Il compleanno di Seiya (Usagi pt1)

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Accarezzai i capelli di Seiya, steso sul mio addome, mentre cercai di riprendere a respirare a un ritmo regolare. Forse perché eravamo stati distanti parecchi giorni o forse perché il nostro affiatamento era diventato più forte, ma fare l'amore con lui, poco prima, era stato strabiliante.

Le sensazioni che mi avevano attraversato il corpo erano indescrivibili, molto più intense e travolgenti della prima o dell'ultima volta in cui l'avevamo fatto.
Sentii sul mio ventre il calore dei suoi baci che, lentamente, iniziarono a risalire, passando attraverso il mio petto, salendo su per il collo e giungendo infine sulle mie labbra, sfiorandole con un tocco dolce ma rapido.

"Faresti la doccia con me?" Chiese sdraiandosi al mio fianco, guardandomi con quel mare profondo che si ritrovava al posto degli occhi.

"Non credo che riuscirei a lavarmi, sai? Ho questa sensazione". Dissi ridendo, avvicinandomi a lui, poggiando la mia fronte contro la sua.

Di risposta spinse il mio corpo contro il suo, poggiandomi una mano sul fianco e iniziando a darmi piccoli baci a stampo sulle labbra. Prima uno, poi due, poi dieci, finché i baci non divennero uno solo; un unico, caldo e travolgente bacio.

Sentii che era di nuovo pronto a unirsi a me, proprio come lo ero io. Mi portò sopra di sé, entrando dentro di me rapidamente e cullandomi con le mani sui miei glutei.

Ci amammo ancora una volta in quella stanza, abbandonandoci al nostro calore e alla nostra passione, ascoltando i nostri respiri e i nostri cuori battere allo stesso ritmo, creando così una solo nostra sinfonia.

☾ ✰

Erano quasi le otto di sera e la mamma mi aspettava per cenare. Papà sarebbe stato fuori per lavoro tutto il week end, così pensai che non le sarebbe dispiaciuto avere Seiya a cena con noi.
Presi il cellulare dalla borsa, mi sedetti sul letto e composi velocemente il numero di casa, aspettando solo due squilli prima che rispondesse.
"Casa Tsukino buona sera, chi parla?"

"Mamma, sono Usagi. Sono qui da Seiya e tra poco rientro a casa, ma volevo chiederti se potevo invitarlo a cena da noi. I suoi fratelli sono al tempio con le ragazze e sicuramente mangeranno insieme, mi dispiacerebbe lasciarlo da solo." La sentii ridere dall'altra parte della cornetta. Sapeva quanto mi era mancato in queste settimane e che non vedevo l'ora di stare di nuovo con lui.

"Sì, digli di unirsi a noi. Almeno stasera non dovrò sopportare i tuoi lunghi sospiri pensierosi e le tue crisi".
"Non fai ridere mammina cara". Mi finsi offesa, facendola ridacchiare ancora di più.

"Allora vi aspetto. A dopo". Chiuse la chiamata nello stesso momento in cui Seiya rientro nella stanza, solo con un asciugamano addosso, e uno nella mano, intento a frizionarsi i capelli.

"Sei ufficialmente invitato a cena a casa Tsukino. Vestiti che andiamo, non vorrai far aspettare la severissima Ikuko, vero?" Scoppiammo a ridere entrambi.
Seiya mi raggiunse, sedendosi vicino a me, posando l'asciugamano usato per asciugarsi i capelli sul letto.

"E se io avessi avuto altri piani?" Sussurrò al mio orecchio, mentre con i polpastrelli salì lentamente dalla mia mano alla spalla, lasciando dei brividi al suo passaggio. Quando mi mordicchiò il lobo, facendomi sentire il suo respiro caldo sul collo, deglutii faticosamente.

"Non sei ancora sazio?" "Non smetterò mai di avere fame di te".

Mi spinse lentamente sul letto, sdraiandosi sopra di me e allargandomi le gambe con il suo ginocchio, per poi mettersi nel mezzo. Catturò le mie labbra in un bacio subito caldo, mentre la sua mano si infilò sotto la maglietta e il reggiseno, andando a stuzzicare il mio bottoncino.

