Interview
"Pronto per l'intervista?" chiese Tuchel, lanciando uno sguardo veloce a Marco. Lui annuì e tornò a giocherellare con i braccialetti che aveva al polso sinistro. Era una normale - quasi noiosa - intervista di routine prima di una partita non molto di routine e non noiosa, sia calcisticamente, sia emotivamente - almeno per Marco, alcuni dei suoi compagni e dei tifosi. Era il tanto atteso der klassiker, Borussia Dortmund-Bayer Monaco.
Quando li chiamarono, il mister e il capitano della squadra giallonera, si diressero verso la postazione e si sedettero sulle proprie sedie.
Le domande riguardarono il recente rientro dell'infortunio di Reus, la tattica e la probabile formazione, fino a quando non prese parola una donna con i capelli biondi legati in una coda alta, "Vorrei fare una domanda a Marco Reus" iniziò, e quest'ultimo fece segno di continuare, "come vivrà lei questa partita rivedendo di nuovo i suoi ex compagni Mats Hummels e Robert Lewandowski? E come la vivrà la squadra?".
Marco aggiustò il microfono posizionato davanti a sé, lanciò uno sguardo veloce al mister che era al suo fianco, "Be'... la vivrò come ogni partita. Loro hanno fatto la loro scelta e non... non sono nessuno per dire loro cosa fare o per giudicarli. Io e i ragazzi rivedremo due nostri amici, anche se i rapporti non sono più gli stessi, come può ben capire..."
La donna annuì, prendendo appunti "E lei era affezionato a Lewandowski?"
Marco esitò per un paio di seconi sentiva lo sguardo di tutti addosso, "Certo, ma ho scoperto che non era proprio la persona che credevo fosse" disse e ringraziò il ragazzo con la maglia nera per aver annunciato che il tempo fosse finito. Mentre camminava dietro al suo mister, notò un viso e una felpa rossa conosciuti, era l'unica persona rimasta seduta, mentre i giornalisti si stavano spostando da un'altra parte per la conferenza degli avversari. Robert lanciò uno sguardo indecifrabile a Marco, per poi alzarsi e seguire il flusso di giornalisti. Marco sospirò e si passò una mano fra i capelli biondi, Robert Lewandowski era ancora in grado di confondergli le idee.
Il tedesco decise di fare un giro per l'edificio per scaricare l'ansia e la tensione dovute alla partita - e forse a un certo polacco. Si ritrovò di fronte ai bagni maschili e decise di entrare per stare un po' tranquillo: la confusione nei corridoi era troppa - più di quella che c'era nella sua testa. Rivedere Robert l'aveva scombussolato.
Spinse la porta e trovò all'interno la persona che vagava da un po' nei suoi pensieri, che si stava lavando le mani. Marco rimase qualche secondo imbambolato a guardarlo, poi il polacco alzò lo sguardo e incrociò quello del tedesco attraverso lo specchio.
Marco valutò l'opzione di andarsene, ma era un gesto da vigliacchi.
"Biondino?" sfuggì dalle labbra del moro, mentre si asciugava velocemente le mani.
"Lewandowski" disse come saluto il tedesco. Robert indietreggiò fino al muro, al quale si appoggiò, così Marco entrò e si appoggiò al muro opposto.
"Davvero ci siamo ridotti a questo? Mi chiami per cognome ora?" disse il polacco, facendo sorridere sarcastico Mario.
"Be', sai non sono io che lascio il mio ragazzo per dei soldi..." sputò il tedesco.
"Non voglio litigare ancora, biondin-"
Marco lo interruppe, "Ti prego di non chiamarmi così".
Robert annuì, ferito. "Lo so, non ne ho il diritto, infondo ti ho abbandonato e di questo me ne pento, non sai quanto. Ma voglio chiederti scusa Marco, scusa davvero. Io... mi sei mancato così tanto. Sono stato davvero stupido"
Marco rise sarcastico, "Davvero? Dovevi pensarci prima, e hai ragione: sei uno stupido".
"Io... io voglio solo averti di nuovo, capisco se non mi vorrai come fidanzato, ma almeno come amico..."
Marco scosse la testa, "No, non credo che riuscirò a perdonarti, Robert".
"Almeno mi hai chiamato per nome" sorrise un po' il moro. Marco lo ignorò, "E lo sai perché è difficile perdonarti? Perché mi hai preso per mano, mi hai promesso che mi saresti stato vicino, e io ho avuto fiducia nelle tue parole! Ci ho creduto davvero! Poi, sei andato via. E hai tradito la mia fiducia, ecco perché non potrò perdonarti".
Robert ascoltò le parole del biondo, e si diede dello stupido chissà quante volte. Guardò Marco che si passava la lingua sulle labbra, inumidendole. La tentazione di baciarlo era forte e cresceva sempre più. Robert si avvicinò piano al giocatore del Borussia, "Me lo concedi un ultimo bacio?"
Marco serrò le labbra, "No."
L'attaccante bavarese poggiò una mano vicino alla testa del centravanti del Borussia, "Le tue labbra dicono di no, ma i tuoi occhi dicono sì. Chi dovrei ascoltare?" sussurrò il polacco, poi esitò per un paio di secondo prima di avvicinarsi al viso del tedesco per baciarlo, ma Marco si scansò velocemente, facendo scontrare le labbra del polacco con la sua guancia.
"Ora, se non ti dispiace io dovrei andare, e che domani vinca il migliore" disse freddamente Marco, uscendo dal bagno. Robert scivolò lungo la superficie fredda del muro.
"Ti amo, biondino. Mi dispiace."n.a
non è il massimo, I know.
but, avete visto le
probabili formazioni per
stasera? cosa ne pensate?
ansiose?
[ per tifose del bvb¡ ]
ma roman che vuole
farci morire con le sue
instagram stories?
c'è, poco interessato
all'abbronzutura, no roman?- itsPaulosgoal x
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who knew
Fanfiction𝙊𝙉𝙀 𝙎𝙃𝙊𝙏𝙎!☀️ ho il sole in faccia se ridi sei bella pure se gridi, posso darti molto di più di ciò che sottolinei nei libri ©itsPaulosgoal; 2017