Il Weekend (Usagi pt1)

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Quella mattina venni svegliata da Seiya a un orario improponibile. Il cielo iniziava a schiarirsi, ma il sole era ancora molto lontano. Mi stropicciai gli occhi, chiedendogli che ore fossero e quando mi rispose "le cinque" sussultai.
"Ma sei pazzo? Ti sembra questa l'ora di farmi alzare?"

"Se non ti muovi rischiamo di perdere il treno. Avanti dormigliona esci dal letto e preparati che Alex ci sta aspettando per accompagnarci in stazione."
Mi stiracchiai, dopodiché eseguii i suoi ordini, trascinandomi per la stanza.

Venti minuti dopo ero pronta e salutai la mamma, svegliatasi apposta per augurarmi buon viaggio.
Sembrava emozionata quando mi salutò e pensai che la cosa fosse piuttosto strana, ma non ci badai molto.
Entrai nel fantastico e comodo suv del manager di Seiya e mi presentai.
"Piacere mio, io sono Alex. Sei molto più carina che in fotografia, lo sai? Bravo il nostro Seiya!"

Scoppiò a ridere, mentre io invece, arrossii terribilmente.
"Alex finiscila! Pensa a non farci perdere il treno piuttosto." lo sgridò Seiya, leggermente infastidito per quegli apprezzamenti. Il mio ragazzo era decisamente geloso.
Accese la radio e restammo in silenzio per tutto il tragitto fino alla stazione, accompagnati solo dalle note di alcune canzoni.

Durante il viaggio in treno dormii diverse ore. Seiya era talmente intento a scrivere, con le cuffiette del mp3 nelle orecchie, che non si accorse né del mio risveglio, né che lo stavo fissando ormai da alcuni minuti.
Ripensai alla sua discussione con Mamoru della sera precedente; sapere che Chibiusa era ancora indelebile nelle fotografie mi rendeva felice, ma allo stesso tempo mi portava alla mente molte domande.
E se stessi inutilmente scappando dal mio destino? Se stare con Seiya portasse solo sofferenza a entrambi? Se i sentimenti che mi legavano a lui fossero solo illusori?

Lo guardai con più attenzione. Osservai meglio i lineamenti perfetti del suo viso, la forma particolare dei suoi occhi e la lucentezza che emanavano. Quando era così assorto nei suoi pensieri si mordicchiava il labbro inferiore, facendo nascere sul suo volto una tenera smorfia che ogni volta mi portava a sorridere.
Anche a scuola, durante un compito che non gli riusciva, il suo viso si corrucciava, la fronte si aggrottava e si torturava la bocca, provocando in me sempre la stessa reazione.
No, quello che nutrivo per lui era sincero; lo amavo e lo desideravo tanto da impazzirne.
Non potevo sbagliarmi su di noi.

Mi allungai e gli diedi un piccolo bacio sulla guancia, facendolo sussultare.
"Piccola... Ti sei svegliata finalmente!" Posò la sua bocca sulla mia e assaporai il sapore del caffè che probabilmente aveva appena bevuto. Sentii il cuore martellarmi nel petto, confermandomi che le emozioni che provavo erano reali. Il rumore del mio stomaco c'interruppe, provocando ilarità in entrambi.
"Tua mamma ci ha preparato uno spuntino. In realtà anche io sto morendo di fame".

☾ ✰

"Non ci credo, mi hai portata al mare! Non vedo l'ora di fare il bagno! Grazie Seiya" mi aggrappai al suo braccio e iniziai a saltellare alla fermata del bus.
"Calmati Usagi, non hai ancora visto la vera sorpresa!" A quell'affermazione mi bloccai di colpo. Cosa poteva esserci ancora?
Mi prese per mano, trascinando la mia valigia, e con il suo zaino in spalle passeggiammo in un quartiere popolato da ville enormi con la loro spiaggia privata.

Le ammirai a bocca aperta, constatando la loro bellezza. Pensai che Seiya avesse sbagliato strada, finché non si avvicinò a una di quelle case ed estrasse un mazzo di chiavi. Ne infilò una nella serratura e il cancello si aprì con mio enorme stupore.
"Non mi dire che questa è tua." Chiesi, ancora imbambolata da quella meraviglia.
Era una struttura moderna a due piani, con pareti esterne bianche e un giardino tropicale che la circondava.

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