"Seiya, la mamma ci sta aspettando..." Mi lamentai poco convinta, tra un sospiro e un affanno.

"Non facciamola aspettare allora". Mi guardò con il suo sorriso malizioso, mi diede un bacio a stampo e si rialzò, avvicinandosi all'armadio per prendere i vestiti puliti.

Rimasi interdetta per qualche secondo, sbattendo più volte le palpebre per realizzare quello che aveva appena fatto. Mi aveva stuzzicata, accendendo il mio desiderio e poi mi aveva lasciata lì, insoddisfatta.
"Questa me la paghi Seiya Kou!"

☾ ✰

La serata passò velocemente, Seiya ci raccontò della tournée, delle città che aveva visitato e di alcune disavventure del povero Yaten.

"Una volta è rimasto chiuso nell'ascensore dell'albergo per mezzora. Era saltata la corrente appena le porte si erano richiuse dietro di lui.

Yaten urlava e dava pugni alle porte, ma inizialmente nessuno se ne accorse. Una povera bambina passò in quel momento e, sentendo quelle grida, pensò si trattasse di un mostro. Corse piangendo dalla madre che poi avvisò il concierge che qualcuno era rimasto chiuso in quella, cito testualmente le parole di Yaten, scatola infernale.

Provarono a farlo uscire, ma senza risultati, finché non tornò la corrente e le porte si aprirono. Yaten ne uscì distrutto. I giorni seguenti non ha più preso l'ascensore e credo che non lo farà mai".

A quel racconto dovette asciugarsi le lacrime delle troppe risa. Scoppiai a ridere anche io, immaginandomi la faccia del povero Yaten. La mamma cercò di trattenersi, ma si vedeva chiaramente che anche lei era divertita.

"Oh Seiya, devi assolutamente farmi conoscere i tuoi fratelli. Ho un'idea; perché non venite anche voi alla festa per il ritorno di Shingo? Ci saranno alcuni suoi compagni di scuola e le amiche di Usagi."

Seiya non conosceva il mio fratellino, era arrivato sulla terra nel momento in cui lui era partito per Londra.
"Volentieri. Non vedevo l'ora di poter conoscere il piccolo Tsukino. Immagino sarete felici che qualcuno, finalmente, porterà buoni risultati accademici a casa". Mi guardò con il suo sorriso sghembo e con aria di sfida, sapendo che quella frase mi avrebbe provocata.

"Che cosa vorresti insinuare scusa?" Assottigliai gli occhi guardandolo, incrociando le braccia al petto.

"Io non insinuo niente, espongo solo la realtà dei fatti". Il suo sorriso si allargò, prese il bicchiere che si trovava di fronte a sé e se lo porto alla bocca.

Mi allungai verso di lui, seduto frontalmente a me, e diedi una piccola spinta verso l'alto al suo bicchiere, facendogli rovesciare l'acqua sulla maglietta.

La mamma fece un profondo sospiro, portandosi la mano alla fronte, rassegnata a questi miei comportamenti poco maturi. Seiya invece rimase sconcertato da quel gesto, non aspettandosi quel tipo di reazione da parte mia. Guardai la sua faccia sconvolta e scoppiai a ridere, portandomi le mani sulla pancia.

"Usagi smettila. Seiya, mi dispiace che mia figlia sia così stupida certe volte".

"Non preoccuparti Ikuko, è proprio questo che amo di Usagi".

Sventolai la mano davanti al viso per farmi aria, facendo lunghi respiri per riprendere il fiato perso dopo quelle lunghe risate. Guardai Seiya sorridendogli, cosa che fece anche lui, perdendomi nel blu dei suoi occhi per un tempo indefinito.

"Vado a prenderti una camicia di Kenji. Non puoi tenere quella maglietta bagnata addosso".
La mamma si alzò con una scusa, lasciando me e Seiya a fissarci, innamorati e felici.

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