Capitolo 16

89 6 0
                                    

"Marco perché?" non riuscivo a parlare perché piangevo con una bambina a cui la mamma aveva negato la caramella.
"Amore mio..."
"Non mi chiamare così..."
"Maria... io... credo che sia meglio finirla qui"
"Ma perché?"
"É difficile da spiegare..."
"Non me ne frega niente dimmelo" dico strillando tanto che rimbomba tutto.
"Te lo spiegherò domani, ti porterò lì... ora andiamo a casa ti prego" mi prende il polso ma io lo lascio subito, saliamo in macchina e per tutto il tragitto nessuno parla, si sentono solo i miei singhiozzi.
Arriviamo a casa, ed entriamo.
"Io dormo sul divano" mi fa un cenno con la testa di approvazione, vado in bagno, metto il pigiama e guardo il mio volto, è da un po' di tempo che non mi sentivo così, usata, pensavo che lui era quello giusto, lui mi aveva accettato nonostante tutti i miei difetti...

☆☆☆
Passo davanti il bagno e sento dei singhiozzi, non volevo vederla e sentirla piangere, mi fa così male, ma cosa devo fare? Sono stato un'incosciente? Certo.
Sono stato un'imprudente? Certo.
Sono stato uno stronzo, menefreghista, ipocrita, cretino? Certo.
Vado in camera e dopo poco la sento uscire dal bagno, per poi sentirla buttarsi sul divano, non appena chiudo gli occhi, sento di nuovo quei singhiozzi cerco di chiudere gli occhi e finalmente riesco a prendere sonno. Mi sveglio, guardo la sveglia e sono le dieci, oggi non ho allenamento, scendo dal letto, vado nel salone per svegliare Maria ma la vedo già pronta.
"Io sono pronta..."
"Ci metterò cinque minuti" entro in bagno e mi lavo la faccia quasi come volessi togliermi dalla coscienza ciò che avevo fatto.

☆☆☆
E chi è riuscito a dormire? Io no di certo. Mi 'sveglio' e sono le otto, vado in camera facendo più silenzio possibile, prendo un leggins, una maglia lunga, le Vans, il giacchetto di pelle ed entro in bagno, mi lavo, metto l'intimo, mi vesto e prendo il correttore e il fondotinta per coprire quello schifo di faccia.
Dopo una mezz'oretta sono pronta, scendo giù e dopo un po' vedo Marco scendere in pigiama.
"Io sono pronta..." gli dico.
"Ci metterò cinque minuti" mi risponde aprendo la porta del bagno.
Ci siamo. Stiamo andando nel 'posto segreto', Marco guida da circa dieci minuti quando accosta davanti ad un grande palazzo. Scende e io faccio lo stesso, saliamo per qualche piano poi lui prende un paio di chiavi dalla tasca del jeans 'bene ha pure le chiavi' penso io.
Apre questa casa e ad accoglierlo c'è una ragazza bionda, più grande di me e di lui, bassina, con un sacco di trucco e... un pancione.
"Amore" dice lei andandole incontro.
"Caro..."
"Lei chi è?" dice dopo aver baciato quello che fino a dodici ore prima era il mio uomo!
"Lei è Maria"
"Piacere, Caroline" dice porgendomi la mano, la stringo, poi guardo Marco.
"Scusate ma io devo andare" dico correndo per le scale.
"Maria aspettami" strilla lui, sono stufa. Non voglio più sentir parlare di lui. Lo odio.
Mi raggiunge e mi blocca facendomi voltare.
"Perché Marco? Perché mi hai portato qui? Ti piace vedermi soffrire? Ti piace vedermi piangere? Ma ti rendo conto di quello che hai fatto? Eri fidanzato con me e ti sei scopato quella, eri a casa con me, abbiamo fatto l'amore e tu uscivi per venire qui, tu non mi ami, non mi hai mai amato, non ti meriti una persona come me, no, ne sono sicura, io ti ho dato tutta me stessa. Pensavo fossi quello giusto, tu non mi giudicavi, non mi chiedevi niente quando vedevi i lividi sul mio corpo, io mi immaginavo con te tra qualche anno con dei bambini che correvano per casa e magari un anello al dito, ma invece hai deciso di scegliere la strada più facile, sei un superficiale del cazzo. Vaffanculo io... io ti odio" dico tutto ciò strillando come una matta, comincio a camminare di nuovo ma poi mi blocco, vado verso lui, di nuovo.
"Mi hai amata?"
"Cosa?"
"Hai sentito bene"
"Maria..."
"Bene. Sei stato molto più che esaudiente. Tutto quello che mi ripetevi, tutte quelle belle cose, tutto finto. Ma visto che sono una persona educata io ti auguro il meglio. Davvero. Nonostante ti ucciderei ora io ti auguro il meglio." Dopodiché me ne vado definitivamente cercando di ricordare la strada di casa.
Le lacrime continuano a scendere sul mio volto senza smettere, ma perché? Perché io devo soffrire sempre e comunque? Perché tutto deve andare male sempre e solo a me? Dopo tutto quello che mi è successo io pensavo che lui era quello giusto, così bello, il mio idolo.
Dopo aver camminato per un po' vedo la casa in lontananza, attraverso la strada quando un'auto passa correndo, mi trovo lì ferma poi di colpo frena, 'Grazie Signore' dico nella mia mente.
"Ehi tu! Non lo vedi che stavo attraversando? Stupido"
"Stupida ragazzina, potevo anche non frenare!"
Scende dalla macchina e lo vedo, lo riconosco. Bene...

Nda: buona serata a tutti! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se volete lasciate un commento.

Buona fortuna amore - Sara2 || Marco ReusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora