Primo appuntamento (Usagi pt2)

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Arrivata a casa mi feci una doccia veloce, chiamai Minako per raccontare anche a lei le novità e poi cenai con la mia famiglia. Ovviamente dovetti raccontarle molti dettagli che avevo omesso alle altre ragazze, visto che mi tampinò di domande. Passammo più di un'ora al telefono. Fortunatamente venne chiamata dalla truccatrice che doveva iniziare a sistemarla per l'esibizione di quella sera, altrimenti mi avrebbe chiesto pure il colore dei calzini che portava Seiya il giorno prima.

Quella ragazza era un vero uragano, ma si sentiva terribilmente la sua mancanza quando non c'era. A fine agosto sarebbe finalmente tornata e saremmo state nuovamente inseparabili.

Tra qualche settimana sarebbe ritornato anche il mio Fratellino Shingo dalla sua vacanza studio. Non era uno studente modello, ma aveva una predisposizione per le lingue che lo rendevano il migliore della sua classe. Si qualificò primo al campionato studentesco delle medie e vinse la possibilità di studiare in una delle scuole private migliori in Inghilterra. I miei genitori e io eravamo molto fieri di lui. Ci scriveva spesso, raccontandoci come trascorreva le sue giornate, e ci mandava molte cartoline dei posti che visitava.

Sarebbe piaciuto anche a me andare a Londra: Vedere il famoso Big Ben e Tower Bridge, quel ponte mi lasciava sempre incantata quando lo vedevo immortalato in quadri e disegni, passeggiare per il porto di Liverpool e per il centro di Manchester, visitare il magnifico ponte sospeso di Bristol e fare shopping a Leeds. Invidiavo profondamente il mio fratellino.

Aiutai la mamma a sparecchiare e poi salii in camera a prepararmi. Seiya sarebbe passato a prendermi e avremmo fatto un giro in centro, una cosa normalissima, come facevano i nostri coetanei.
Era strano uscire di sera per divertirmi; ero abituata a scappare dalla finestra per combattere contro qualche mostro che minacciava l'incolumità della terra, invece stasera sarei uscita dalla porta di casa, avrei salutato i miei genitori e avrei ascoltato le loro raccomandazioni sul tornare a casa a un orario consono e sul fare attenzione, proprio come le altre ragazze della mia età.
Dall'armadio estrassi il mio bellissimo vestito a coda azzurro. Erano disegnati fiori di pesco con le rispettive foglie, aveva uno scollo all'americana che si allacciava a fiocco e la sottogonna gialla mi arrivava a metà coscia.
Abbinai un braccialetto a palline d'oro agli orecchini dello stesso modello. Era il regalo dei miei genitori per il mio quattordicesimo compleanno.

Misi la collana di Seiya, dei fiocchetti azzurri ai miei odango e scelsi i sandali dello stesso giallo della gonna. Avevano un leggero tacco a spillo e si allacciavano finemente alla caviglia.
Il trucco fu la parte più difficile. Non dedicavo molto tempo a farmi bella e quando lo facevo mi limitavo a un po' di cipria e un lucidalabbra, ma quella sera volli trasformarmi per il mio Seiya.

La mamma mise a disposizione i suoi ombretti, così ne scelsi uno metallizzato argento per dare più luminosità allo sguardo. Con la matita azzurra seguii il contorno della palpebra inferiore per poi aggiungere un filo di mascara. Gli occhi erano lucenti e sembravano più grandi del solito. Per finire aggiunsi un tocco leggero di cipria rosa e il mio immancabile lucido trasparente. Finii giusto in tempo perché udii il campanello suonare. Erano le ventuno ed era puntualissimo.

Iniziai ad agitarmi e sentii il cuore in gola. Feci dei profondi respiri per calmarmi e fortunatamente dopo poco mi rasserenai. Mi spruzzai un po' del mio profumo, presi la pochette azzurra, ci infilai il cellulare e uscii dalla mia stanza, spegnendo la luce.
Quando scesi le scale, con una mano sulla ringhiera, lo vidi chiacchierare con mia madre, finché il suo sguardo non cadde su di me.
Mi fissò stupito, come un bambino la mattina di Natale guardava i regali sotto l'albero. La sua espressione mi fece sorridere e mi sentii leggermente soddisfatta.

"Usagi, sei bellissima" disse quasi in un sussurro. Anche la mamma si voltò per guardarmi e rimase meravigliata. Una volta raggiunta ai piedi delle scale disse:
"Ha ragione, sei stupenda stasera". Arrossii leggermente. Osservai bene il mio accompagnatore; anche lui si era agghindato per la serata.
Sopra indossava una polo rosso e sul bordo del colletto aveva una riga bianca, sotto delle bermuda di jeans, stretti, con una cintura con la fibbia marrone e una placca in acciaio. Ai piedi portava le All Star alte, bianche con la riga rossa. Era molto attraente.

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