Capitolo 18

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Mi sveglio tranquilla, finché non mi rendo conto che sono le otto meno venti e la tranquillità svanisce.

Mi alzo di scatto, e subito inizio a prepararmi mettendo la prima maglietta e i primi pantaloni che trovo in stanza.

Menomale che sia lo zaino che la roba da dare a Evan, gli ho preparati ieri, perché altrimenti non so come farei.

Riesco a prepararmi in cinque minuti, tralasciando il trucco.

Ovviamente non potrò fare colazione, perciò non bisogna stupirsi se oggi sarò un po piu nervosa del solito. Da quando sono piccola non ho mai saltato la colazione, sia perché mamma si arrabbiarebbe in quanto pasto più importante della giornata, ma anche perché non ne ho mai avuta una reale necessità.

Corro fuori dalla mia camera, andando a sbattere contro mio fratello, che cada di culo a terra.

"Caleb, ti sei fatto male?" Gli chiedo, aiutandolo ad alzarsi

"No, io sono superman"

Ecco le fantasie di un bambino di dieci anni, o per meglio dire, i paragoni che questo fa.

"Taylor, sei in ritardo!" Grida mia madre, dal piano di sotto.

Corro sotto e dopo un battibecco con mia madre per la colazione,  anche lei capisce che oggi non è cosa di fare colazione e mi lascia uscire.

Arrivo a scuola con dieci minuti di ritardo, ma per forza, appena entro in classe, il professore non è ancora arrivato e Aaron mi ha preso il posto.

"Ti avrei aspettato, ma tua madre mi ha detto che ti sei svegliata tardi" mi spiega Aaron

"Tranquillo. Piuttosto, hai parlato con Mya? " Gli chiedo poi, ma lui non fa in tempo a rispondere che il professore entra in classe.

Alla fine dell'ora, Aaron se ne va subito via con Edward, al corso di educazione civica, visto che sembra abbiano un compito in classe, cosi non faccio in tempo a chiedergli la risposta alla mia domanda precedente.

"Ehi Mya" saluto mia cugina, appena la incontro in corridoio

"Tay, ti sei svegliata tardi stamattina?" Mi chiede, quasi ovvia.

Annuisco e poi le chiedo ciò che muoio dalla voglia di sapere: "che ti ha detto Aaron?"

Diventando tutta rossa, alla fine, mi risponde: "mi ha chiesto di andare insieme alla festa di Carnevale, questo sabato"

"Hai accettato, spero" le dico

"Sì,  cioè gli ho detto che possiamo andare noi tre tutti insiemi"

"Be allora saremo in quattro"

Mi guarda confusa, cosi le racconto l'invito di Cole e lei dopo aver commentato con un "è perfetto" , se ne va in classe.

Devo trovare Evan, perché avere i vestiti di sua sorella mi dà fastidio, o per meglio dire, mi fa sentire come in debito.

Alla fine, sono davvero in debito con Evan.

Approfitto dell'ora di buco, per mettermi alla ricerca di Evan, ma non trovandolo da nessuna parte, decido di chiedere a Dylan, che mi sembra sia il suo amico più stretto.

"Scusa, sai dov'è Evan?" Chiedo

"Fate coppia fissa?" Risponde ridendo Dylan

È insopportabile quasi quanto Evan. No, aspetta..nessuno è come lui.

"Devo solo restituirgli una cosa"

Notando lo sguardo malizioso di Dylan, mi decido a dirgli,  leggermente scocciata, "sai dov'è si o no?"

"Rilassati, tesoro. Non è venuto a scuola"

Annuisco cercando di non soffermarmi troppo sul modo in cui mi ha chiamato e mi allontano.

"Taylor aspetta" mi dice Emma, venendomi incontro

"Ehi, dimmi"

"Senti visto che domani sta il compito di matematica e tu sei più brava di me, verresti a studiare da me oggi pomeriggio? Così mi dai una mano" mi chiede con fare supplicante.

Non ha nessuna necessità di supplicarmi, perché per come mi sta simpatica, posso solo farlo con piacere.

Anche Sarah non è brava in matematica. Mi chiedeva spesso di aiutarla, ma devo proprio smetterla di paragonare Emma e Sarah, anche se la mancanza di quest'ultima si fa sentire sempre di più.

Come se non bastasse non sto sento Sarah neanche tanto spesso, ma non posso neanche perché passare le giornate al telefono, a parlare con lei, non sarebbe vita né per me né per lei.

"Certo. Devi solo dirmi dove abiti" gli dico

"Potresti venire subito dopo scuola e non tornare neanche a casa" mi suggerisce

Annuisco.

"Allora ci vediamo all'uscita e grazie mille" mi dice, lasciandomi un bacio affettuoso sulla guancia.

Noto Bella Smith in lontananza, cosi decido di togliermi un peso e restituire i vestiti a lei stessa.

"Ciao, scusa, questi sono tuoi. Ieri mi sono sporcata e me li ha dati tuo fratello" cerco di spiegarle brevemente

"Evan? Evan ti ha fatto cambiare a casa nostra?" Mi chiede, ma non arrabbiata. Sembra più che altro sorpresa.

La saluto e me ne vado nell'aula di chimica, non volendo ricevere un rimprovero per il ritardo.


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