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Nessuno dei due disse niente, troppo presi ad osservarsi l'uno l'altro. Se non fosse stato per il rumore della porta, sarebbero rimasti in quella posizione per il resto della giornata.

Il moro scattò lontano dal maknae, il quale abbassò lentamente le braccia lungo i fianchi.

«Abbiamo forse interrotto qualcosa?» Domandò Namjoon.

«Secondo te?» Chiese retorico l'amico, in un borbottio

«No!» Esclamò il biondo, in un modo eccessivamente euforico. Sfoderò un sorriso nervoso, quando gli altri tre lo guardarono, e nascose le mani dietro la schiena, prendendo a torturarsele.

«Bene,» Il moro fece un colpo di tosse, attirando l'attenzione su di se «direi che è ora di andare» L'atmosfera si era fatta incredibilmente tesa, non sopportava tutta quella pressione, era meglio sgattaiolare via.

«Uh? Di già?» Jin controllò l'orologio da polso, rendendosi conto che stessero insieme da soltanto mezz'ora -Nonostante a Jimin fosse sembrato un anno-.

«Cosa c'è, principessa, hai voglia di passare ancora del tempo col tuo principino?» Yoongi ghignò, vedendo che le sue parole avevano provocato l'arrossamento delle guance del rosa.

«Ah! Suga!» Namjoon afferrò il braccio dell'amico, iniziando a trascinarlo verso l'uscita «Ci si vede!» Urlò, chiudendo la porta.

Prima che il raggio visivo del moro fosse stato occupato dall'elegante porta in legno bianco, aveva avuto un contatto visivo col più piccolo. Aveva letto qualcosa nei suoi occhi. Non sapeva dire esattamente cosa, ma probabilmente era amore.

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«Ho parlato con Minho» Borbottò Yoongi, infilandosi una manciata di patatine in bocca.

«Choi? Il mio capo?» Chiese sorpreso il grigio.

Quel nonno voleva veramente cambiare perché lui gliel'aveva chiesto? Voleva veramente smuovere il culo per lavorare?

«Mh. Inizio domani, al tuo stesso orario.»

«Finalmente non dovrò fare tutto il lavoro da solo!» Il minore alzò le braccia al cielo, contento «Comunque...» Mormorò, calmatosi «Lo fai perché te l'ho detto io?»

«No» Ammise. Namjoon lo guardò interrogativo, come se volesse spiegazioni. «Per Jimin»

Dalle labbra del grigio uscì un urlo e cominciò a ridere, sfottendolo «Il mio vecchio, caro Suga, innamorato di un piccolo figlio di papà! È incre- Ah!» L'amico gli diede un colpo sul fianco talmente forte, da farlo cadere dal letto.

«Rapmonster, fatti i cazzi tuoi.» Borbottò lo hyung, con la bocca piena e le guance leggermente rosse. Per fortuna era una sera buia, la luna era nascosta dalle nubi minacciose e la luce della stanza era spenta.

Non si era mai mostrato imbarazzato davanti ai suoi amici, il suo orgoglio era troppo alto, e di certo non lo avrebbe fatto il quel momento.

Run - YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora