capitolo 1

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Ed eccomi qui, come ogni notte, a fissare il soffitto della mia piccola, opprimente camera, stando coricata a letto, con la testa che rimbomba dalla quantità di pensieri che ha al suo interno.
Non è una novità, anzi è la semplice e pura normalità di ogni singola notte, da quando sono venuta ad aIbitare qui. La mamma doveva andare dall'altra parte del Paese, per seguire il suo stupido compagno, Charls. Un uomo pieno di sé, ma soprattutto pieno di soldi. Non posso dire che Charls è un brutto uomo, anzi è molto affascinante : capelli scuri e riccioluti, occhi grandi e color nocciola, alto e snello. Fatto sta che da quando papà se n'è andato, tutto non ha più senso, tutto sembra sempre più opprimente e non passa notte in cui non penso a come starei ora, se lui fosse qui, con me.
Prendo il cellulare su cui ho impostato al sveglia che, ancora una volta, dovrò disattivare senza nemmeno farla squillare. Scopro che sono appena le 3.47 del mattino e la mia testa non accenna nemmeno a lasciarmi riposare in pace, una buona volta.

Scendo al piano di sotto del mio appartamento scadente, che mi costa quasi la metà del mio sudato stipendio mensile, e prendo tra le mani la copia del libro preferito mio e di mio padre: "Orgoglio e Pregiudizio".
Vederlo, mi ricorda quando ogni sera, prima di andare a dormire, papà lo leggeva in salotto seduto sulla sua poltrona bordeaux, vicino al camino e alla finestra, nella nostra vecchia casa, nella nostra vecchia vita. Ad ogni capitolo mi immergo sempre di più nella storia d'amore tormentata di Mr. Darcy e di Elizabeth.
In un soffio si sono fatte le 5.00, perciò decido di risalire la scala scricchiolante e andare a farmi una doccia rilassante, prima di andare al lavoro e sentire Staicy che,come ogni giorno, mi ripete sempre le solite cose a proposito del tipo bello, muscoloso e animalista che abita accanto a lei, Toby credo che si chiami. L'acqua ci mette i soliti cinque minuti per scaldarsi a sufficienza e appena raggiunge la temperatura che desidero, entro nella doccia rovinata che la donna anziana che abitava qui prima di me, ha lavato troppe poche volte. L'acqua calda mi massaggia la schiena e dal piacere socchiudo gli occhi e mi preparo per cominciare la solita, sfiancante giornata che conduco da quasi un mese a questa parte.
Appena esco dalla doccia, tutto il piccolo bagno è immerso in una nuvola di vapore che appanna le piastrelle bianco-azzurre e lo specchio. Mi avvolgo nell'accappatoio e mi pettino i lunghi capelli biondi che mi ricadono appena sotto le scappole, grondanti d'acqua. Indosso l'uniforme del bar in cui lavoro : pantaloni neri, t-shirt nera e grembiule verde acceso che mi arriva poco sotto le ginocchia. Mi lego i capelli in una comoda coda di cavallo e mi passo un leggero strato di mascara sulle mia ciglia lunghe che incorniciano i miei grandi occhi azzurri.
Infilo le mie solite, amate AllStar bianche e mi incammino, con le mie immancabili cuffiette nelle orecchie, verso il lavoro a pochi minuti da casa mia.
Mentre passo vicino ad una coppia di anziani che si tiene per mano, sento il cellulare vibrarmi nella tasca posteriore dei pantaloni, guardo il display: mamma.
«Ciao mamma!» dico portandomi il cellulare all'orecchio. «Ciao Ad! Come stai?» dice mia madre con la sua solita voce squillante, anche di mattina presto. «Tutto okay, mamma. Sto andando al lavoro. Mi hanno assegnato un turno doppio dato che la mia collega ha la febbre, perciò lavorerò fino a tardi questa sera.» Jasmine ha sempre una scusa, più o meno buona, per non venire a lavorare. Credo che la licenzieranno presto se continua di questo passo, ma non credo gliene importi più di tanto.
«Oh, sempre a lavorare! Ma perché non vai fuori, in qualche locale a divertirti qualche volta? Hai 18 anni Santo cielo!» mi rimprovera mia madre «Dovresti staccare un po' la testa dal "dovere" e lasciarti trascinare dal "piacere"!» alzo gli occhi al cielo e annuisco col fare scocciato, anche se non può vedermi. «Lo so lo so, mamma ma le bollette e l'affitto non si pagano da sole. Poi sai che le feste e il rumore non mi piacciono...non sono portata per quel genere di cose.» mia mamma mi ripete sempre quanto sia diversa da lei, in tutto; sono molto simile a mio padre però, non ci piacciono i luoghi affollati e la musica a palla, preferiamo un buon libro, una poltrona comoda e un tè caldo. «So che non sei portata per le feste, ma dovresti anche riuscire a farti degli amici,tesoro. Sei lì da un mese ormai e non hai ancora una compagnia di amici!» Non ho bisogno di amici. Mi basta Staicy, lei è la mia unica amica, ci siamo conosciute al bar al nostro primo giorno di lavoro. È simpatica e carina e mi basta questo per adesso. «Mamma,io ho degli amici. Magari non sono molti ma sono buoni. Ora devo andare, sono arrivata. Buona giornata, ti voglio bene!» le dico con dolcezza. « Te ne voglio anche io Ad! Ciao!» termino la telefonata ed entro nel bar, in cui rimarrò per le prossime otto ore.
Appena varco l'entrata, Staicy mi rivolge uno dei suoi sinceri sorrisoni, che vanno da un orecchio all'altro «Ehi, bellissima! Pronta per passare tutta la giornata insieme a questa fantastica ragazza?» esclama sbattendo le ciglia truccate e scuotendo la testa, facendo ondeggiare la sua capigliatura folta e castana. «Ma certo, chi non lo sarebbe?!» faccio con fare ironico e sorridendo a mia volta. Vado nel retro e ripongo il cambio e le cuffiette nel mio armadietto, proprio accanto a quello della mia unica e migliore amica.
Tra un cliente e l'altro, Staicy mi continua a raccontare quanto sia bello il suo vicino Toby e che questa mattina, mentre usciva di casa per andare al lavoro, lui le ha restituito un paio di mutandine che le erano cadute dallo stendino del suo balcone ed erano svolazzate proprio su quello di Toby. «Cavolo un primo approccio fantastico!» dico portandomi una mano sulla pancia dal ridere «Ah.ah.ah che ridere, Ad. Davvero, ora lui mi ricorderà come "quella-delle-mutandine-a-fiori"!» Ho le guance paonazze da quanto ho riso, ma mi dispiace per Staicy, sembra che le paccia davvero quel tipo da come le si illuminano gli occhi ogni volta che ne parla.
Purtroppo lui non sembra ricambiare ma non credo che a Staicy importi più di tanto.
È questo che mi piace di lei, non si da mai per vinta e cammina sempre a testa alta, nonostante tutti i suoi problemi.
D'altronde, chi non li ha?
Ma non tutti sono capaci di restare in piedi quando inciampano; magari cadono subito sul sedere arrendendosi, o magari barcollano un po' cercando di mantenere l'equilibrio, si sforzano di mettere un piede davanti all' altro per quanto difficile sia, ma restano in piedi.
Non cadono.
Si, penso sia così il carattere di Staicy.
La conosco da appena un mese scarso ma sento che tra noi possa nascere una forte amicizia.
Siamo sulla stessa barca, con le famiglie allo sbaraglio e ancora troppo giovani per essere considerate adulte.
Siamo l'una l'opposto dell'altra, almeno fisicamente .
Lei è alta, magra e ha la carnagione scura come anche gli occhi e i capelli che sono di un castano scuro.
Io invece, sono bassa rispetto alle ragazze di qui, ho la pelle chiara come il latte e i capelli biondi.
Ma so, anche se la conosco appena, che abbiamo già un feeling fantastico, che non ho mai avuto con nessun'altro se non con mio padre ma non è la stessa cosa.
Nel bar entra sempre più gente a mano a mano che passano le ore mattutine; per me non è una scocciatura, anzi, mi aiuta a non pensare troppo e a guadagnare qualche soldo in più, oltre a quelli che avevo messo da parte da bambina.
Mia madre mi aiuta, fa quello che può. Lo scorso mese per esempio, mi ha spedito duecento dollari che anche se non sono tanti soldi, non fanno mai male.
«Latte macchiato, caldo ma non bollente, con tanto caffè ma non esagerare come la scorsa settimana altrimenti esigo di essere rimborsata, intesi ragazzina?»
Una donna alta, paffutella,con i capelli a caschetto mi si piazza davanti con aria arrogante.
Io e Staicy ci guardiamo senza dire una parola.
Cerco di controllare l'istinto di darle uno spintone per far cadere la signora-arroganza dai trampoli che si ritrova ai piedi.
«Buongiorno anche a lei.»
Dico ironica.
«Arriva subito. Allora, di quante settimane è in dolce attesa?»
Mi volto e comincio a prepararle l'ordine.
Non mi sono trattenuta, e la sua espressione è impagabile.
Staicy ridacchia di nascosto e io mantengo il mio sorrisetto beffardo stampato sulle labbra.
Ah, certe soddisfazioni....




               ...SPAZIO AUTRICE...
Ciao a tutti/e ♡
Questo è il primo capitolo revisionato, spero che vi piaccia.
Se vi va datemi qualche consiglio su come potrei migliorare a scrivere oppure cosa , secondo voi, dovrei cambiare...
Vi mando un grande bacio (con lo schiocco) e nulla, al prossimo capitolo♡♡.
Mati.

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