-Il "Mostro"-

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Eravamo talmente presi dalla paura e dal terrore di quel momento, che non ci rendemmo conto di una terribile vicenda.
Quando finì tutto la mia mamma scoppiò in lacrime, ed io la strinsi più forte in un tenero abbraccio. Erano così tanto rari questi momenti, che inizia a piangere anch'io. Ma quel momento tenero presto, si sarebbe trasformato in un orribile incubo.
Sedute ancora per terra, qualcosa di liquido e freddo  toccò le mie gambe, e un odore molto familiare, iniziò a diffondersi per la stanza. Avrei riconosciuto questo odore tra mille, era sangue!
Ma da dove poteva venire? C'era qualcuno ferito? Qualche bestiola forse?
Ma nel momento in cui ci girammo, ci trovammo davanti a una cruda e spaventosa realtà.
Nella scala dietro di noi, era poggiato per terra mio padre, con gli occhi sbarrati dal terrore e ricoperto di sangue. Un trapano aveva trapassato il suo cuore, uccidendolo. E noi, a causa dei forti rumori e della situazione tremenda, non sentimmo nulla.
La mia mamma iniziò ad urlare dal dolore, i vicini corsero all'interno della nostra cantina non appena sentirono le sue urle ed io mi ritrovai pietrificata dal dolore. Penserete che la causa del dolore era la morte del mio papà vero? Beh vi sbagliate. Il mio dolore era causato dal fatto che, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare in quel momento, era il sapore del sangue. La sete incontrollata che avevo alla visione di quel liquido rosso, era sconcertante anche per me in quel momento. E così di scatto, mi gettai per terra iniziandolo a bere.
Alla visione di quella scena, i vicini iniziarono a urlarmi contro del "mostro" e anche della "strega", definendomi anche "lo scarto del paese".
Con il viso ricoperto di sangue e le lacrime agli occhi, guardai mia madre cercando il suo sguardo, ma l'unica cosa che mi disse con lo sguardo rivolto per terra fu:《 VATTENE FUORI DA CASA MIA MOSTRO!》.
In quel momento sentì un grosso nodo alla gola, e la voce della mia coscienza, iniziava a venire sempre di più fuori. Inutile dirvi che in quel momento, mi sentii veramente un mostro senza cuore. Così mi alzai da terra e con la voce rotta dal pianto,chiesi scusa a mia madre, ma il terrore verso di me si leggeva sul suo volto. Non c'era più posto lì per me, così l'unica scelta che mi rimase da fare fu proprio quella di scappare via.
Mi avvicinai lentamente alla porta della cantina, mentre tutti gli altri si allontanavano da me presi dal terrore, e mia madre rimase a piangere per terra con la testa di mio padre poggiata sulle sue gambe. Io poggiai la mano sul pomello della porta e mi voltai, credendo ancora che qualcuno mi fermasse, qualcuno come mia madre. Ma l'unica cosa che vidi, era l'odio e il terrore dipinto su tutti quei volti che mi fissavano. Lanciai un ultimo sguardo disperato a mia madre, ma fu tutto inutile.
Così aprii la porta e me ne andai.
Ormai ero rimasta da sola, sola con me stessa.

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