, mi rimetto un attimo a posto, prendo la borsa e me ne vado.
Lui mi afferra per il braccio, mi bacia.
<<A presto padrona , vieni a trovarmi quando vuoi, ti lascerò sempre le chiavi sotto lo zerbino>> mi dice.
Vado in macchina e rifletto un attimo sul mio stato d'animo.
È divertente, ma alla fine un po' frustante, è come se mi svuotasse.
È bello però sperimentare fin dove entrambi possiamo arrivare.
Prendo il telefono ho un sms.
È Alexander, cosa vuole ancora?

"Ciao Jessica volevo chiederti scusa, quando vorrai tornare al locale ne parliamo, non fidarti di Christopher è peggio di me"

Cosa cazzo significa? Non voglio rispondere, non so cosa dire, poi è peggio di me.. Ma che ne vuole sapere lui.
Voglio solo pensare a domani, al mio colloquio alla book production una delle più grandi case editrici in centro Milano.
Devo prendere il treno e la metro non è vicinissimo da dove abito, ma è in una zona bellissima.
Vado a letto metto la sveglia alle 9.
Penso a tutto prima di riuscire finalmente ad addormentarmi.

Drinn Drinnn Drinnn
Mi sveglio subito, quasi d'assalto facendo ribaltare Sissi che dorme appoggiata al mio fianco.
Ogni mattina la solita storia, esco dalla coperta in un leggero balzo per non farle male, dato che non ne vuole sapere di svegliarsi e spostarsi.
Si gira e mi guarda male con la sua molletta rosa storta che doveva servirle per farla vedere, senza avere il ciuffo davanti agli occhi.
Scoppio a ridere per il suo sguardo, lei sbuffa e riappoggia la testa sul letto.
Corro in bagno, lavo subito faccia e denti e torno in camera per vestirmi.
Decido di indossare una magliettina elegante nera, sopra una giacca bianca appena comprata è un paio di pantaloni neri.
Indosso le miei lenti a contatto e inizio a truccarmi.
Ombretto oro, mascara, un po' di colore sul viso e un rossetto rosso tenue.
Sono pronta.
Do da mangiare a Sissi, prendo uno yogurt bianco e ci metto un po' di cereali, poi un bel caffè forte e posso prendere il treno.
Vado in un bar vicino alla stazione, faccio i biglietti e proseguo per qualche altro metro.
Il treno arriverà tra pochi minuti, l'ansia inizia a salirmi.
Spero tanto vada tutto bene, iniziare con un'esperienza simile per me sarebbe un sogno.
Dopo un'ora di viaggio arrivo a destinazione, tra treno e metro.
Metto Google maps per riuscire a trovare il luogo esatto.

Guardo in alto, mi trovò davanti a un palazzo, molto alto, dove vedo entrare e uscire persone.
Rimango un attimo immobilizzata, l'ansia inizia a salirmi.
Chiedo al custode dove si trova l'ufficio che cerco.
"Devi andare al settimo piano." Mi dice sorridente, con un accento straniero, dalla carnagione potrebbe essere indiano.
Il suo sorriso caloroso mi rassicura un attimo.
Schiaccio il numero 7, noto subito essere l'ultimo piano dell'edificio.
Apro la porta in cui vi è la scritta:
"Book production."
La scritta appare sempre in corsivo blu/azzurro.

Spingo la porta, mi trovo subito davanti a due signore di mezza età che mi salutano freddamente, mentre mi presento.
Mi fanno accomodare in un ufficio, spazioso.
Sedie , poltrone, muri, mobili e scrivanie tutto in bianco.
Alle pareti due quadri quasi identici uno rosso e uno giallo che danno un tocco di colore alla stanza.
Sono degli schizzi su tela, sicuramente varranno una fortuna, anche se non mi piacciono per nulla.
Mi raggiungono dopo poco due donne per farmi il colloquio, una era la stessa che mi ha chiamata e che era in reception e l'altra proveniva dalla stanza affianco.

<< Buongiorno >> dico subito sorridente.
Entrambe rispondono, una ricambia subito il mio sorriso l'altra no.
Mi chiedono le mie precedenti esperienze e gli studi attuali.
Sembrano comunque interessati anche se le uniche esperienze anche in stage con la scuola sono più da impiegata che per questa casa editrice.
Durerebbe 6 mesi e poi c'è l'eventuale assunzione, nel mentre dovrei laurearmi.
Per sbaglio un collega apre la porta dell'ufficio interrompendo il colloquio.
È molto carino, con uno sguardo e un sorriso magnetico.
Castano, occhi blu, molto alto e snello.
Sorride e mi saluta chiedendo scusa per l'intrusione e spingendo nuovamente la porta scorrevole.

<<Nel caso di riscontro positivo le manderemo una email per un secondo colloquio>> mi dice la signora più seria sulla cinquantina prima di accompagnarmi all'ascensore.

Spogliami ora! (#Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora