"Piccola è ora di alzarsi". La voce di Seiya mi desto dal sonno, arrivandomi come un suono ovattato. Mugugnai senza aprire gli occhi e rannicchiandomi ancora di più tra le sue braccia. Sentii la sua mano accarezzarmi i capelli, regalandomi serenità e beatitudine. Ogni suo tocco per me era magico, aveva il dono di farmi sentire in paradiso.
"Vorrei tenerti tra le mie braccia per tutto il giorno, ma non posso. Devo accompagnarti a casa".
Quella dichiarazione fu come una doccia fredda. Mi ero dimenticata della sua imminente partenza; mi stavo godendo la semplicità della nostra quotidianità appena scoperta.
Aprii gli occhi e sospirai.Seiya smise di lisciarmi i capelli e portandomi un dito sotto il mento mi alzò il viso, guardandomi con la sua solita intensità.
"Sai che se fosse per me non ti lascerei un secondo, vero?" Cercò di rassicurarmi con uno sguardo dolce, sorridendomi e regalandomi la visione di quelle piccole fossette che nascevano ogni volta che accennava un sorriso, illuminandogli il viso e rendendolo ancora più bello, se mai fosse possibile.
Sorrisi di rimando anche io.
"Lo so! È che mi stavo abituando alla tua ingombrante presenza." Sogghignai.Sapevo che avrebbe reagito a quella frase facendo il finto offeso e stuzzicandomi; io adoravo quando lo faceva. Era nato proprio così il nostro rapporto.
"Scusa, forse non ho capito bene. Hai detto per caso ingombrante?""Ci senti benissimo, se vuoi posso aggiungere assillante, fastidiosa, invadente..."
Non mi diede il tempo di aggiungere altri aggettivi perché mi si sedette sopra, facendomi il solletico e facendomi contorcere.
"Ah, quindi è questo che pensi della mia presenza?" Domandò ridendo e continuando a torturarmi con il solletico. Come al solito dovetti pregarlo di smettere con le lacrime agli occhi.Solo una volta che ebbe terminato ci accorgemmo che eravamo entrambi nudi, troppo vicini per evitare che il nostro corpo non reagisse. Il mio cuore cominciò a battere freneticamente, la gola mi si seccò e il respiro si fece corto. Sentii lo stomaco attorcigliarsi e vidi i suoi occhi scurirsi. La sua erezione cresceva sopra il mio ventre. Seiya si avvicinò lentamente al mio viso portando le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.
"Pensi ancora che io sia... come mi avevi definito prima? Ah sì, ingombrante?" Sogghignò porgendomi quella domanda.Sapeva benissimo che quando ero in quelle condizioni mi veniva difficile, se non impossibile, rispondergli a tono. La mia lucidità era sparita, lasciando spazio all'ardente desiderio. Mi morsicai il labbro inferiore cercando invano un po' di lucidità.
"Avevo aggiunto anche fastidioso." Le parole uscirono in un sussurro. La salivazione era venuta a mancare."È vero, quindi è meglio che ti liberi da questo fastidio".
Nonostante le sue parole non si spostò di un centimetro, ma in compenso fece aumentare il mio battito cardiaco. Ci guardammo con lussuria coscienti dell'effetto che l'una aveva sull'altro. Eravamo come i due poli opposti di un magnete.L'improvviso bussare alla porta della camera di Seiya ci fece sobbalzare, incrinando quella carica che si era creata.
"Piccioncini, la colazione è pronta. Se non vogliamo perdere il volo dovreste alzarvi". La voce di Taiki era come al solito pacata e gentile.
"Sì, adesso arriviamo". Seiya rispose continuando a guardarmi intensamente, sempre a pochi centimetri dal mio viso."Questa volta ti sei salvata dal lupo cattivo". Mi schioccò un rapido bacio e si alzò, infilandosi i boxer.
"Vado a farmi una doccia. Non t'invito a farla con me perché faremmo tutto eccetto lavarci."
Mi regalò il suo solito sorriso malizioso, facendomi arrossire e provocando il solito fremito lì.Evitai volontariamente di guardarlo, decidendo di rivestirmi il più velocemente possibile. Mi ero infilata solo la biancheria intima quando mi abbracciò da dietro, portando le mani sul mio ventre e dandomi leggeri baci sulla schiena.
"Se vuoi aspettarmi qui faccio in un attimo, altrimenti vai pure in cucina con i miei fratelli". Dandomi poi un ultimo bacio si staccò, provocandomi un brivido di freddo dove prima c'era il suo corpo, e uscì dalla stanza.Indossai la mia gonna a pieghe bianca e la canotta rosa, infilai le calze, gli indianini e mi diressi in cucina, raggiungendo i due fratelli Kou.
"Buongiorno Usagi, vuoi un caffè?" Taiki era in piedi, appoggiato al bancone con una tazza in mano, mentre Yaten era seduto scomposto sullo sgabello, la testa tenuta su dal braccio appoggiato al bancone.
"Oh sì ti prego, ho un bisogno estremo di caffeina!" Dissi sbadigliando, facendolo sorridere."Fatto le ore piccole, Usa?" Yaten mi guardò ammiccando, facendomi arrossire.
"Yaten finiscila. Perdonalo Usagi, conosci anche tu il suo carattere... Affabile."
"Uffa, era solo una battuta. Una volta che non faccio lo stronzo avete sempre da ridire".
Sbuffò e alzandosi si diresse verso la sua stanza, sbattendosi la porta dietro di lui. Mi sentii in colpa per quella sua reazione.
"Non farci caso. In questi giorni è più musone del solito e non capisco il motivo. Diciamo che, per uno scontroso come lui, svegliarsi presto non aiuta la sua già scarsa cordialità".
Fece un sorriso amichevole, cercando di rassicurarmi. Gliene feci anch'io uno di rimando, sedendomi al posto lasciato vuoto da Yaten.Taiki mi porse la tazza di caffè fumante e nello stesso momento ci raggiunse il più giovane dei fratelli Kou, che si sedette al mio fianco, coperto solo da un asciugamano legato in vita. Era decisamente sexy con i suoi pettorali scolpiti e qualche gocciolina d'acqua che scivolava sul suo corpo.
"Fratellone, mi verseresti una tazza di caffè? Ho un bisogno estremo di caffeina!". Io e Taiki ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere, lasciando Seiya interdetto.
"Che ho detto ora?".☾ ✰
"Avete solo cinque minuti voi due, non uno di più. Sono stato chiaro?" Alex ci guardò dallo specchietto retrovisore e nonostante i suoi occhi fossero coperti dagli occhiali da sole immaginai il suo sguardo serio, visto il tono con cui aveva pronunciato quelle parole.
"Sì Alex ho capito. L'accompagno in casa e arrivo." Sbuffò Seiya stizzito, aprendo la portiera posteriore e iniziando a scendere, dirigendosi verso il bagagliaio per estrarre la mia valigia.
"Buon viaggio ragazzi. Ci vediamo tra qualche settimana allora!" Salutai Alex e i due fratelli Kou mentre mi slacciavo la cintura di sicurezza, avvicinandomi alla portiera per raggiungere il mio rockettaro.
"Ciao Usagi" risposero in coro tutti e tre.
Seiya era fermo davanti al cancellino della mia villetta con il trolley in mano. Estrassi le chiavi dalla borsetta per aprire sia l'inferriata che la porta d'ingresso ed entrai in casa, seguita dal bel moretto.Appoggiò la mia valigia a terra e dopo essersi richiuso la porta alle spalle mi abbracciò, stringendomi talmente forte che credetti di soffocare. Mi legai a lui con la sua stessa avidità, godendo di ogni secondo a nostra disposizione. Con la testa mi appoggiai al suo petto, ascoltando il battito irregolare del suo cuore, cercando di memorizzarlo nella mia testa. Quel ricordo mi avrebbe fatta sentire meno sola durante la sua assenza.
Sentii pizzicarmi gli occhi, ma decisi di cacciare momentaneamente quelle lacrime per non rovinare quel momento.
Le sue mani percorsero la mia schiena, accarezzandomi ogni centimetro di pelle come a imprimersi la forma nella mente, mentre le sue labbra mi donarono dolci baci sulla testa. Entrambi sospirammo nello stesso momento.
"Ora devo proprio andare piccola. Mi mancherai!""Anche tu."
Alzai il mio viso per cercare il suo e ci guardammo intensamente negli occhi, perdendomi come al solito in quella profondità, in quel blu che mi ricordava il mare. Il mio cuore saltò un battito e io m'innamorai nuovamente di lui. Le nostre bocche si sfiorarono dando inizio a un nuovo bacio, carico di silenziose promesse e di passione, quella passione che sapevo non si sarebbe mai spenta, ma mi avrebbe consumata ogni volta che mi sarei trovata nella stessa stanza con lui.Fu lui per primo a scostarsi da quelle labbra, accarezzandomi però dolcemente la guancia con il dorso della mano.
"Ti amo Usagi". "Ti amo anch'io Seiya".
Aprì la porta e, dandomi un ultimo sguardo pieno d'amore, uscì.
Restai immobile a guardare l'ingresso, ascoltando i rumori provenienti dall'esterno.
Una portiera si chiuse e qualche secondo dopo il motore di una macchina si accese, allontanandosi poco a poco, lasciando solo il silenzio a farmi compagnia. Presi il mio trolley e mi diressi al piano superiore per entrare nella mia cameretta. Appoggiai la valigia ai piedi della scrivania e ci posai sopra la borsetta.
Mi buttai sul letto, sprofondando con la faccia sul cuscino e pensando a quegli occhi blu mi addormentai.
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Against fate
FanfictionDopo aver definitivamente sconfitto Galaxia, era tornata la pace sulla terra. Usagi e le sue amiche finalmente potevano vivere la vita che desideravano, i Three Lights avevano fatto ritorno sul loro pianeta e il destino della nostra testolina buffa...