; götzeus

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and I Loved Him

Aveva lo sguardo corrucciato, mentre guardava i fiocchi di neve cadere con la loro solita danza.

Temevo stesse pensando di nuovo a quello successo prima.

Presi posto vicino a lui.

Gli sfiorai il braccio, ma non si mosse.

Continuò a tenere lo sguardo fisso verso la finestra.

La neve aveva già imbiancato tutto il paesaggio.

Lo chiamai.

"Marco."

Non si voltò.

Lo feci di nuovo.

Nessun cenno da parte sua.

Mi lasciai andare contro lo schienale del divano, chiudendo gli occhi.

Probabilmente mi aveva lanciato uno sguardo veloce.

Uno di quelli che non avevo ancora imparato a capire.

E non sapevo mai come reagire.

Ripetei il sio nome, con leggera disperazione.

La sua mascella si irrigidì.

"Dio, Marco, non chiuderti in questo modo."

"Con me puoi parlarne."

"È per quel mezzo tifoso? Dai, è solo un coglione che non sa quello che dice."

Lo innervosii ancora di più.

Serrò la mano destra in un pugno.

Sapevo si trattasse di quello.

"Non sei inutile, Marco. Smettila di pensarci."

"Il fatto che tu abbia ipotizzato di non rinnovare non fai di te un traditore. Nè tutto quello che ha aggiunto quel coglione."

Mi chiese di andarmene.

Non mi guardò neppure.

Gli dissi di no.

E che sarei stato lì seduto ad aspettare che si calmasse.

Perché è così che si fa quando ci si ama.

E io lo amavo.

n.a
oddio, da quando non aggiorno?
che persona orribile.
la scuola mi tiene
occupata e non trovo
mai tempo di scrivere, uff.
per ora accontentatevi
di sta cosa qua,
giuro che durante le vacanze
scrivo qualcosa di decente, giuro.
ee niente, torno ad ascoltare
perfect symphony per tipo la centesima volta, aurevoir.❄

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