are you ignoring me for Candy Crush? + morreiro

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*ricordate che avevo detto che il terzo sarebbe stato "comico"? be', magari un'altra volta*

Are you Ignoring Me for Candy Crush?

«Quindi stai pensando alla Fiorentina», esordisce Raphael, appoggiato con una spalla contro lo stipite della porta della mia camera.

Mi fissa insistentemente, ma non lo degno di uno sguardo, fingendomi concentrato sul telefono. «Emre, potresti degnarti di rispondermi?», il tono che usa è spazientito, dopo sbuffa. Ma non gliela do vinta, non di nuovo.

Sento i suoi passi avvicinarsi al letto, «Emre, che cazzo ti ho fatto per non meritarmi nemmeno una risposta?», sbotta, e posso sapere con certezza anche senza guardarlo che ha incrociato le braccia al petto.

«Mi stai ignorando per Candy Crush? Sono offeso adesso», cerca di scherzare, ma le sue parole mi entrano da un orecchio e escono dall'altro.

«Mor, che cazzo- oddio, che è successo?», si fionda accanto a me, nel letto a due piazze. Non mi ero accorto di star piangendo, fin quando Raphael non ha cominciato a chiedermi il perché lo stessi facendo.

Cerca di abbracciarmi, ma mi scanso. «Vuoi davvero sapere perché stavo piangendo?», lui annuisce, mentre io mi passo una mano sulle guance per asciugare le lacrime. «Perché TU mi hai lasciato ad aspettare per PIÙ DI UN'ORA davanti a quel pub, poi MAGICAMENTE ti ricordi di me e mi mandi un messaggio "scusa, ma ho avuto un imprevisto con lo sponsor"», lo guardo male. Ormai le lacrime sono finite e non ho intenzione di mostrami debole. Lui prende parola, «Non è colpa mia se lo spons-».

Rido sarcasticamente, «Sponsor? Il tuo sponsor è una ragazza rossa - tinta, si vede da un chilometro -, occhi marroni e tette rifatte?».

Lui si congela, colpito e affondato. «E ora, se per favore vuoi uscire, quella è la porta», la indico, non guardandolo.

«Ma non ci penso proprio», ribatte Raphael, «Scusami se ti ho fatto as-».

«Non funziona così, Guerreiro, hai capito male. E ora, se vuoi scusarmi ho una cena importante stasera, quindi dovrei prepararmi», lascio il telefono sul comodino, alzandomi.

Lui mi affianca, «Con chi esci?».

«Credo non sia un'informazione vitale per te», lo fulmino con lo sguardo.

Raphael mi sorprende, uscendo a grandi falcate dal mio appartamento. Io sospiro, passandomi le mani sul viso.

Mi dovevo prendere una cotta proprio di un coglione con cui non ho alcuna possibilità?

***

Rientro in casa, lanciando la giacca e le chiavi a casaccio, stanco e forse un po' brillo.

Procedo verso la camera da letto al buio, con la sola intenzione di buttarmi sul letto e dormire fino a dopodomani, ma appena arrivo trovo qualcosa di strano sulle lenzuola bianche.

Una mazzo di rose rosse sono appoggiate esattamente al centro del letto e c'è un bigliettino ad accompagnarle.

Mi siedo sul bordo, prendo il mazzo di fiori e me lo porto al naso. Hanno un magnifico odore. Recupero il bigliettino e poi mi allungo, accendendo la luce in camera.

Apro il foglio bianco piegato in quattro, e riconosco subito la scrittura di Raphael.

"A te che
con quegli occhi fai invidia al cielo,
a te che
mi hai permesso di conoscerti
e di imparare a capirti con uno sguardo.
Tu,
che in un abbraccio ci metti il cuore,
e non sai in quanti abbracci hai riparato il mio, di cuore.
A te che
sei un'opera d'arte.
Tu.
Che ti do per scontato troppe volte,
e la meraviglia non deve essere mai data per scontata.
Tu
che mi rendi le giornate speciali,
le albe meno corte
e i tramonti meno maliconici.
Perché tremo
al sol pensiero che un giorno
io non possa più averti accanto."

Gli occhi diventano lucidi, forse anche per colpa dell'alcool ingerito poco prima.
E forse, anche per quelle Heineken, che mi ritrovo a correre dall'altro lato della strada e a bussare alla porta di casa Guerreiro.

Sono consapevole che è notte fonda, ma devo vederlo.

Mi apre la porta assonnato, ma quando mi vede sorride. Non gli do il tempo di dire o fare nulla che mi fiondo fra le sue braccia.

«In quest'abbraccio me lo hai riparato tu, il cuore», sussurro, mentre Raphael mi lascia un dolce bacio sulla guancia.

Forse qualche possibilità ce l'ho, ma resta sempre un coglione.

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