; roman bürki

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Roman cominciò a pensare che non avrebbe potuto lasciare quell'incontro come l'uomo sano di mente che era entrato. "Sergio, quante volte devo dirti che non devi metterti le payett. Non mi interessa cosa dice Jacob, non va bene per nulla!"
Non sapeva nemmeno l'esatto motivo per cui aveva firmato. Certo, all'inizio suonava alla grande: dare consigli ai suoi compagni di squadra per i vari shooting, fra cui quello odierno di Vogue per l'inizio della stagione calcistica, e non sembrava una cattiva idea. In effetti, si sentiva felice ogni volta che Marco o Jadon chiedevano a lui per l'abbigliamento. Ma come era passato dal dare consigli a un paio di amici a questo? Ora si trovava a dover stabilire gli outifit di qualcosa come quattro squadre di calciatori e a sperare che fra Real Madrid, Liverpool e Juventus ci fosse almeno qualcuno che sapesse abbinare qualche colore. Come fosse capitato, Roman non ne aveva idea. O almeno, non esattamente.

"Chris, lascia quei pantaloni bianchi o giuro che brucerò tutte le tue magliette di basket". Dovrebbe sentirsi euforico che alcuni dei calciatori più conosciuti chiedessero i suoi consigli e che fosse stato soprannominato come "lo stilista" del mondo del calcio professionistico. Ma onestamente, al momento era solo molto stressato.

"Jadon, no, non quegli occhiali. Ti fanno sembrare un hipster che vuole far colpo sulle mamme quarantenni all'uscita dei figli dalla scuola elementare. Ho detto basta, Erik!". Roman si precipitò verso il tedesco che stava cercando di farla franca indossando jeans aderenti a pois in pubblico.

"Okay, ascoltate. Vorrei quasi ricominciare tutto da capo. Sedetevi". Roman camminò verso la parte anteriore della sala conferenze e aspettò che tutti prendessero posto intorno al grande tavolo. Si stava occupando del BVB, che sembrava il caso più disperato. Aveva fatto entrare anche le altre squadre e poteva dire di aver visto vestiti decenti come la felpa Gucci di Xhaka e le scarpe di Dybala. Ma non poteva andare avanti così. La gente li avrebbe visti e avrebbe detto: "Guarda questi calciatori! Potrebbero essere bravi in ​​campo, ma tutto quello che hanno, oltre ai troppi soldi, è il pessimo gusto in fatto di moda!". E Roman non poteva gestirlo.
Si vergognerebbe se mai qualcuno di loro avesse pensato di indossare una maglietta con una stampa florealr.

Roman fece un respiro profondo per calmarsi e per evitare di urlare di nuovo contro i suoi amici. "Okay, ragazzi, ripetete dopo di me. La prima regola della moda è mirare a non sembrare un ragazzo trash di 15 anni". Con riluttanza, i calciatori ripetono tutte le regole che impose loro, guardandosi un po' straniti, ma non potevano dargli torto. La cosa del trash era sembrata una leggera frecciatina ad Aubameyang, ma solvoleremo. La seconda parte consistè nel decidere gli outfit per lo shooting. Mentre Roman buttava via quasi tutti i brutti maglioni che gli indicava Mario, si chiedeva ancora come si era messo in questo casino.

Si potrebbe dire che questa storia sia iniziata dal post partita di Champions League a Madrid, dopo il pareggio dei tedeschi, quando l'intera squadra andò a festeggiare. I ragazzi optarono per un club dove trovarono tutta la squadra del Real, che canticchiava e ballava. La notte era andata avanti e si può dire che erano un po' tutti dignitosamente brilli.
Ad un certo punto, Roman non ne potè più. Prese tutto il suo coraggio e andò da Cristiano Ronaldo, che stava ballando. Quando fu sicuro di avere l'attenzione del portoghese, gli spiegò perché il suo outfit era sbagliato. Quando fu sicuro che l'altro uomo avesse capito, batté il cinque a Sergio Ramos, che dopo parecchie trashate era tornato sulla retta via, e a Loris Karius, capitato lì dopo un poco entusiasmante Liverpool-Atletico finito a reti inviolate. Il portiere condivideva con Roman la passione per le felpe e le magliette Gucci. E vi dirò, le giornate di shopping dei due insieme non erano poi così rare. Roman, essendo come ho detto dignitosamente brillo, non riuscì a trovare nulla di strano in queste circostanze.

Non ricordava cos'altro fosse successo quella notte, tutto quello che sapeva era che si era svegliato la mattina dopo con un tovagliolo del pub su cui è stato scarabocchiato qualcosa che sembrava essere una specie di promessa circa il fatto che Roman avrebbe protetto il mondo da altri crimini di moda. Il "contratto" è stato firmato da lui, Sergio, Cristiano, Marco e Mario.

Se qualcuno dovesse mai vederlo, sarebbe d'accordo con lui sul fatto che gli uomini che erano davanti a lui non si stavano comportando come atleti professionisti, ma piuttosto come bambini.
"E di nuovo, Roberto Firmino, ti chiedo di spiegarmi secondo te perché non puoi indossare i pantaloni rossi con la maglietta rosa". Il brasiliano sembrò pensarci per un momento, "Perché sembrerei più figo di te?".
"No, perché è orribile! ", Roman era pronto a rinunciare a questo compito, ma aveva fatto una promessa, anche con gli stilisti della rivista. Avrebbe solo avuto bisogno di molto caffè per passare la giornata. E forse un po' di benzina e un accendino per bruciare finalmente i pantaloni a pois di Erik.

n.a
alzi la mano chi si ricorda i pantaloni a pois di erik occhi verdi durm. 🙋🏻‍♀️🙋🏻‍♀️🙋🏻‍♀️
scusate le mie continue apparizioni completamente a caso con robe alquanto trash
mi era mancato scrivere

who knewDove le storie prendono vita. Scoprilo ora