Capitolo 17

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Arriviamo davanti ad una villa gigantesca, con un grande giardino e una piscina sul retro, che subito capisco essere la casa di Evan, appena lui prende le chiavi e si dirige verso la porta centrale, per aprirla. 

"Dai vieni" mi dice

Entro in casa sua, pulendomi per bene le scarpe sul tappeto d'ingresso, per non correre il rischio di sporcare il pavimento lucido. 

"Ti do i vestiti, cosi poi puoi andare a lavarti" 

Non so bene se sia il caso che io mi lavi proprio qui, ma non ho altra scelta, perché di certo, non posso mettermi i vestiti di Bella, odorando di coca cola; e poi, mi sento totalmente appiccicosa e questa è pure una sensazione che non sopporto neanche un po'. 

"Vieni" mi dice

Lo seguo lungo le scale,  alla cui fine ci sono due corridoi,  uno a destra e un altro a sinistra.

Andiamo nel corridoio a sinistra e ci dirigiamo verso la porta infondo,  che solo dopo scopro essere quella del bagno.

"Ecco. Il bagnoschiuma è nella doccia e di asciugamano puoi prendere quello blu" mi dice,  per poi scomparire nel corridoio.
Questa casa è veramente troppo grande.  Capisco che a suo padre non manchino i soldi,  ma loro non si perdono in una casa tanto grande?  Io avrei bisogno di una cartina per riuscire ad orientarmi.

Apro l'acqua e,  dopo aver chiuso la porta del bagno a chiave,  inizio a spogliarmi per poi buttarmi sotto il getto d'acqua,  ormai diventato caldo. 

Mi sciacquo per bene tutto il corpo, togliendomi finalmente,  da dosso, quella sensazione di sporco e appiccicoso.

Finito di sciacquarmi, prendo l'asciugamano blu che mi ha precedentemente indicato Evan, e inizio ad asciugarmi.

Non avevo mai fatto la doccia a casa di un ragazzo, e non mi ero neanche fatta prestare i vestiti della sorella del ragazzo in questione.

Aspetta un attimo.

Cazzo.

Non mi ha dato i vestiti da mettermi. Cosa faccio ora? Tutta la mia roba è sporca e non posso rimetterla e qui l'unica cosa che mi permette di coprirmi è  questo asciugamano blu.

Che faccio ora?

Stringo per bene l'asciugamano al mio corpo per evitare che cada, e aprendo la porta del bagno, mi metto alla ricerca di Evan.

"Evan..?" Lo chiamo, non ricevendo alcuna risposta

Sembra che sia scomparso nel nulla e che questa casa sia diventata del tutto disabitata.

Non mi sono mai piaciute le case grandi proprio per questo. Stare in una casa così grande, mi fa sentire più piccola, ovvero mi sembra che evidenzi la piccolezza dell'essere umano. Invece, in una casa piccola, questo non accade perché è come una piccola oasi personale.

La casa di Mya non è piccola, ma non è neanche grande come questa. La mia casa ad Atlanta, invece, era perfetta per me, perché era piccola piccola e perfetta per una famiglia composta da quattro persone come la mia.

Mi dirigo nell'altro corridoio, finché non sento dei rumori provenire da una stanza, con la porta socchiusa.

Mi affaccio e lo vedo: pantaloncini neri e bianchi lunghi fino a sopra il ginocchio, canotta bianca oramai bagnata per il sudore, scarpe da ginnastica nere e guanti da pugilato neri, per proteggere le nocche della  mani.

Tieni le mani tese, colpendo il sacco da boxing appeso al centro della stanza.

È assolutamente perfetto. Per quanto un ragazzo bagnato dal sudore possa sembra disgustoso, non lo è. È dannatamente sexy ed eccitante, e questo è sicuramente vero se a pensarlo sono io che raramente ho pensieri sconci su qualche ragazzo.

Poi, comunque, io non ho mai messo in dubbio il fatto che Evan sia bello. Sicuramente, il ruolo di modello se l'è meritato a tutti gli effetti.

Senza rendermene conto, spingo leggermente la porta,  che aprendosi va a sbattere al muro, facendo rumore.

"Taylor.." sussurra lui, diventando tutto rosso.

Passa il suo sguardo dai miei occhi al mio corpo, e solo dopo, mi rendo conto di essere ancora con solo l'asciugamano.

"Ehm..io..hai dimentica di darmi i vestiti di tua sorella" gli dico, balbettando per il gran imbarazzo.

Lui annuisce e, tornando serio, mi oltrepassa e va verso la camera, ovviamente di Bella.

"Allora, qui ci sono dei leggins, la maglietta.." inizia a dire, poggiando il tutto sul letto, "e.. reggiseno e..insomma, ecco" dice infine, con un sorriso imbarazzato, poggiando sul letto anche un reggiseno nero e delle mutadine anch'esse nere.

"Grazie" dico

Appena Evan esce dire alla stanza, io ne approfitto per cambiarmi velocemente  e andare, poi, a prendere la mia roba precedentemente lasciata in bagno.

"Evan, io devo..." dico, entrando in cucina, dove me lo ritrovo senza maglietta.

"Scusa" dico

"Perché?  Non sarà la prima volta che vedi un ragazzo senza maglietta no?" Mi stuzzica

Ignoro la sua domanda, e rispondo: "Io vado. Domani ti porto la roba a scuola"

Mi accompagna alla porta e, prima che io me ne vada, mi dice: "A domani Tay"

'Tay',  gli avevo detto di non chiamarmi così. 

"Ciao Evan" sussurro, uscendo.

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